Tutto è cominciato il secondo lunedì di scuola, il 22 settembre. La ‘povna sale alla casa sull’albero e trova i Merry Men decimati, ad aspettarla.
“Buon giorno a tutti! Ma… quegli altri?!” – esala dopo un sguardo circolare intorno.
“Piccolo Giovanni, Soldino, Cirillo Skizzo, Orlando, Weber e Stuffy sono andati ad aiutare i due nuovi bidelli nel trasloco dell’archivio, ordine di DaddyLongLegs” – le spiega di buon grado Movida (uno dei nuovi acquisti) – “dovrebbero tornare a momenti”.
“Ho capito” – quando si tratta di loro, la ‘povna non si stupisce mai, se lo tiene per dogma – “Chi viene alla lavagna?”.
Teofilo si candida, la spiegazione di storia comincia, e dopo poco, felici, stanchi, e sudati e puzzolenti, tornano i prodi facchini.
“Daddy ha deciso che il miglior modo per dar loro una calmata è stroncarli con anticipo?” – domanda, a fine mattina, la ‘povna a Esagono sulla via della sala insegnanti.
“Più o meno” – ride lui – “La verità, ma lo sai, è che con l’arrivo dei due nuovi custodi…”
“…sia lode e gloria alla pensione di StoSeduta e all’allontanamento di MiStanco” – lo interrompe la ‘povna.
“Appunto: FacTotum e ArgentoVivo paiono instancabili. E dunque se ne approfitta per recuperare ambienti e aule che, fino a oggi, erano dei magazzini”.
La ‘povna annuisce soddisfatta, poi si occupa di questioni del Pof, poi va a casa, e prepara un po’ di lezioni e dispense, e poi non ci pensa.
Fino al venerdì successivo, quando: “‘povna, una parola”.
“Dimmi, DaddyLongLegs”.
“Dopo il secondo intervallo, ti rapirei tutti i Merry Men escluse le ragazze…”.
“Ma non mi dire…”.
“C’è da svuotare il rispostiglio, e ho verificato che sono i migliori aiutanti tra tutti gli alunni. E poi la stanza è proprio di fronte a voi”.
“Prego, fai pure. Lasciami solo Cirillo Skizzo, così mettiamo in ordine il registro”.
Detto e fatto. I Merry Men, informati, si recano al lavoro con l’entusiasmo dei nani di Walt Disney, per poi rientrare, a opera compiuta, onusti di curiosità e doni.
“Guardi, prof., che meraviglia!” – le si fa incontro Grande Giovanni – “in magazzino c’erano copie di compiti, programmi, circolari del Ministero del 1980: ho chiesto se potevamo prenderli, è affascinante! E’ come leggere la storia di qualcuno uguale a noi, che stava tra i nostri stessi muri”.
“Fammi vedere” – la ‘povna compulsa con avidi occhi storiografici. Ne approfitta per improvvisare una lezione sui documenti. Poi tutti ritornano ai loro posti, e la vita nella casa sull’albero riprende a scorrere, placida, sui suoi binari.
Si arriva così a ieri. Di nuovo alla casa sull’albero; concentrati sui loro testi, la ‘povna e i suoi uomini del bosco spiegano di letteratura, che è pur sempre bello.
Qualcuno bussa alla porta. ArgentoVivo fa capolino dopo lo scontato “Avanti!”.
“Mi scusi se la disturbo, professoressa. Il vicepreside DaddyLongLegs vorrebbe cinque…”
“… volontari per aiutarvi? Pronti!” – quelli rispondono all’unisono.
“Sì, per la biblioteca, questa volta”.
“Possiamo, professoressa?”.
“Ubi maior” – la ‘povna si arrende – “magari però poi registriamo il marchio. Che qui, per finanziare la gita, conviene aprirci la nostra ditta di traslochi”.
Ma ovviamente li lascia scendere. Soldino, Cirillo Skizzo, Stuffy, il Panda ed Earnest partono all’arrembaggio.
Un quarto d’ora dopo, la scala riflette lo scalpiccio dei passi. Si apre la porta. Soldino entra trascinandosi una poltrona, di pelle verde.
“???”.
“Prof., la volevano buttare, è bellissima! Allora DaddyLongLegs ce l’ha concessa per la nostra casa, come premio!”.
Intanto, è arrivato su anche Stuffy, che trasporta la gemella. Ma un sorriso collettivo e complice è tutto quello che, ora, si concedono. E’ tempo di riprendere lezione.
“Hai visto che bella la nuova biblioteca?” – farà notare oggi alla ‘povna l’Ingegnera Tosta.
“Sì, non era così pulita e accogliente da dieci anni. Sai chi ha aiutato nel trasloco, a proposito?”.
La risposta è sicura: “I Merry Men!”.
“Ovviamente. E, hai presente quelle poltrone verdi? Non indovineresti mai…”.
“Aspetta, invece sì: le han portate alla casa sull’albero?!”.
La ‘povna e l’Ingegnera dedicano al soffitto del piano superiore un sorriso con affetto. E sanno che – così come previsto un anno fa, del resto – il tempo in cui si porteranno lassù, nel covo, una macchina del caffè, un sacco a pelo, un frigorifero, è sempre più vicino. Basta poco.
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