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Continuavano a chiamarlo microblogging

Da Kobayashi @K0bayashi

Si fa fatica a chiamarlo microblogging. Perché di micro, esclusi i 140 caratteri a disposizione per ciascun messaggio, in Twitter (che proprio oggi compie 5 anni di vita) c’è davvero poco. A partire dai numeri, che parlano da soli. Se decidessimo, esattamente in questo momento, di aprire un nuovo account sul sito dell’uccellino azzurro saremmo in compagnia, mediamente, di oltre 460mila persone che nella stessa giornata, in tutto il mondo, hanno compiuto un’azione simile.

Tale è, infatti, il trend di crescita del fenomeno Twitter: oltre 200 milioni di iscritti, trainati dal successo del segmento di chi lo utilizza in mobilità (+182% nell’ultimo anno), capaci di raggiungere un picco assoluto di 6,939 messaggini al secondo a inizio 2011, 4 secondi dopo la mezzanotte di Capodanno in Giappone. Ci vuole una settimana, al ritmo attuale, affinché dalle pagine del sito transitino un miliardo di tweet, alla media di oltre 140 milioni al giorno.

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Uno strumento che, nonostante fosse nato per tutt’altro scopo, ha cambiato il modo di comunicare diventando fondamentale nel mondo della comunicazione e aprendo la strada a modalità tutte nuove di fare informazione. Arricchendosi di funzionalità sempre nuove e multimediali (prima solo testo, poi link, foto e video embed) è stato capace nel tempo di adattarsi a ogni situazione fornendo una piattaforma dalla velocità e adattabilità senza eguali.

Non sarà stato il fattore scatenante delle rivolte nel nord dell’Africa o delle proteste dell’Onda Verde in Iran, come qualcuno – forse troppo entusiasticamente – ha fatto passare su alcuni mass-media, ma non si può nascondere il valore sempre crescente di amplificatore per dare una voce a chi finora non ne aveva mai avuta una o di moltiplicatore esponenziale (e in modo tutto sommato assai semplice, sia dal lato dell’emittente che da quello del destinatario) della potenziale audience di un singolo. Testimonianze, immagini e notizie sono arrivate, anche attraverso Twitter, alle redazioni delle maggiori testate internazionali e da qui rilanciate in tutto il mondo.

Buon compleanno, Twitter!


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