Questi i dati rilasciati dal tribunale dei minori del New South Wales che ha immediatamente portato via dalla coppia il bambino (chiamato con lo pseudonimo Campbell), rimosso le immagini da Facebook e avviato un’indagine sull’agenzia di affidamento che ha permesso l’assegnazione del minore alle due donne lesbiche.
Sul Dailymail si riporta che l’ex magistrato della Children’s Court, Barbara Holborow, quando ha saputo della vicenda ha dichiarato: «Oh mio Dio, che cosa stiamo facendo?», in un soprassalto di lucidità rispetto alla progressiva “gayzzazione dell’Occidente“. Il ministro per la Famiglia, Pru Goward, ha invece aperto un’indagine approfondita chiedendo se durante le modalità di affidamento si fosse tenuto in considerazione anche il benessere del bambino. Si è così scoperto che la madre naturale del ragazzo aveva più volte tentato di riconquistare la custodia di suo figlio, vedendosi sempre negata la richiesta.
Campbell venne affidato alla coppia lesbica nel 2009 assieme a sua sorella Abby, 12 anni. Tuttavia quest’ultima ha rifiutato i nuovi “genitori” ed è stata spostata in una famiglia normale. La notizia ha fatto il giro del mondo e ha sollevato inevitabilmente numerose polemiche sulla stabilità delle relazioni omosessuali, sull’adozione omosessuale e sul favoreggiamento all’omosessualità che viene spesso compiuto in questi particolari contesti familiari.
Paola Concia, questa volta, non ha rilasciato nessuna dichiarazione.