Bossi e i suoi seguaci, pensando sì a Borghezio ma anche ai più pallidi ma non meno sudici Salvini, Calderoli, Cota, sono come quelli che incontri al bar a pontificare scempiaggini e non gli spiaccichi la faccia sul bancone solo perché sei, comunque, migliore di loro. Sono quelli che vogliono l’ordine pubblico ma parcheggiano il Suv sul marciapiede, sono quelli che si indignano (giustamente) per il malgoverno ma quando ci arrivano si adeguano al peggio, sono quelli che pagano in nero la badante dell’est clandestina e gridano vendetta contro i barconi.
Per un certo periodo, finchè Roberto Maroni ha ricoperto ruoli istituzionali importanti, si sono dati una calmata. Hanno abbassato i toni (eccetto Borghezio che, per suo conformazione fisica e mentale, proprio non ci riesce) e hanno avuto un comportamento leggermente più civile. Ora che non hanno più ‘sto macigno della responsabilità sulle spalle finalmente vanno a briglia sciolta e non si trattengono più. Così Calderoli spara a zero, Borghezio si fa cacciare dal Parlamento Europeo, i vari personaggini di bassa tacca fanno a gara localmente per finire sui giornali per la sparata razzista più grossa e il segretario Maroni non ce la fa a contenerli e, forse, nemmeno ci si applica più di tanto.
Sono fatti così, che ci vuoi fare. Rappresentano quel 5/8% di Italiani cafoni, senza cultura, di poca intelligenza, di nulla educazione che pur ci sono e che ci dobbiamo tenere. Magari evitare di dar loro incarichi di responsabilità, al di là delle regole della democrazia, sarebbe quantomeno un comportamento saggio, come non dare le chiavi della macchina ad un bambino stupido.
Luca Craia