Non so se sia interessante parlare di qualcosa. So che delle volte parlare di niente è bello, emettere suoni senza logica, ordine o natura, buttarsi il fango negli occhi che poi diventa cemento e si sgretola con noi che in compagnia del tempo ci diamo spazio per non restare in riserva ogni giorno, e nei giorni, meravigliosi, che sono pronti a trattenerci, nella vita, adesso.
L’adesso è un tempo stretto che nasconde già il passato nella sua più grande estensione, nelle sue preghiere. E i pensieri sono nuvole di stoffa che aggrovigliano i fili per tenersi in equilibrio. E le parole quel filo l’hanno perso, hanno trovato il gomitolo che non fa altro che rotolare, mentre i discorsi non si srotolano mai. Infine i gesti, sono corti, trasparenti e sfibrati si infilano nella matassa più grande, più comoda, più calda. Così. Aggrovigliati nelle mani della vita, ci guardiamo e ci riguardiamo per controllare come va.
Sai, non è per niente facile, ma è bello sentire come ci stiamo bene addosso, adesso.