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Contos de panchina. O del sogno… sognato.

Creato il 09 febbraio 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

450px-Biegelbankjedi Enrico Porqueddu. Non è sempre facile distinguere o dividere il  sogno dalla realtà. Si crede di passeggiare per le strade della propria città, evitando o tentando di catturare sguardi, di stare seduto su una panchina, occhieggiando quella stangona che se ne sta a occhi chiusi, seduta sulla panchina accanto per cui è un sogno immaginare che possa accorgersi di te.

Nel frattempo un tizio in là con gli anni ti si siede vicino, sfoglia il suo giornale e comincia a commentare a voce alta, procurandoti un certo fastidio. Non trascorre molto tempo che ti si rivolge chiedendo che giorno è oggi egli rispondi che è il 1° di febbraio 2013 e lui trasecola quasi, aggredendoti e dicendo che, invece, è il 21 di marzo, primo giorno di primavera di quest’anno che corre.

Ci rimani secco e gli suggerisci di guardare la data sul giornale che ha tra le mani.

Accetta e poi conferma: 21 marzo 2013!. Ti porge il giornale, tu verifichi e riconosci che il tizio ha ragione. Ma, allora, dove sono stato dal 1° febbraio ad oggi? A letto, sognando, per esorcizzare la data fatidica del 24/25  febbraio.

Le elezioni anticipate sanno sempre di molto fumo e poco arrosto e seguendo le varie performance di politici improvvisati, di venditori di chiacchiere, di imbonitori di mestiere mi son beccato la solita cefalea.

Saltellando da un canale televisivo all’altro ho collezionato una serie di delusioni che mi hanno ridimensionato come uomo e come pensatore, oltre ché come elettore.

Non sto di certo qui ad almanaccare tutte le negatività, le supponenze, le vuotaggini di certi candidati di questo o quel partito, la loro inconsistenza dialettica e l’assenza di preparazione politico-sociale, storica e culturale.

Tutti quei bambolotti truccati alla Berlusca mi hanno colpito e in negativo ed ecco il motivo di quella lunga permanenza a letto, fra le braccia di Morfeo. Ed è stato proprio quello stato di incoscienza, ovvero addormentato, che mi ha regalato, forse, il sogno più bello della mia vita.

Il tizio anzianotto seduto in panchina, col giornale targato 21 marzo, è stato ospite graditissimo della mia mente per circa un mese e in quel circa in Italia c’è stata una rivoluzione insperata.

Alla guida del Paese è stata chiamata una coalizione di autentici democratici, di gente che apprezza e rispetta l’altrui opinione, che ha considerazione per le classi più deboli, che si muove per creare lavoro, che pensa, con costanza e coerenza, a risollevare l’economia e che, alla fine, aborre parlarsi addosso. Il Parlamento sta funzionando seguendo queste coordinate, quasi meraviglia!

Come primo atto, bando alle improvvisazioni, tutto deve essere programmato in modo scientifico. Nulla è concesso a chi non ha l’inclinazione e la passione per la politica. Il Parlamento deve operare secondo i canoni che distinguono un’impresa, che fa produzione, che fa  affari, che tiene in ordine il proprio bilancio, che provvede alla salvaguardia aziendale e sa  rispettare i lavoratori.

Ecco, in poco meno di un mese, la politica italiana s’è fatta una bella doccia di serietà, di entusiasmo, di impegno. Le famiglie hanno incominciato a rimettere in moto il motore della ripresa e della fiducia in chi amministra il bene pubblico.

Un sogno!..già!, un sogno!, di quelli che si ricordano davvero, che non ti escono più dalla mente. E fra una giravolta e l’altra, dentro le lenzuola, mi apparivano figure così dette politiche che avevano terrorizzato la mia realtà, quella fuori dal letto.

Chi era finito al governo? Non lo dico. Chi era il Capo del governo? Non lo dico. Chi era il trionfatore del 24/25 febbraio? Non lo dico. Quali i partiti vincitori? Non lo dico.

Dico solo che, finalmente, l’Italia ce l’ha fatta! Ha riconquistato il suo orgoglio nazionale, la sua dignità e la considerazione internazionale. Sognare fa bene. Sognare è il primo gradino della realtà  perché quando ci si sveglia si hanno le idee chiare e si può programmare la giornata.

E se la realtà è cupa, allora, maggiore deve essere la reazione.

Da un capo all’altro del nostro stivale c’è questa voglia di riscatto. Per quanto la gente sia assediata da ladroni, affaristi di basso profilo, manipolatori della politica, sente questo pungolo, per creare una nuova Italia di persone per bene, serie, impegnate, lavoratrici.

Ma è anche questo un sogno?

Se nel sogno di un mese fra le lenzuola ho sognato tutta questa rivoluzione vuol dire che qualcosa ancora si muove nel cuore degli italiani.

Capisco che sia avventuristico crogiuolarsi in simili onirici segmenti di pensiero ma ho anche chiara la percezione di quanto chi vive nella cultura, nell’arte, nella poesia, tutta italiana, non possa non accettare il mio invito ad andare a letto e predisporsi al sogno di una Nazione che merita ben altra classe politica, ben altri uomini, ben altra impostazione socio-culturale e politica.

Bene, da oggi al 24/25 febbraio, tutto è possibile per arrivare al 21 marzo, la data impressa sulle pagine del giornale che il tizio già anziano, seduto in panchina, sfoglia, commentando ad alta voce.

Ecco, facciamo sentire la nostra voce, forse saremo in grado di eliminare certe stonature della politica di casa nostra e ho detto solo stonature…

 Featured image, panchina, autore Victor van Werkhooven, own work, source Wikipedia.

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