Continua il delirio. Mr. B: “Accordo Fini-magistrati contro di me, c’è il documento”

Creato il 18 aprile 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
“Scena 1. Quirinale. Interno notte. Da un ingresso laterale, solitamente riservato alla servitù, entra (travestito da elettricista) un uomo con gli occhiali e la borsa degli attrezzi a tracolla. Uno spot lo illumina e rivela che si tratta di Edmondo Bruti Liberati, procuratore della repubblica di Milano. In una stanza segreta dell’ex palazzo dei Papi, lo attende Giorgio Napolitano in vestaglia da camera con fazzoletto tricolore nel taschino. L’appuntamento a tarda notte segna l’accordo definitivo fra i giudici milanesi e il capo dello stato per far fuori giudiziariamente Silvio Berlusconi, il più indagato e perseguitato politico italiano di tutti i tempi. Stretto il patto, il presidente e il procuratore stilano un documento che firmano con il sangue e richiudono in cassaforte lontano dagli sguardi e dalle curiosità indiscrete della pazza folla. Berlusconi, informato da un metronotte che si trovava a passare di lì per caso, denuncia pubblicamente il fatto e chiede l’impeachment del capo dello stato”. Con personaggi diversi, e tanto per far capire che quando si raccontano cazzate cambiando l’ordine dei fattori la cazzata resta tale, Silvio Berlusconi ha raccontato ai supporters del candidato sindaco di Milano, Letizia Moratti, quanto sarebbe accaduto fra Gianfranco Fini e una non meglio specificata associazione (o sindacato) dei magistrati. Il patto scellerato stretto fra il presidente della Camera e la magistratura sarebbe stato il seguente: “Finché resterò nel Pdl e sarò il presidente della Camera – avrebbe giurato Fini sui Diari tarocchi di Mussolini – farò in modo che non venga approvata nessuna legge che possa infastidirvi. Di contro voi mi assicurate di perseguire giudiziariamente Berlusconi in tutti i modi, pure per eccesso di velocità, fino alla sua caduta definitiva". Anche in questo caso il testimone sarebbe stato un “passante” travestito da giudice, che avrebbe prontamente informato Silvio dell’accordo stretto ai suoi danni e messo per iscritto. Ora. Ragioniamo un momento. Ma vi pare che un patto del genere, dal vago sapore sovversivo, due persone intelligentemente normodotate potrebbero mai metterlo per iscritto? Ma vi pare che se decidessimo di sopprimere una persona che ci sta sulle palle sottoscriveremmo un contratto con il killer incaricato e pagato per sopprimerlo? Questo fatto sta a testimoniare due cose. La prima è che per Berlusconi, da buon affarista quale è, tutto va contrattualizzato, scritto e controfirmato, anche l’indicibile e l’innominabile. La seconda è che è davvero arrivato alla frutta se deve inventarsi balle tanto colossali per restare a galla. La fregatura è che Sallusti, Belpietro, Fede, Minzolini e Ferrara gli credono a prescindere, basta alzare il prezzo delle prestazioni. Insomma Silvio si sente stretto all’angolo e, malato di paranoia compulsiva ossessiva com’è (parole della ex moglie non nostre), cerca di uscirne in tutti i modi leciti e non, volgari e non, credibili e non ma con scarsi risultati. Gli ultimi sondaggi della Ipr Marketing per Repubblica, ci dicono infatti che la fiducia nel premier da parte degli italiani si è dimezzata dal 2008, anno della sua massima gloria. Passati dal 62 al 31 per cento, i numeri testimoniano che solo un terzo degli italiani ha ancora fiducia nel presidente del consiglio mentre il 58 per cento nutre “poca o nessuna fiducia” nella sua politica e nella sua persona. In calo anche il governo e, per la prima volta, i ministri che lo compongono. Ma il risultato più sorprendente del sondaggio è che il centro sinistra (Pd, Idv, Sel, Psi, Verdi e Radicali) supererebbe per la prima volta il centrodestra anche se di un misero 0,5 per cento. Stiamo correndo il rischio che, pur nella assoluta mancanza di iniziativa politica del centrosinistra, Berlusconi freghi se stesso con le sue mani, che alla fine è l’unico modo di batterlo. Pensiamo per un momento se nel centrosinistra invece di Veltroni che flirta con Pisanu, di Bersani che rincorre Casini anche al cesso, di Renzi che continua a frequentare Arcore nelle sue gite domenicali con la famiglia, di D’Alema che parla solo con la sua immagine riflessa nello specchio, di Di Pietro che continua a litigare allegramente e costantemente con l’italiano e di Vendola che imperterrito recita la parte del poeta della politica, ci fossero una o due persone dotate di palle cosa mai potrebbe accadere. Se nonostante tutto Berlusconi è dato in caduta libera vuol dire una sola cosa, che gli italiani non ce la fanno più ad ascoltarlo e non ne possono più del suo regno mignottocratico al di là del sesso, del colore della pelle, della religione, dell’età e del buon gusto. Alla fine saranno gli italiani a mandarlo a casa propendendo, ancora una volta, per il meno peggio. State su italiani e votate Antonio.
NB. L’articolo 289 del codice penale recita: “È punito con la reclusione da uno a cinque anni, qualora non si tratti di un più grave delitto, chiunque commette atti violenti diretti ad impedire, in tutto o in parte, anche temporaneamente:
1) al Presidente della Repubblica o al Governo l'esercizio delle attribuzioni o delle prerogative conferite dalla legge;
2) alle assemblee legislative o ad una di queste, o alla Corte costituzionale o alle assemblee regionali l'esercizio delle loro funzioni”. 
Basta per mandare Silvio in galera o no?

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