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Contador dopato? Nessuna sorpresa: questa è la Spagna
Creato il 30 settembre 2010 da FedericomilitelloDetto più volte che lo sport spagnolo non è neppure lontanamente paragonabile a quello italiano (come invece sostengono inopinatamente alcuni giornali), la notizia odierna conferma inoltre che le loro fantomatiche imprese sono costruite su dei falsi miti. Da parte mia, infatti, non esiste alcuna sorpresa per quanto riguarda il caso di doping riscontrato ad Alberto Contador nel corso del Tour de France dello scorso mese di luglio. L'iberico è risultato positivo al clenbuterolo, sostanza anabolizzante che consente un rapido recupero dell'organismo alle fatiche fisiche ed una migliore respirazione: insomma, un aiutino di non poco conto... In realtà il sospetto sul ciclista iberico aleggiava già da almeno un triennio, cioè dal coinvolgimento nell'Operacion Puerto, ovvero la più vergognosa pagina di storia dello sport spagnolo di tutti i tempi. Urge ricordare, infatti, che nelle liste 'proibite' erano menzionati ben 50 atleti giallo-rossi appartenenti alle più svariate discipline del Paese latino, tuttavia alla fine la giustizia spagnola archiviò tutto, facendo cadere la questione sotto silenzio. A pagare le colpe di tutti, chissà perché, furono solo Ivan Basso e Ian Ulrich, un italiano ed un tedesco. Il Comitato Olimpico spagnolo, invece, tende a coprire i casi di doping dei propri rappresentanti (ricordate l'emblematico caso Valverde?), cercando addirittura di sminuirne i coinvolgimenti (e quindi, indirettamente, auspicandone la pratica?). Tornando a Contador, ho sempre ritenuto 'sospette' le prestazioni del 27enne di Madrid, più che altro quelle degli scorsi anni, quando riusciva incredibilmente a staccare tutti in salita ed a rivaleggiare ad armi pari a cronometro con il fenomeno Cancellara... Ovvio che anche allora qualcosa non quadrava. Ora, però, auguriamoci che la giustizia faccia il proprio (giusto) corso: Alberto merita la revoca dell'ultimo Tour de France (tra l'altro vinto grazie ad un salto di catena di Andy Schlek) e la squalifica per 2 anni, come avviene per tutti i comuni mortali. Auspico che non ci siano trattamenti di favore da parte dell'Unione Ciclistica Internazionale e che la Federciclismo della Spagna non cerchi, ancora una volta, di coprire le ignominiose e spregevoli azioni dei propri corridori.
Federico Militello
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