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Coop casa, assemblea per la liquidazione

Creato il 29 settembre 2015 da Cremonademocratica @paolozignani

Apprensione fra i soci di Coop casa, convocati stasera nella sala della cooperazione di via del Sale, che da quanto si è saputo arriva ormai alla liquidazione. Sono in forse, da quanto si viene a sapere, prestiti concessi dalla cooperativa per alcuni milioni di euro, che i soci temono di non poter recuperare. E' la conseguenza di acquisti e investimenti che hanno subito l'effetto di una crisi economica capace di colpire duramente anche le forme di amministrazione sociale delle abitazioni. E' forma di cooperazione che doveva servire al ceto medio-basso di sfuggire alle crudezze del libero mercato, senza con questo rifugiarsi nell'edilizia residenziale pubblica dell'ex Iacp poi diventato Aler. Una terza via che per anni è apparsa come una soluzione praticabile con successo.

I dipendenti di Coop casa sono pochi, cinque, e la loro sorte è in discussione. La cooperativa che ha sede in via Genala, a Cremona, è stata molto attiva e ha realizzato tre ville a schiera a Cappella Cantone, ancora invendute: otto ne ha costruite a Fogarole di Monticelli D'Ongina (Piacenza) in pronta consegna ma invendute. Altre cinque villette indipendenti sono state costruite a Pieve San Giacomo, e ancora non hanno compratori. Altre abitazioni in cerca di acquirenti si trovano a Dosimo, l'ultimo cantiere è a Malagnino. Un migliaio le case costruite. Molto è cambiato dalla fine degli anni Novanta, quando la cooperativa riusciva a generare utili miliardari.

La speranza è di trovare un accordo che eviti ai soci di rimetterci. Coop casa, attualmente presieduta da Eugenio Zini, sorge nel 1971, come società cooperativa di abitazione a proprietà indivisa della provincia di Cremona e nel 1979 realizza a Cremona, nelle vie Nuvolone e Rodi, il primo plesso di 132 appartamenti in proprietà indivisa. Un migliaio le case costruite. La cooperativa pratica sia la proprietà divisa che quella indivisa. Le case in proprietà divisa sono assegnate dal consiglio d'amministrazione ai soci, che possono poi diventare proprietari con il rogito notarile. Invece le abitazioni in proprietà indivisa sono assegnate senza che i soci ne diventino proprietari, e allo scioglimento della cooperativa la proprietà viene trasferita all'ente previsto per legge, a meno che, in particolari condizioni, i residenti non possano acquistarle. L'obiettivo che l'assemblea intende raggiungere è evitare conseguenze negative per i soci e i dipendenti.


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