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Cooky Bag e Riflessioni sul Radical Chic

Creato il 17 giugno 2011 da Brainsurfer @auseverysoup

Cooky Bag e Riflessioni sul Radical Chic

Sì sono un food addicted.
Devo cercare di parlare in maniera un po’ più comprensibile? Mi piace mangiare, bere, cucinare e mi piace anche tutto ciò che ci gira attorno.

Mi capita ogni tanto di fare delle trasferte cuciniere. Prendo i miei ingredienti, gli arnesi del mestiere (che fin quando non ho iniziato un tour di traslochi incisivo consistevano in una pinza per alimenti, un coltelo svedese, un padellone bialetti) e vado nella casa che ospiterà la mia creazione carico di una buone intenzioni.
Una volta mi è capitato anche di cucinare il sushi a domicilio e mi sono ritrovato a pensare che probabilmente lo zaino e la sportina di plastica non fossero gli scrigni più adatti dai quali estrarre le meraviglie che avrebbero composto una cena luculliana.

Ora che ci penso è finalmente giunto il momento dell’estinzione totale dei sacchetti di plastica che hanno favorito l’inquinamento del nostro bel pianeta. In Italia è questione di questi ultimi mesi, ma in Spagna hanno abolito le trappole di plastica da almeno un anno.

Certo, lo so, la sto facendo lunga, ma mi stavo calando a pieno nella parte perfetto Radical Chic.

Colui che beve Pinot Gris mentre prepara un pessimo filetto al sale, passando tutta la cena colmando costantemente di Bordeaux il bicchiere di una donna che non riesce a dirgli quanto sia realmente disgustosa quella carne stracotta perché ammaliata dalla costosissima montatura scura in faccia al suo cuoco per una notte.

Sto parlando proprio di questa categoria di persone, quelli che badano solo allo stile di quei Credence Goods che una qualità reale ce l’avrebbero pure ma è annebbiata dagli zeri sulla targhetta del prezzo.
Oggetti di design per cucina: dai coltelli giapponesi fusi dalla sapiente mano di Hattori Hanzo alle teiere russe, dai piatti quadrati ai wok in acciaio spagnolo, dai bicchieri di Stark alla Spuma Bionda in edizione limitata. La cucina è diventata una sala espositiva del Moma e poco importa se partorisce solamente scottoni carbonizzati tanto ci pensa la mostarda di Dijon a coprire il sapor Coke.
Entra a piedi uniti proprio in questa fetta di mercato la Cooky Bag, un transformer che racchiude in sé la praticità di una borsa di tela capiente e l’utilità del Grembiule multitasca.
Un’idea splendida nata dal genio di Clara Nardiello che ha costruito una multifunzione multitasca all’insegna dell’oggi cucino.
Cooky Bag è stato presentato alla BIT 2010 di Milano e da allora non ha fatto altro che mietere successi. Numerosi i pezzi venduti e anche “The Road to Contemporary Art” di Roma ha avuto la sua edizione limitata.

Un oggetto di design più che un complemento di arredo. Ed il prezzo, unica nota stonata, è propria in linea con un’opera d’arte.


Già mi immagino arrivare a casa della mia bella con questo bell’oggettino carico di meraviglie pronto a preparare un’orata al sale con scapece di contorno tutto innaffiato da un Vermentino di Gallura.

Tanto io Cucino meglio di quei Radical Chic.


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