ROMA – Dopo le cellule staminali contro le rughe arrivano riso, soia, grano e piselli fermentati e neurotrasmettitori.
Alle creme di bellezza a base di staminali, che contengono nel 90% dei casi cellule di derivazione vegetale e nel 10% anche di origine umana, si affiancano ora sostanze di nuova generazione, ricavate con processi di fermentazione biotecnologica verde. Si tratta di processi che permettono di produrre ingredienti a migliore attività biologica, nel pieno rispetto dell’ambiente, facendoli fermentare in incubatori.
I nuovi biocosmetici fermentati contengono cocktail di sostanze vegetali come soia, riso, grano, pisello e gingko biloba, ottenuti attraverso digestione enzimatica, per esempio grazie ai fermenti lattici. La digestione enzimatica rende queste sostanze biodisponibili per l’organismo e utili come antirughe.
Alcuni ingredienti cosmetici stimolano i neurotrasmettori della pelle che si attivano in presenza di infiammazioni o stimoli esogeni, arrivando al cervello. Sono diverse le sostanze naturali che stimolano l’effetto di rilassamento della pelle, attenuando le rughe: dal mentolo alla capsicina, sostanza ricavata dal peperoncino, fino all’acetilesapeptide 8, peptide ad azione simile al botulino che inibisce il rilascio di acetilcolina.
Gli antirughe sono i prodotti di punta fra i cosmetici per il viso distribuiti nelle farmacie che, nel 2013, hanno fatturato 473 milioni di euro, ovvero il 27% del totale dei prodotti venduti in questo canale. E adesso la ricerca si focalizzerà sugli antietà, garantendo prodotti specialistici.