Si era già assistito a delle contaminazioni tra carta e digitale con il «The New York Times» che nel riportare una notizia anche nella versione cartacea pochi mesi fa ha utilizzato un emoticon, quelle che normalmente chiamiamo “faccine”, nel titolo dell’articolo inserendo il simbolo del sorrriso invece della parola per indicare lo stato d’animo, l’umore appunto, delle persone.
Adesso un hastag, simbolo universalmente usato dagli utenti di Twitter per identificare un tema di conversazione, conquista addirittura la prima pagina di un quotidiano nazionale.
E’ il caso di «El Pais» di oggi che praticamente a tutta pagina, così come avverrebbe, avviene, normalmente sulla piattaforma di microblogging, titola #nimileuristas lanciando, coerentemente con il nuovo approccio strategico adottato di recente, un dibattito a tutto campo sulle reti sociali relativamente alla “generazione mille euro”, la generazione di giovani che, anche nel nostro Paese, è stretta nella morsa tra disoccupazione e precariato.
Si tratta indubbiamente della più viva testimonianza dell’influenza, del contagio, anche, di linguaggi tra media tradizionali e social media. Speriamo, finalmente, sia anche l’inizio di un utilizzo consapevole ed adeguato del mezzo da parte dei mainstream media. Sarà mia cura monitorare il dibattito seguendo, appunto, la tag definita.