La sonda Dawn della NASA il prossimo 6 marzo entrerà in orbita attorno al pianeta nano Cerere.
Manca davvero poco all’arrivo della sonda Dawn della NASA a Cerere.
Lo scorso 2 marzo la NASA ha pubblicato nuove immagini di Cerere catturate dalla sonda man mano che si avvicinava al pianeta nano. Si tratta della prima sonda a entrare in orbita attorno a un pianeta nano del nostro Sistema Solare. Un evento storico, certo, e la nostra mente corre subito a quello di Rosetta dell’ESA, al suo avvicinamento alla cometa 67P nell’agosto 2014 e con l’entrata in orbita attorno alla cometa, con lo sganciamento di Philae a novembre 2014 e con il massimo avvicinamento del 14 febbraio 2015a soli 6 chilometri dalla superficie.
Cerere, membro della Fascia Principale degli Asteroidi tra Marte e Giove, e’ stato definito pianeta nano nel 2006, durante la famosa assemblea generale dell’International Astronomical Union (IAU) che declassò Plutone a pianeta nano e nominò anche Eris pianeta nano. Questi ultimi due oggetti appartengono entrambi alla Fascia di Kuiper, oltre Nettuno.
Cerere ha una storia un poco curiosa. Fu scoperto dall’italiano Giuseppe Piazzi, astronomo e sacerdote, proprio il primo giorno dell’anno del 1801. Un anno nuovo celebrato senza dubbio alla grande per chi ama il cielo e lo scruta di continuo, come faceva Piazzi. Cerere e’ piuttosto grande, e’ il più grande fra gli oggetti della Fascia Principale perché la sua massa e’ circa un quarto di quella totale dell’intera Fascia. Grande rispetto a questi oggetti, un piccolino se confrontato con Plutone, dato che quest’ultimo e’ circa 14 volte più massiccio.
Due immagini di Cerere prese dalla sonda Dawn della NASA da una distanza di 52 mila chilometri lo scorso 12 febbraio. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDAIl viaggio della sonda Dawn e’ durato ben sette anni e mezzo. Nel suo viaggio ha fatto tappa attorno a Vesta, rivelando dettagli mai visti prima. E’ emerso che il pianeta nano Vesta era completamente fuso in passato, formando successivamente un corpo stratificato con un nucleo di ferro. La sonda ha anche rivelato le cicatrici di una collisione titanica che Vesta deve aver subito nel suo emisfero meridionale sopravvivendo non ad uno, bensì a due effetti colossali negli ultimi due miliardi di anni. Senza la missione Dawn, i ricercatori non avrebbero potuto conoscere le drammatiche vicende su Vesta, date dalle increspature dei due impatti che si osservano nelle regioni polari meridionali.
Ora ci si aspetta molto da questo appuntamento con Cerere: rispondere alla natura delle due macchie bianche, che si sono osservate sulla sua superficie nei mesi scorsi, grazie allo spettrometro di bordo VIR, realizzato dall’INAF-IAPS di Roma sotto la supervisione di Maria Cristina De Sanctis, e anche i geyser giganti che la sonda Herschel della NASA sembra aver osservato sulla sua superficie.
Le ultime immagini, a dire il vero, mostrano numerosi crateri e degli spot molto luminosi che, probabilmente, sono legati alla sua formazione ma che devono essere spiegati dai ricercatori. Inoltre, un’altra domanda e’ capire se vi e’ un’evoluzione superficiale, ossia se nel corso del tempo la superficie di Cerere cambia o meno. Man mano che la sonda descriverà una sorta di spirale sempre più vicino alla superficie si cercherà di capire se vi sono segni di variazioni sulla sua superficie e quindi la presenza di un’attività’ geologica.
Questo permetterà di aprire una sorta di finestra sui primi capitoli del nostro Sistema Solare. I dati scientifici che arriveranno saranno senza dubbio di grandissimi valore e permetteranno di comprendere meglio l’evoluzione del nostro Sistema Solare.
La sonda Dawn ha iniziato il suo avvicinamento finale verso Cerere nel dicembre scorso. Il 25 gennaio ha fornito le prime immagini a grande risoluzione del pianeta nano che potete trovare qui.
In questo video si osserva la superficie di Cerere coperta di crateri di varie dimensioni e forme in un’animazione della NASA, ottenuta grazie alla mappatura del pianeta nano compiuta dalla sovrapposizione di più immagini ottenute lo scorso 19 febbraio a una distanza di 46 mila chilometri e proiettate su un globo. Una stima della sua rotazione, piuttosto lenta, e’ di circa nove ore. Un grande bacino di circa 300 chilometri e’ visibile nella parte a sud dell’equatore, con un interno non molto profondo, con un orlo debole e con dei tumuli in bassorilievo al suo interno. Diversi punti luminosi sono stati osservati, in particolare come abbiamo già accennato sopra, due spot molto luminosi al centro di un cratere troppo piccolo per poter essere risolto a questa distanza, quindi la sua vera luminosità non e’ ancora del tutto nota.
Dawn nei prossimi giorni svelerà molto di questo pianeta nano ma a sua disposizione, avrà un tempo estremamente lungo. Dotata di motori a ioni con i quali gli scienziati controllano l’assetto della sonda, solo l’esaurirsi dell’idrazina proclamerà la fine della missione. Dopodiché Dawn continuerà ad orbitare attorno a Cerere per un tempo indefinito. I dati verranno comunicati solo verso fine aprile. Non sarebbe possibile orbitare ed esplorare questi mondi senza la propulsione a ioni. Dawn sfrutta questa tecnologia innovativa per offrire grande scienza con un piccolo budget.
Studiando Vesta e Cerere si avrà una migliore comprensione della formazione del nostro Sistema Solare, in particolare dei pianeti terrestri e soprattutto la nostra Terra. Questi due oggetti sono i mattoni fondamentali che hanno formato anche Venere, Terra e Marte. I corpi simili a Vesta si pensa abbiano contribuito pesantemente al nucleo del nostro pianeta; corpi simili a Cerere invece si pensa ne abbiano fornito l’acqua.
Sito web di Dawn – NASA: http://dawn.jpl.nasa.gov/
Sito web della sonda Herschel –NASA: http://www.nasa.gov/mission_pages/herschel/
Fonti:
Media INAF: Cerere in vista, quattro giorni al traguardo
NASA-Dawn – NASA Spacecraft Nears Historic Dwarf Planet Arrival