Passarono circa dieci giorni e Laura e Giovanni suonarono al campanello dello studio. Uno, due, tre squilli. Aprirono la seconda porta del palazzo, quella che li avrebbe condotti all'ascensore e già sentivo Laura che rimproverava Giovanni: "Vedi è li, te l'avevo detto". Una sola voce per due. Si aprì la porta dell'ascensore ed ero già li ad accoglierli sulla porta. Arrivarono in fila indiana, a debita distanza, prima Laura, poi come un topo che si intrufola, con aria da chi per l'ennesima volta ha sbagliato qualcosa, Giovanni.
Entrarono nella stanza. Una volta seduti Laura iniziò subito a parlare e a dirmi che quella non era per loro la prima volta che si rivolgevano a qualcuno, ma la terza. "Dottore, noi abbiamo capito che ci sono aspetti che ci uniscono, ma c'è qualcosa che non riusciamo a capire". Laura aveva gli occhi umidi e mi disse che era molto stanca della situazione. "Anche oggi in macchina ci siamo picchiati, mentre stavamo venendo da lei. E lo facciamo spesso negli ultimi tempi".
I litigi sono sempre più intensi e Laura qualche volta ha lanciato piatti contro Giovanni, e lui l'ha presa a calci.
Laura e Giovanni si sono conosciuti nei banchi di scuola e da allora la loro storia è iniziata. Si sono sposati dopo una decina d'anni di fidanzamento e da allora ne sono passati altri dieci.
Giovanni definisce la situazione "un inferno" e mi comunicano subito la loro difficoltà a trovare uno spazio per poter respirare. L'aria che si respira a casa è tossica e in qualsiasi momento può esplodere una lite.
Nell'osservare il loro funzionamento di coppia era molto chiaro da subito come la distanza interpersonale tra Laura e Giovanni non permettesse loro di riconoscersi come individui separati, tale da permettere l'accoglienza delle reciproche differenze.
"Dottore, conosciamo un'amica che, non ho ancora capito per quale motivo, mi ha eliminato da facebook e non mi cerca più. Ho chiesto a Giovanni di vedere se anche lui era stato eliminato e questo non è successo. Ora mi spiega lei perchè Giovanni non la elimina? Noi siamo una coppia!!!"
Dall'inizio della loro storia le cose sono cambiate e lentamente si sono sempre fatte più sentire le esigenze individuali di Giovanni, che Laura non tollera, perchè "Prima non eravamo così, andavamo sempre d'accordo, non si litigava mai".
Premesso che anche le cocorite litigano in gabbia, ma loro si, effettivamente erano realmente uniti, così tanto da non avere più una vita sessuale, da prendersi a schiaffi, da urlarsi parole volgari maledicendo il giorno che hanno deciso di stare assieme. Mai pensare di allontanarsi un po'. Questo veniva percepito come rottura del rapporto e "Niente ha più senso".
La regola "meglio schiaffi che fermarci a pensare ognuno a sé, a cosa cerchiamo in un rapporto di coppia, a quali sono i bisogni che cerco di colmare attraverso la relazione con l'altro", sta paralizzando Laura e Giovanni. Ma nell'osservazione di una coppia è sempre importante considerare, oltre agli aspetti individuali e di relazione, anche ai modelli che ognuno dei partner si porta dentro relativamente ad una relazione di coppia, più o meno caratterizzata da amore, riconoscimento e libertà.
L'inconsapevole tentata soluzione di appagare i propri bisogni frustrati attraverso una relazione di coppia non è infrequente, e Laura e Giovanni rappresentano solo una tipologia di cristallizzazione di modalità relazionali, rigidità di ruoli, e aspetti disadattivi rispetto alle possibilità di crescita individuali e di coppia.
"Per non parlare dottore della madre di Giovanni. E' sempre tra le nostre decisioni. Non so se è importante dirlo, ma ha addirittura una copia delle chiavi della nostra casa, e una volta l'ho trovata dentro quando sono rientrata da fare le compere".
Laura mette in evidenza un'altra problematica di una coppia che possiamo definire simbiotica: la difficoltà di svincolo dalle rispettive famiglie di origine.
La coppia simbiotica ha spesso giurato amore eterno, ma in questo giuramento c'è la difficoltà per entrambi di costruire una relazione e di definire se stessi come separati dall'altro. Stare attaccato da la possibilità di non riflettere su di sè, sulla propria vita passata, sulle difficoltà incontrate, e si delega totalmente il proprio benessere ad un sogno d'amore, poi infranto dalla realtà degli schiaffi e da ogni tentativo, seppur minimo (non cancellare l'amica da facebook) che uno dei partner può fare rispetto alla propria autonomia. Segnali provenienti dalla dimensioni Noi della coppia che chiedono a ciascuno dei partner di riflettere su di sé.
L'esordio di queste coppie è caratterizzato da una situazione idilliaca, ciò che all'esterno può sembrare un'unica persona, insomma, SIAMO LA COPPIA PIU' BELLA DEL MONDO e da questo ne deriva un unico modo di pensare, sentire, opinioni simili ecc... "Siamo proprio simili per sulla stessa onda per fortuna". Peccato che l'onda sia uno tsunami ...
Inizialmente sono coppie che non conoscono il litigio e la diversità, ma l'ambivalenza ragionevole di un rapporto di coppia non è tollerata. Può sembrare che il potere decisionale della coppia provenga da un'unica persona.
Nel frattempo il dialogo e il potenziale di cambiamento, che ogni coppia per poter sopravvivere è necessario che alimenti, risulta essere già in metastasi.
In questo modo la coppia si chiude in un acquario per due, dove ciò che un partner proietta sull'altro è la possibilità di ottenere protezione e rassicurazione ed allo stesso tempo il sentimento di inadeguatezza ed insicurezza nei confronti del mondo esterno.
L'insicurezza in queste coppie è un'ottima colla, un vero psico-attack, in quanto garantisce la possibilità che l'altro non si muova, e se non si muove non si muove nemmeno l'altro partner.
E così si resta, vicini vicini ...ma lontani.
Nella possibilità di muoversi, i partner di questa tipologia di coppia, si sentono sicuri solo se l'altro cammina mano nella mano, a cazzotti, stesso ritmo, stessa velocità dei passi, ma mano nella mano.
Nella creazione di un sistema che non riconosce e rifiuta la diversità uno degli esiti immediati è il venire ad impoverirsi della gamma di emozioni che si possono provare all'interno di una coppia e l'assenza di un'attività sessuale. Il paradosso di una coppia strutturata come quella di Laura e Giovanni è che i partners non si perdono d'occhio e non tollerano le distanze, questo porterebbe ad inferire che la vicinanza significa anche sessuale ed intima, ma in realtà non è così: "Ti tengo d'occhio, stai vicino, ma non troppo vicino".
La difficoltà maggiore è dovuta alla presenza di bisogni infantili frustrati che non consentono di relazionarsi in maniera adulta e più matura. E' sempre necessario rassicurazione e protezione piuttosto che intimità e crescita.
Un'altra caratteristica delle coppie che sposano la simbiosi come modello relazionale è la ripetitività. Sono metodici, non amano in genere i colpi di scena, e anche quando vanno dallo psicologo sperano in un appuntamento sempre allo stesso giorno e allo stesso orario. Spesso dalle loro storie emerge una presenza importante delle famiglie di origine. La vita di coppia e quella sessuale vengono pensate e agite entro percorsi ragionevolmente controllabili: "Abbiamo pensato di darci un po' di intimità".
Quando questa tipologia di coppia ha prole in genere trasmette molte paure rispetto allo svincolo, talvolta anche attraverso la strutturazione di vere e proprie fobie.