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Contratto di solidarieta’, bye bye

Creato il 27 novembre 2012 da Ciro_pastore

CONTRATTO DI SOLIDARIETA’, BYE BYE CONTRATTO DI SOLIDARIETA’, BYE BYE Azienda, sindacati e lavoratori sono tutti concordi nel far abortire il contratto di solidarietà Tutta la strategia che aveva portato alla dichiarazione degli esuberi fra gli amministrativi del Gruppo EAV (circa 200 lavoratori) sta abortendo ancor prima di nascere. Infatti, i fatti traumatici di questi ultimi giorni (fallimento EAVBUS) hanno convinto tutti che le risorse economiche disponibili nel Fondo di Solidarietà, nato dall’Accordo del 16.12.2011, dovranno essere utilizzate per coprire le emergenze e, quindi, non potranno più essere dirottate a copertura dei contratti di solidarietà. L’evento traumatico ha costretto tutti (azienda e sindacati) a trovare una exit strategy che consenta, a ciascuna parte in causa, di uscire decorosamente da una situazione che rischiava di diventare veramente incresciosa. Ma andiamo con ordine. Le risorse economiche che si intendeva utilizzare a copertura dei contratti di solidarietà, ora dovranno essere dirottati verso la soluzione del fallimento EAVBUS e, in subordine, per finanziare il contratto di solidarietà di CTP. Il contratto di solidarietà in CTP, infatti, era stato siglato in anticipo rispetto alla stessa dichiarazione dello stato di crisi del settore ed anche ben prima dei due decreti ARLAS, con cui si disciplinano gli incentivi per l'esodo dei lavoratori del trasporto pubblico locale e/o per l'adozione dei contratti di solidarietà. Ora, quei soldi - ammesso che ci siano in cassa - non potranno più finanziare i contratti di solidarietà in EAV, ramo ferro. In fondo, il danno non è notevole, visto che erano un semplice escamotage per usufruire di un risparmio secco sul costo del lavoro di una parte di lavoratori, ben poco incisiva sui livelli di produttività, cioè gli amministrativi che sono da sempre vittime designate, quasi una zavorra inutile da mettere sul tavolo delle trattative sindacali come contropartita a "costo zero".  Ed allora, se così stanno le cose, che si fa ora della strategia sbandierata con tanto vigore solo qualche settimana fa? Come si fa, insomma, a fare dietrofront, ma evitando la figuraccia del ritiro degli esuberi e, allo stesso tempo, recuperando internamente le risorse che si potevano "risparmiare" con il contratto di solidarietà? Quelle risorse su cui si faceva tanto affidamento per avere un po' di soldi freschi da destinare alle manutenzioni e, magari, a risolvere qualche vertenza in atto con altre categorie di lavoratori? Pensa che ti ripensa, ecco che spunta fuori - come proposta sindacale - un'ipotesi di riqualificazione "forzata" di circa 40 (ma forse solo 25/30) amministrativi, da ricollocare in quei posti in cui esistono carenze. Ovviamente, per edulcorare la proposta, si tenta di addolcirla con un insolito, e poco realizzabile, diritto di reversibilità o, meglio, di prelazione. In sostanza, agli amministrativi che verranno avviati ad altra mansione, sarà data la possibilità di ritornare a ricoprire un posto nel Palazzaccio di Direzione non appena se ne dovesse liberare qualcuno per esodo, quiescenza o altre, non augurabili, "cause naturali". Fatto salvo questo ultimo caso, però, i posti disponibili per la "reversibilità" saranno ben pochi, almeno per i prossimi 7/8 anni. Quindi, in concreto, la reversibilità sarà più un'enunciazione di principio che un vero e proprio diritto esercitabile a breve.  L'azienda, come è nel naturale gioco delle parti, davanti a questa proposta sindacale, nonostante sia vantaggiosissima, inizialmente opporrà debole e fittizia opposizione. Ma come, penserete voi, i sindacati propongono una ricollocazione forzata che risolve in maniera definitiva e strutturale un problema di cattiva allocazione delle risorse umane, che l'azienda stessa aveva contribuito negli anni a determinare, ed invece di fare salti di gioia e firmare seduta stante l'accordo, l'azienda fa pure la "zita pretenziosa" e prende tempo per pensarci? Beh, il motivo c'è, e non è di poco conto. Manifestare troppo entusiasmo per la proposta sindacale non darebbe modo di esercitare l'altra opzione contenuta implicitamente nel revocare gli esuberi e il tanto temuto contratto di solidarietà. Infatti, far passare l'accoglimento della proposta sindacale come una "gentile concessione" consentirà all'azienda di sostenere la politica di austerity (zero straordinario e forte riduzione delle diarie) da applicare ai residuanti amministrativi che, soddisfatti per lo scampato pericolo, saranno sicuramente più malleabili e maggiormente produttivi. I sindacati, da parte loro, avranno ottenuto un'insperata vittoria e, in fondo, avranno "sacrificato" solo una parte minoritaria dei lavoratori (quelli costretti a cambiare mansioni). Ma anche chi cambierà, però, c'è da giurarci, non impiegherà molto tempo per capire che restare a fare gli amministrativi non aveva più senso, visto che il taglio dei benefit (straordinario, diarie e tornelli chiusi) non ne garantisce più la complessiva desiderabilità. A questo, va aggiunto, peraltro, che ai transfughi verranno garantite qualifica e livello retributivo. Anzi, probabilmente, la migrazione coatta schiuderà loro degli orizzonti inimmaginabili, in cui ben presto si apriranno i cordoni della borsa degli straordinari e, soprattutto, per alcuni di loro, anche un percorso di carriera insperabile fra gli amministrativi che restano, pur sempre, una categoria a "rischio estinzione". Gli amministrativi superstiti, d'altra parte, rasserenati dal pericolo scampato (questa volta davvero hanno rischiato brutto), si getteranno anima e corpo nel lavoro, con una dedizione ed una fedeltà all'azienda, smarrita da anni. Come si vede, con questa soluzione tutti vincono e nessuno perde (almeno apparentemente). Ogni parte coinvolta ci guadagna qualcosa, o quanto meno preferirà crederlo. Di sicuro chi ci guadagna maggiormente è proprio l'azienda che recupera lavoratori a mansioni con maggiore margine di produttività, risparmia sul costo delle sostituzioni e, infine, innalza anche il livello di produttività dei finora recalcitranti amministrativi. E dire che il sottoscritto aveva suggerito più volte questa soluzione come quella più ovvia e razionale, ma come sempre siamo dovuti arrivare agli sgoccioli per farla accettare. Non c'è che dire, però, dovesse riuscire questa impresa, qualcuno ai piani alti del Palazzaccio si vanterà di aver messo a segno un colpo di genio ma, forse, è solo una gran botta di... culo. Il Signore degli Agnelli

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