Il Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi (DAGL) ha stoppato il nuovo Albo professionale unico dove erano stati inseriti promotori e consulenti finanziari.
Viene chiamato “stop tecnico”. Fatto sta che la normativa che regola la costituzione di un Organismo unico, che prevede promotori e consulenti finanziari indipendenti inseriti nello stesso Albo, improvvisamente è stata “sfilata” dal Decreto Legge “Competitività”.
Il DAGL, che supporta e coordina i Decreti emanati dal Governo, ha pensato bene di fermare (sembra temporaneamente) l’iter della suddetta normativa, che era stata appunto inclusa nel Decreto approvato la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri e firmato successivamente dal Presidente della Repubblica Napolitano.
E’ una storia infinita.
Dopo anni di discussioni, polemiche e rinvii si era giunti finalmente ad una strutturazione della consulenza finanziaria, con la costituzione di un Albo a tutela non solo dei risparmiatori ma anche dei consulenti finanziari indipendenti, che dal 2007 aspettano di essere regolarizzati e riconosciuti attraverso l’iscrizione in un organismo professionale.
Ma per l’ennesima volta stiamo assistendo alla solita farsa italiana: una normativa approvata e inserita in un Decreto Legge, a sua volta approvato e firmato dalle più alte cariche dello Stato, viene fermata da strutture burocratiche.
Quali potrebbero essere le motivazioni?
Si spera siano tecniche, da risolvere con aggiustamenti e modifiche veloci, altrimenti dobbiamo pensare e temere che possano essere intervenute questione lobbistiche (vedi concorrenza delle banche), o problemi di incostituzionalità, o boicottaggi provenienti da chissà quali fonti. A questo proposito vorrei riportare fedelmente un passaggio scritto in un mio articolo del 25 marzo 2010:
Ma quali sono i veri motivi di tali scandalosi e reiterati rinvii che non siano solo quelli di una lenta burocrazia? Perchè la consulenza finanziaria indipendente incontra l’ostilità di certi poteri costituiti? E’ boicottaggio? A sostegno di questa tesi, riporto quanto affermato in una intervista a Borsa&Finanza il 27 gennaio 2007 dall’allora Presidente di Assogestioni, Guido Cammarano: “con l’introduzione della figura del consulente puro si scherza col fuoco e si rischia di scardinare il sistema distributivo italiano”.
Assisteremo, dunque, ad un nuovo scandaloso rinvio della normativa che regola l’attività dei consulenti finanziari? Finirà tutto in Parlamento nel dimenticatoio, in attesa che qualcuno di buona volontà lo scassetti e chieda di inserirlo in un emendamento o in un decreto?
Staremo a vedere.