Magazine Diario personale

conta da uno a cinquantadue

Da Plus1gmt

Poco fa sono sceso in cantina per cambiare lo status di un paio di centinaia di cd zeppi di mp3, visto che ho trasferito tutto su un hd perché comunque nel cloud non c’è ancora tutto – ho gusti musicali sin troppo raffinati – declassando quella plasticaccia ormai obsoleta al rango di supporto solo in caso di attacco nucleare, che poi è il livello che precede la discarica. Ma il punto non è questo, bensì che in cantina mi è caduto l’occhio sull’angolo in fondo, laggiù dove tengo quel misero abete di plastica smontabile e tutto il necessaire per una festa che, se fossi coerente, non dovrei nemmeno festeggiare. Ma sapete com’è, io sono del partito del qualunque cosa purché funzioni, e se mia figlia non vede l’ora di allestire il presepe come se fosse un plastico per i playmobil, collaborare nel posizionamento di addobbi e palline, aspettare la notte magica per mettere una tazza di latte con i biscotti nell’attesa che un non ben definito corriere extraterrestre la intenda come ricompensa per la consegna di doni richiesti mesi prima a seguito dell’invio del regolare modulo di domanda, che male c’è, penso. Ed è proprio vero quello che state pensando: un altro anno è passato e la bimba crede ancora al Dhl celeste. Non immagina che sono i suoi genitori che nel giro di qualche minuto fanno sparire quelle facili prede alimentari per felini, che nella notte allestiscono il parco regali alle radici sintetiche dell’albero, che la mattina appena svegli recitiamo tutta la scena della sopresa senza considerare aspetti quali i cancelletti sul balcone rimasti chiusi a chiave, altrimenti potremmo essere visitati da ben altri ospiti, o l’assenza di un camino dedicato all’ingresso di personale di servizio, il tutto senza razionalizzare la situazione. A quasi nove anni forse è un record, ma non ditemi che devo preoccuparmi. Converrete con me che per abbandonare la fantascienza per il neorealismo c’è già sin troppo tempo. E questo non sarebbe nemmeno un tema di discussione così strambo se, a Natale, non mancasse ancora più di un mese. Mentre ero in cantina e osservavo la confezione rettangolare in cartone in cui l’abete trascorre il suo letargo per undici mesi e rotti, sono tornato indietro di una quarantina di settimane, quando ero sceso per riporla proprio lì al termine delle ultime festività. Il tutto dopo che, carta di credito alla mano, avevo acquistato i biglietti del traghetto per la Sardegna e prenotato il campeggio per l’estate 2013. Ecco, questo muoversi con disinvoltura sul percorso a caselle numerate che è la vita, lanci i dadi e in una mano sola torni indietro al via o fai novanta e con un balzo se già alle ferie del prossimo anno. Questo sottovalutare le proiezioni disinvolte avanti e indietro nel tempo che, tutto sommato, non è che sia poi così tanto se rapportato al prima e al dopo. Insomma, sapete dove voglio arrivare. Ma questo dato invariato, la certezza che mi è stata concessa ancora una volta una parte da protagonista in una storia di fantasia di quel portento che è mia figlia, be’, mi mette ancora in una posizione di privilegio. Ho ancora un po’ di scorta di infanzia altrui che mi fa sentire immobile ed eterno.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :