I giovani ancora senza una prospettiva stabile di lavoro sono "l'Italia peggiore", dice il ministro per la Funzione Pubblica Renato Brunetta.
L'argomentazione l'ho ascoltata poi ieri sera a "Otto e mezzo", sempre dal Ministro: quattro milioni di stranieri svolgono lavori rifiutati dai nostri giovani. Basterebbe l'umiltà di accettare uno di questi lavori. E, continuo io, voilà, si risolverebbero due problemi: precarietà e immigrazione.
Non una parola, invece, per un sistema del lavoro, voluto da questo governo, grazie al quale un laureato, magari con buoni voti e un master, può attraversare tutte le sfumature del lavoro occasionale senza nemmeno intravedere una benché minima stabilità.
Mi viene un prurito alle mani, a sentire questo tipo di argomentazione, offensivo della condizione dei nostri giovani e dell'intelligenza di chi ascolta. E non è l'orticaria.
In questo particolare momento, però, comincio ad avere di nuovo fiducia nel nostro Paese, in due mesi sono cambiate molte cose. Qualche segnale di cambio di marcia sembra emergere da questo stesso esecutivo, l'opposizione potrebbe anche ricordarsi di cosa voglia dire farla, l'opposizione.
In attesa di un futuro prossimo migliore (ma occorrerà non distrarsi un attimo, altrimenti destra e sinistra ci ricascheranno, di sicuro), si potrebbe impiegare un po' di tempo a ritemprare la nostra pazienza, risolvendo qualche problemino matematico.
Come questo proposto nel novembre del 2008 dall'Università del Mississippi: quaanto vale la somma di tutti i numeri di 8 cifre? e quella dei numeri di 10 cifre?
Fatto il primo conto, magari somamndo i numeri uno a uno, il prurito sarà già fortemente diminuito, provare per credere. Ma vale per chi ha già una certa età, come me, i giovani potrebbero essere molto meno disponibili alla pazienza.
[Immagine da: Salottoprecario.it.]
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