Una endocrinologa statunitense sottopone donne incinte ad una cura "sperimentale e rischiosa" per evitare che nascano bambine lesbiche.
Questa donna, che mi rifiuto di chiamare medico e tantomeno endocrinologa o pediatra, sembra stia sottoponendo un imprecisato numero di donne incinte ad una cura di desametasone (dexamethason), ovvero uno steroide di Classe C, per tentare - e sarei curiosa di sapere seguendo quali schiaccianti assunti scientifici - di prevenire il "lesbismo". Udite udite. In pratica tale Maria New del Mount Sinai School of Medicine in Florida agisce non per discriminazione ma per puri scopi umanitari: siccome le lesbiche ed i gay conducono una vita difficile e discriminatoria desidera evitare ai futuri nascituri una vita densa di traumi e difficoltà. Ciò che invece non si preoccupa di procurare al feto e, nota bene anche alla madre, sono una serie di gravi e gravissime conseguenze quali ad esempio: -ulcerazione dell'esofago -diabete mellito -disturbi psichiatrici (manie, cosiddette psicosi) -osteoporosi -atrofia muscolare -ipertensione fino all'insufficienza cardiaca -glaucoma -distruzione difese immunitarie (oggettivamente inutili sia nel feto sia nella gestante) -neuropatie/degenerazione neurale
Ora, capisco che sia molto gentile da parte sua tentare di evitare ai futuri nascituri una vita difficile, ma è mia personalissima opinione che se permettesse alle "future lesbiche" di nascere con tutti i neuroni di cui madre natura intende dotarle, di tutti i macrofagi, linfociti T e compagnia bella, magari anche prive di diabete (lasciamole il libero arbitrio di crearlo in seguito) ecco, magari davvero permetterebbe a queste future donne di condurre una vita senza traumi, e potrebbe pure fregiarsi del titolo di medico. Quantomeno gli si evitano traumi pre-natali indotti dalla medicina (no non riesco proprio a considerarla tale) preventiva.
Questo genere di "esperimenti/ricerche" non possono non portarmi indietro con la memoria ad un altro luogo ed un altro tempo, in cui altri personaggi tentavano (sempre per il bene del genere umano ovviamente) di intervenire sulle disfunzioni umane, sulle malattie contro natura e sul disagio mentale. Ma qualcuno mi da un segno che come razza stiamo imparando qualcosa dalle nostre stesse esperienze? Oppure dobbiamo andare avanti così all'infinito, ripetendo sempre gli stessi sbagli, ancora e ancora e ancora... Quando impareremo a lasciare vivere i nostri simili liberi di essere se stessi? Quando impareremo ad accogliere chi è diverso da noi davvero con gioia, curiosità, desiderando imparare da chi non pensa, vive, agisce, sente come noi? E' la più grande ricchezza che abbiamo: la diversità. E' forse la parte che più di tutte ci distingue dal regno animale a cui ancora apparteniamo. NOI siamo diversi l'uno dall'altro. Diversi!! Piante, animali, hanno molte più similitudini, non sono in grado di distinguersi in modi così netti. Perché non possiamo rendere il nostro essere umani una risorsa ma tentiamo in tutti i modi di livellarci e renderci tutti uguali? Tanto lo sappiamo tutti che, uguali... non lo sappiamo fare!