Cammino sul prato dove c’era la mia baracca, conto i passi, trovo il luogo dove stavo sdraiato a meditare: sul passato, sulla fame, sulla responsabilità. Mi guardo intorno, le pecore pascolano tranquille, non ci sono cani né pastori; l’autunno è nei suoi colori più belli; è un paesaggio pastorale: sembra impossibile che qui sessant’anni fa c’erano fame, morte, miserie, urla di comando.
Ora voglio anch’io mangiare una mela, una piccola mela rossa del Lager I|b: mi sembra un dono che la natura mi offre come diritto, come risarcimento di tanta non-natura patita.Mario Rigoni Stern, da Aspettando l’alba.
In Aspettando l’alba la scrittura di Mario Rigoni Stern raggiunge vertici di armonia e finezza non comuni.