Continua la propaganda del Fatto Quotidiano contro il Pd. Si sa che nel Pd la maggioranza sono ex comunisti ed i titoli maliziosi servono per la campagna in favore del Movimento di Grillo. Il colto nel Fatto.
Creato il 16 aprile 2012 da Slasch16
Il titolone di oggi: Pd, dallo Stato riceve 200 milioni, ma ai circoli finiscono solo le briciole è la prova evidente che anche gli ex giornalisti dell’Unità non sanno, o fingono di non sapere, come funzionavano le sezioni ai tempi del Pci.
Tutto va bene al Fatto Quotidiano pur di fare l’antipolitica,alle volte qualunquista, sullo stile di Grillo.
Per entrambi vale la filosofia che tutto il male è nella politica, nei partiti e quindi il capitalismo sfruttatore e parassita è l’unica strada percorribile con qualche ritocco.
Si sa che Travaglio e Grillo da sempre giocano a tennis rilanciandosi la palla della propaganda da un lato all’altro, dal sito di Grillo alle prime pagine del fatto e viceversa.
Più la pallina rimbalza e la si vede volare da una sponda all’altra e più la propaganda fa il suo effetto, ottiene il suo scopo, seminare l’antipolitica e la lotta ai partiti salvando solo chi non si dichiara un partito ma ha la stessa struttura di Forza Italia o della lega, il movimento al servizio di una persona.
Solo una piccola parte dei fondi del partito finisce alle “sezioni” sul territorio. Anzi, spesso i soldi delle tessere servono a mantenere le strutture regionali.
Queste due righe sono nel sottotitolo dell’articolo e sono quelle che manifestano in tutta evidenza la malafede del fatto. Se non è malafede è ignoranza ma non credo che persone così intelligenti ed istruite, che hanno scritto decine e decine di libri non sappiano come funzionavano le cose, nel caso fosse così potrebbero chiedere a Padellaro che ha diretto anche l’Unità, anche se dopo la fine del Pci.
Comunque la strategia è questa, 5 articoli sul Movimento 5 stelle di Grillo con tanto di incenso e almeno uno sul Pd con il titolo malizioso e deviante che lascia intendere quello che non è, la politica è spèorca e fa male alla pelle.
Certamente non sarò io a scrivere peana in favore di Bersani o del Pd, quello che ho da dire lo dico senza problemi, se qualcosa non mi va lo scrivo immediatamente. Problemi ne hanno certamente specialmenta da quando hanno voluto allargarsi al centro e ne sono rimasti inquinati, detto questo l’informazione deve essere libera ed onesta ed il titolo del Fatto insinua, maliziosamente, qualcosa che non c’è o che c’è sempre stato, le piccole sezioni che sono in difficoltà.
Se Padellaro non l’ha spiegato ai suoi giornalisti, o a Travaglio, lo racconto io come funzionava il finanziamento del Pci che, per essere chiari, è sempre andato dal basso verso l’alto e non viceversa, almeno per il 70% il flusso era verso il partito e non verso le sezioni che oggi chiamano circoli.
E’ solo per questa ragione che di seguito ripubblico un post che ho scritto tempo fa nel quale racconto come funzionavano le cose all’interno del Pci, come agivano i militanti senza toccare le eventuali devianze o ruberie individuali che sono state una minima parte.
Pubblicato il 19 febbraio 2012 da slasch16 | Modifica
La sezione dov’ero iscritto io era stata acquistata dai compagni firmando cambiali negli anni 60 era un locale di fianco al Circolo di sinistra e Sesto San Giovanni ne aveva parecchi di circoli, comprati dai soci, sia di sinistra che di area cattolica. Esistono ancora.
Partiamo dal tesseramento per spiegare a chi non sa ed a chi finge di non sapere giocando nel torbido come funzionava il tesseramento.
La direzione del partito mandava un documento dove c’era scritto, faccio un esempio del metodo le cifre alla lira non le ricordo, la tessera quest’anno ha un costo di 10.000 lire.
Insieme al documento arrivavano le tessere, noi avevamo 600 iscritti forse più che meno, e partiva il tesseramento se ricordo bene da ottobre, novembre in su.
La tessera non veniva rifiutata a nessuno, c’erano pensionati che davano quello che potevano, 3000, 5000, lire e c’erano quelli che davano molto di più coscienti del fatto che andavano a coprire i costi di chi non poteva.
Noi eravamo abbastanza bravi, avevamo iscritti di tutti i tipi, impiegati, pensionati, lavoratori, artigiani, laureati e c’era chi senza problemi faceva la tessera da 50 o 100 mila lire.
Durante il tesseramento si facevano diversi versamenti al comitato cittadino ed una volta chiuso il tesseramento si chiudevano i conti. La mia sezione, l’amministravo io, versava i suoi 6.000.000 di tesseramento ed resto, ripeto eravamo bravi ed incassavamo di più, veniva trattenuto in sezione per le spese, luce, riscaldamento, manifesti ,iniziative varie nel quartiere.
Nel quartiere si tenevano due feste dell’Unità e per un mese lavoravano centinaia di persone gratuitamente, una settimana per il montaggio degli stand, due fi festa ed una settimana per smantellare il tutto.
Per trasportare gli stand ci servivamo di compagni artigiani o imprenditori che avevano i camion o i furgoni, qualcuno addirittura mandava i suoi dipendenti, pagati da lui, per montare gli stand.
Poi cercavamo di vendere gli spazi pubblicitari, certamente in prima fila c’era la Coop che con regolare ricevuta pagava l’affitto dello stand, è ovvio che era un finanziamento ma di occulto non aveva niente. C’erano che concessionarie auto che prendevano gli stand e ci mettevano le loro auto con i venditori, c’era il piccolo artigiano che esponeva i suoi prodotti, quello che costruiva porte blindate, allora erano una moda necessaria, e faceva la sua bella esposizione di modelli.
Poi c’era il ristorante di 300 posti, più o meno, e le donne che facevano da mangiare, le tagliatelle a mano, i piatti tipici delle loro regioni e l’immancabile salamella alla griglia, l’addetto alla griglia era un metalmeccanico tornitore.
Tutti, compresi quelli che facevano il turno di guardia alla notte, lavoravano a gratis, mettevano a disposizione la loro auto per andare a fare la spesa e quello del pesce surgelato ci faceva un forte sconto perchè lasciava per un mese in bella vista il suo furgone frigorifero con tanto di pubblicità.
L’unico benefit che avevano i volontari era lo sconto sul pasto e, dato che ci conoscevamo molto bene tutti quanti, si faceva direttamente alla cassa.
Terminati i festival di quartiere si andava tutti, o quasi, a lavorare a quello provinciale, regionale o nazionale di Milano, detratte le spese vive il resto veniva quasi tutto versato al partito, ovviamente una piccola quota veniva trattenuta dalle sezioni per la sopravvivenza, soprattutto le più sfortunate o più povere.
Il bilancio veniva discusso pubblicamente nella sede del Cittadino, come chiamavamo noi la sede del partito di Sesto san Giovanni.
E’ ovvio che con i sacrifici e le cambiali di migliaia di compagni il Pci si è comprato sedi, circoli, immobili ed il tutto veniva relazionato pubblicamente a tutti i cittadini in assemblee aperte a tutti, anche ai non iscritti.
Avrebbero potuto partecipare anche i giornalisti del Fatto, Corriere, Libero, Giornale e Repubblica. Cito anche il fatto anche se non esisteva perchè qualche giornalista dei loro era nel Pci come me.
Questo avrebbe risparmiato all’informazione di regime italiana di scrivere cazzate per decenni, da Mani Pulite in su.
Io ho conosciuto nei miei anni di partecipazione attiva con incarichi in sezione ed i quartiere della gente meravigliosa e non sarà qualche mela marcia a farmi cambiare idea.
Per adesso mi fermo qui, da raccontare ne ho ancora.
Il compagno G: “Viva Mani pulite, abusi a parte” Primo Greganti: “volevano tirarci dentro, ma il Pci era diverso”
Questo mutuo soccorso dell’antipolitica tra Grillo e Travaglio mi infastidisce, ad ogni fine di trasmissione su Current Tv Travaglio ringraziava Grillo dell’ospitalità sul suo sito web sembrava una marchetta e continua sul giornale.
Lo scrivo non perchè siano complici di un qualche disegno ambiguo di interessi ma perchè ritengo che sia Grillo che Travaglio, pur forniti di una onestà intellettuale che li spinge a combattere il malaffare e la cattiva politica, abbiano un vizio di fondo che, per me, è insopportabile e cioè che nasce, si alimenta e prospera all’interno di una politica di destra che non mette mai in discussione il capitalismo in se.
Anche quando muove qualche critica al sistema imperante si parla di azionisti truffati ma mai di lavoratori, salvo in qualche occasione quando serve per fare l’occhiolino ai giovani, ai lavoratori, alla massa per convincerli che la politica è una cosa sporca, deleteria, ed è meglio affidarsi ad un capo unico che scomunica ed espelle chiunque abbia una veduta diversa dalla sua.
Insomma Grillo è una versione riveduta e correta di Berlusconi e Bossi, non conosce le fabbriche ed i luoghi di lavoro e fa battaglie di principio che non spostano di un millimetro le forze in campo, destabilizza la politica ma consolita il sistema capitalistico parassita e speculatore.
Fingere di rinnovare per non cambiare niente, fingere una politica nuova per tornare indietro di cento anni.
Quanti soldi versa ai circoli del Movimento 5 stelle Grillo?
Io, nel mio piccolo, ho spiegato come funzionava nel Pci aspetto che qualcuno del fatto mi speghi come funziona nel movimento/partito di Grillo.
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