Il più lento e inesorabile degli tsunami è l’onda silenziosa dei rifiuti che stanno ricoprendo la terra.
Forse non ce ne stiamo accorgendo ma siamo 7 miliardi di persone sulla terra, di questi un parte minoritaria consuma la maggior parte delle risorse disponibili sul pianeta e produce rifiuti in una quantità di gran lunga superiore alla possibilità di smaltimento naturale.
L’uomo occidentale consuma energia senza averne bisogno e quel che non viene consumato diventa scarto di un modello di vita che definire folle è un complimento.
Per risolvere questo problema non bastano convegni di sociologhi e urbanisti, economisti e filosofi, matematici e psicoterapeuti, come cantava Franco Battiato, ci vorrebbe un’altra vita.
Nel suo piccolo il buon navigatore internettiamo può fare qualcosa, magari condividere con gli altri quello che non consuma.
Su come poterlo fare Alessandra Farabegoli ha scritto un bel articolo che m’è capitato di leggere oggi sul suo blog.
Sarà la classica goccia nel mare, ma il mare è composto da piccole silenziose gocce e la loro compattezza trattiene uno tsunami.