L’ignoranza è forza. (G. Orwell)
E’ solo una sorta di esperimento mentale o un sogno ad occhi aperti, perché è naturale che nessun governo ha veramente a cuore la cultura, anzi agisce proprio per affossarla, vedendo la conoscenza, che è sinonimo di spirito critico e di consapevolezza, come il fumo negli occhi. Le classi dirigenti brillano per perversità, più che per inefficienza: la loro astuzia consiste nella capacità di occultare la nequizia dietro l’insipienza.
Come dovrebbe essere organizzata l’educazione? I licei dovrebbero essere dei centri di ricerca e di elaborazione culturale. Poche, ma dense ore di lezione, destinate soprattutto a discipline in grado di stimolare la fantasia e la capacità di osservazione; argomenti svolti in modo da assecondare le attitudini e gli interessi di ciascun allievo; reale libertà d’insegnamento; tempi idonei riservati ad attività manuali: questi dovrebbero essere i cardini dell’istruzione tesa a valorizzare le risorse dell’emisfero destro.
Tuttavia un’evoluzione dei processi di apprendimento ed insegnamento, più che da una saggia ed efficace articolazione dei quadri orari, dei contenuti e dei metodi, sarebbe propiziata da una radicale trasformazione del contesto architettonico ed ambientale: gli edifici scolastici dovrebbero essere concepiti con locali ampi, ariosi, con studi per ciascun docente. Le aule dovrebbero essere circondate da logge e persino da giardini pensili dove svolgere lezioni en plen air, come era consuetudine di alcuni filosofi antichi.
L’architettura influisce sul modo di essere delle persone, sulla maniera di rapportarsi allo spazio, di interagire con la luce, con i cambiamenti atmosferici. Essa agisce sulla percezione del reale, con le sue valenze prospettiche e cromatiche in cui si diffondono risonanze emotive.
L’architettura, sia nelle configurazioni esterne sia nella gestione degli interni, si associa ad aspetti etici. L’estetica è etica.
Ovviamente la realtà è ben diversa: la censura più ottusa, l’ignoranza, l’ideologia, la propaganda o, nel migliore dei casi, uno sterile ed ammuffito nozionismo, purtroppo sembrano dominare incontrastati nel sistema scolastico, nonostante qualche lodevole eccezione.
Infine l’invasione della tecnologia e della digitalizzazione, lungi dal migliorare la didattica e le relazioni interpersonali, hanno solo disumanizzato, inaridito e ristretto i già angusti orizzonti culturali.
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