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Coppa Italia, tonfo Milano. Avellino e Cantù in semifinale

Creato il 12 febbraio 2011 da Basket - Di Tutto Un Po'

Final Eight:: clamorosa eliminazione dell’Armani Jeans che cede 92-84 all’Air. Marques Green sforna 20 assist, record di sempre del basket italiano. La Bennett domina contro Biella: finisce 86-57, con un sontuoso Mazzarino

Si completa il programma dei quarti di finale di Coppa Italia che nella prima giornata aveva già promosso Montepaschi Siena e Fabi Montegranaro. La seconda semifinale, in programma domani alle 20.30 sarà Avellino-Cantù.

Air Avellino-Armani Jeans Milano 92-84

Come un anno fa, la Coppa Italia di Milano finisce nei quarti contro Avellino. Il trofeo che manca da 14 anni nel capoluogo lombardo si conferma una maledizione per l’Olimpia che dal 1996 non gioca la finale. L’Air, in crisi societaria permanente, risponde col cuore ai problemi e alla sfortuna che da 15 giorni l’ha privata di Troutman. Si capisce subito che non è la Milano ingolfata delle ultime uscite, difficile inchiodarsi contro l’Air iperdinamica di Vitucci che ad alto ritmo offre il meglio di sé. L’AJ è più reattiva sulle palle vaganti e Rocca, senza un avversario che possa contrastarne ruvidezza e mestiere, ha già 7 punti nel 14-9 del 6’. L’altra faccia della medaglia è Szewczyk che declina centimetri e talenti e tiene a galla Avellino. Milano rinuncia quasi sistematicamente al tiro da fuori, trova ampi spazi di manovra in area irpina e chiude il primo quarto avanti 22-17. Tutto si può dire di Greer tranne che faccia giocare la squadra, ma la sua facilità nel fare canestro è assoluta e con due triple in fila e un tiro da fuori apre il divario fino a 12 lunghezze (30-18) al 13’. L’AJ produce 13 punti in meno di 4 minuti e va a +15. Finita la sfuriata, tornano i problemi Olimpia contro la difesa schierata: Lauwers è scatenato (11 punti in 3 minuti) l’Air infila un 15-4 tutto firmato dai suoi piccoli. A metà gara il match è completamente riaperto, per il giubilo delle centinaia di supporter campani sugli spalti,sul 42-40 con Peterson che deve rimuginare per le 11 palle perse e per l’evanescenza di Mancinelli, Pecherov e Mordente.

il sorpasso — Da quando si è rotto Troutman a far l’americano ci pensa il polacco Szewczyk, che approfitta della sonnolenza biancorossa per firmare in contropiede il sorpasso (44-46). L’AJ, con il redivivo Petravicius, si sforza di giocare un basket più ordinato, ma i risultati sono alterni ed è Hawkins a evitare che l’Air prenda il largo; poi gli irpini ci mettono del loro sprecando un rigore per il +6 e si trovano al 30’ avanti 66-65, con Thomas ottimo protagonista dell’ultimo spicchio di gara e con uno scatenato Green che accumula 7 assist in un quarto arrivando a quota 15 (su 21 canestri dei compagni) in 25 minuti giocati. Peterson prova la 1-3-1, Thomas (14 punti in 14 minuti nella ripresa) la battezza con una tripla; dal campo si segna quasi solo da tre e con 3’30 da giocare Avellino si trova avanti 82-74. Nel momento peggiore Milano capisce che continuando col tiro a segno torna a casa in serata e si affida alla cassaforte Rocca per il -4 a 2’43” dalla fine. Mason viene richiamato in panchina e tocca a Pecherov continuare la rimonta per l’80-82 a 1’16”. Dean allunga a +4, Greer sbaglia, Dean mette altri due liberi e Greer perde palla. Marques Green chiude dalla lunetta la partita capolavoro con 11 punti, 20 assist (record di sempre del basket italiano) e 7 recuperi. Milano deve meditare e cambiare rotta altrimenti saranno molte le teste che rotoleranno la prossima estate.

Milano: Hawkins 23, Greer 19, Rocca 13
Avellino: Dean 21, Thomas 18, Szewczyk 17

Bennet Cantù-Angelico Biella 86-57

Basta meno di un tempo a Cantù per archiviare la pratica Biella con una prova di forza notevole, figlia di una squadra che si conosce a memoria e che ha offerto la miglior impressione tra le otto impegnate nei quarti di finale. Trincheri è alle prese con Tabu acciaccato e ha Marconato in panchina solo per onor di firma; Cancellieri, oltre a Chessa, deve rinunciare a Viggiano (caviglia). Chi ha inventato la timidezza non deve essere di casa da queste parti: le due squadre prendono tutti i tiri possibili, ma con naturalezza e poche forzature. Insomma, giocano una pallacanestro gradevole e alternano con sagacia la dimensione interna a quella perimetrale. Il primo minibreak è brianzolo con Green e Mazzarino per il 16-9 dopo 7’. A fine primo quarto siamo 20-14, quasi un affare per Biella che si è persa un po’ per strada e tira col 38% da 2 e col 20% da 3. Mazzarino è una sentenza: da sotto, da fuori, in contropiede e con 14 punti del capitano la Bennet conduce 30-16 al 13’. Gli errori gratuiti di Cantù si contano sulle dita di una mano e Trinchieri può permettersi di centellinare il minutaggio del convalescente Markoishvili e dare spazio a Diviach. La serata di tiro dei piemontesi è davvero storta, e alla distanza subentra anche un po’ di nervosismo (39-21 al 16’) con Sosa serio candidato alla palma del peggiore in campo. Dopo 20’ il tabellone dice 45-29 con l’Angelico che, per darsi una scossa, si affida anche al gigante Gino Cuccarolo (220 centimetri) e al debuttante esterno diciottenne Eric Lombardi, nato proprio a Torino. A scanso di equivoci è ancora Nicolas Mazzarino, oriundo uruguaiano classe 1975, a mettere un pietra sopra la partita in avvio di ripresa: altri 5 punti (5/6 da 2 e 3/3 da 3 complessivo) per coronare l’ennesima maiuscola prestazione di un giocatore dal fisico ordinario (metafora per definire una guardia che assomiglia a un playmaker di riserva un po’ scalcagnato) ma con un senso del gioco straordinario. Nei primi 4’50 del terzo quarto l’Angelico combina per 0 punti con 0/6 al tiro e 7 falli commessi: è, sul 59-29, più di una bandiera bianca. Toccherà alla Bennet contendere ad Avellino un posto nella finale di domenica, e comunque vada sarà grande pallacanestro.

Cantù: Mazzarino 19, Leunen 14, Green 11
Biella: Slaughter 15, Jurak 12, Salyers 10

tratto da Gazzetta.it



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