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Enjoy The Bike Journey

Creato il 02 maggio 2011 da Brainsurfer @auseverysoup

Museo Du Pouloi Borgogne (Foto di Claudia Mestroni )

Non si può essere Blogger senza scrivere anche qualcosa di personale. Ci ho messo quasi un anno a raccontare qualcosa di me, lo so, però lo faccio scoprendo due delle cose che riempiono il mio tempo libero e che potrei definire passioni: bici e viaggi.

Il cicloturismo è un’esperienza molto particolare.

Proprio la situazione in cui si può dire Enjoy the Journey e lo dici a te stesso e a chi sta con te, fra boschi, asfalto o sterrati, salite o pianure, pioggia (per fortuna sempre poca) o caldo che uccide (lo conosco come le mie tasche). L’ultima avventura? Un finesettimana, quello di Pasqua, con una compagnia guidata dal Maestro dell’organizzazione ciclistica e dell’enjoy the life (not only the journey) che mi accompagna da anni in soggiorni di questo tipo.

Ambientazione Bourgogne terra del buon vivere fra cibo, vitigni e cantine accarezzate da centinaia di chilometri di strada verde a.k.a pista ciclabile in mezzo ai boschi.
Sembrerà strano ma il sottotitolo di una vacanza in bicicletta è “No Stress”.
Yes: Esercizio fisico, Aria Aperta, Sorriso.
No: Code Infinite, Schiacciamenti Umani (o meglio dire sarebbe disumani), Mal d’Aria, Ritardi (a meno che tu non voglia, ma in quel caso non si può tecnicamente parlare di ritardo).
Certo bisogna considerare che il consumo di carburante è comunque notevole. Non parlo di Benzina o Cherosene, ma di cibo e bevande che quando pedali non possono che influire sul budget della vacanza almeno quanto qualche pieno, anche in tempo di crisi petrolifera.
La Bourgogne ha costruito sulla tavola un mercato abbastanza fiorente.

Borgogna terra di vini e quindi di vigneti, colture basse e paesaggi mozzafiato. Migliaia di aziende vinicole producono il proprio nettare con uve Chardonnay per il bianco e Pinot Nero per il rosso.

Quando passi dalle Cantine ogni Vinaio è ben contento di mostrarti la sua magione, spesso antica di secoli, e di farti provare orgogliosamente il prodotto unico delle proprie fatiche. Racconti con un proprio stile, ovviamente, ma tutti  dallo stesso identico canovaccio: introduzione al territorio, descrizione della zona e commento ad ogni singola bottiglia.

Un’esperienza coinvolgente che porta l’avventore, ormai provato dai chilometri di bici e dalle degustazioni, ad uscire dalle segrete con una bottiglia sottobraccio lasciando il cantinero lì, tutto contento, mentre si alliscia i gallici baffi.

Le cantine sono tantissime, così come tantissimi sono i ristoranti che propongono piatti tipici con un’occhio sempre attento all’esperienza d’acquisto. Canovaccio classico anche qua, in tutto: varietà di piatti limitata ma rassicurante, carta dei vini attenta al territorio ma con keyword (cazzo è arrivata la deformazione professionale) volevo dire appellativi ben riconoscibili, due tipi di menù che non impacciano il cliente al momento della scelta, camerieri che sciorinano cantilene studiate fin nei minimi ammiccamenti.

Perfetto. Cliente che si alza da tavola con un plateau di formages ad accompagnarlo alla porta. Tutto splendido non c’è che dire. Lo studio è stato costante e approfondito e ha portato la Bourgogne ad essere ai primi posti fra le mete del turismo culinario internazionale.

C’è chi lo chiama marketing del territorio o attività commerciale dedita alla migliore promozione del propri prodotti. Io questa pratica la chiamo macchina da soldi.

In definitiva sono qua a quasi una settimana dal mio rientro con ancora sul palato il sapore dei formaggi più saporiti e dei vini più forti, con il pensiero fisso che qualcosa  di simile si possa esportare anche qui. Dove vivo io!
Perché la piacevole sensazione di soddisfazione sensoriale che ho provato io nel pieno della vacanza piace a tutti! E in Borgogna si Mangia e si Beve che è una vergogna (lo dovevo dire!)


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