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Sarà per caso una nuova Calciopoli, Tangentopoli o Manipulite? Anche quest’anno il calcio, e per la maggior parte il grande calcio, fa parlare di sé. Ancora una volta è la gestione fiscale ad essere sotto il mirino della magistratura: bilanci non troppo trasparenti e contratti sui generis. È proprio su questi che di recente la Guardia di Finanza di Napoli sta indagando per far luce sul profilo tributario di 41 squadre italiane, 37 delle quali di grande risonanza nel panorama calcistico del “Bel Paese”. L’indagine è scattata recentemente per ordine di un team di primo livello, guidato dal procuratore aggiunto Melillo in collaborazione coi sostituti Ardituro, Capuano, De Simone e Ranieri. Un pool che su questo campo ha già lavorato in passato, collaborando in parte al fascicolo di Calciopoli 2006. Nel pomeriggio di ieri tutte le società di serie A e parte di quelle del campionato minore sono state state raggiunte dalle Fiamme Gialle per acquisire documenti utili alle indagini. Un’acquisizione che, a detta della stessa procura, non dev’essere fraintesa nei termini di una perquisizione in grande stile. Sebbene non si voglia da subito andare sul pesante, il reato ipotizzato non è certo lieve. Si parla, pertanto, di una situazione gravissima negli aspetti propri di una truffa organizzata, giacché si parlerebbe di “associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale internazionale, false fatturazioni e riciclaggio”. Insomma, uno scenario da autentica piovra, dal momento che è verosimile prevedere come i tentacoli di questa maxitruffa abbiano probabilmente inficiato numerosi altri contesti al di fuori del calcio.
Un’indagine questa che ha visto la luce già otto mesi fa, in merito ad oscuri contratti fra calciatori e procuratori, che è stata in seguito riesumata dopo che le Fiamme Gialle hanno rinvenuto ulteriore documentazione a carico del procuratore Alejandro Mazzoni e Alessandro Moggi, ex patron di Gea World, nonché figlio dell’ormai noto alle cronache Luciano Moggi. Dagli esordi, tuttavia, l’indagine ha ben presto allargato il proprio perimetro, fino ad inglobare i profili di 50 calciatori famosi e 41 squadre di calcio dalla notevole risonanza mediatica. Attualmente si sta indagando sull’intreccio esistente fra Italia e Sud America, senza del resto tralasciare eventuali altri paradisi fiscali dove la truffa potrebbe risultare piuttosto radicata. Inoltre, conoscendo ormai bene il contesto sportivo, non si ha da dimenticare che reati come l’evasione fiscale e il riciclaggio si sono nel tempo infiltrati anche in altri sport minori. La ragione di fondo, che avrebbe di per sé aperto l’indagine otto mesi fa, sarebbe da ricercarsi nelle dubbie strategie di tassazione dei contratti, che a dirla senza troppe parole, sarebbe stata puntualmente raggirata dalle società. In altri termini, sarebbero state sottratte ingenti quantità di denaro al fisco, semplicemente non facendo figurare all’interno dei contratti depositati in Lega Calcio i proventi di compravendite ed emolumenti. Questa almeno sarebbe la richiesta inoltrata dalla magistratura alle sedi centrali delle società di calcio: “Accertamenti sulla documentazione per ipotesi di condotte finalizzate all’evasione dell’imposta sui redditi e, più in generale, condotte elusive delle regole di imposizione tributaria in relazione all’attività di intermediazione dei procuratori in favore dei calciatori”. Gli accertamenti che seguiranno dovranno dunque far luce sulle somme versate – in forma evasiva all’estero – e successivamente rientrare in Italia, con la probabilità che siano state poi reinserite per favorire operazioni illecite.Al centro delle indagini, dunque, sarà posto il giro d’affari plurimilionario di numerose società calcistiche, che sembra si siano del tutto alleggerite del fisco e del versamento dei tributi.
Articolo di Stefano Boscolo