È la fine di una dittatura personale iniziata nel 1994, ma il regime non smetterà di esistere. Kim Jong il, 69 anni (o forse 70), il "caro leader" - come veniva chiamato - è morto improvvisamente sabato 17 dicembre, ma la notizia è stata diffusa solo oggi. Il terzogenito Kim Jong un, 27 o 28 anni, erediterà il potere: la tv di Stato ha già iniziato a chiamarlo "il grande successore".
Di padre in figlio: si conferma così che quella nordcoreana è una dinastia. Kim Jong il, che di fatto è considerato un semi-dio, aveva ereditato il potere dal padre, Kim Il sung, e ora la passa a suo figlio. Un leader giovane, inesperto, che potrebbe far precipitare una situazione di difficile equilibrio.
Kim era stato colpito ad agosto 2008 da un ictus e, pur tra molteplici voci sullo stato di salute, sembrava essersi ripreso, preparando il passaggio dei poteri. Sabato scorso, mentre era in viaggio in treno, è stato colpito da un infarto. I medici non sono riusciti a salvarlo.
L'agenzia di stampa del regime ha annunciato la successione, invitanto "tutti i membri del Partito dei lavoratori, i militari e la popolazione a seguire fedelmente l'autorità del compagno Kim Jong Un".
La notiza della morte è stata data a mezzogiorno (ora locale, le 4 in Italia) da una conduttrice della tv di Stato nordcoreana in lacrime, vestita di scuro, che ha detto che la morte è stata causata dal "troppo lavoro fisico e mentale". I funerali solenni si terranno a Pyongyang il 28 dicembre prossimo, con il Jong un a capo del comitato per le esequie. Escluso l'invito di delegazioni straniere.
"Pyongyang, in queste ore, è una città paralizzata a causa dello choc". È il racconto, riportato dall'Ansa, di alcune persone presenti nella capitale nordcoreana.
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Non e' mai bello quando il potere passa da padre a figlio e noi italiani coi reali che ci siamo ritrovati lo sappiamo bene ma probabilmente,e quando c'e' un governo comunista accade sempre ci raccontano una storia diversa dalla realta'.
Sicuramente il paese non nuota nell'oro sicuramente ci sono delle carestie ma le immagini che vedo sempre quando si parla di questo paese ritraggono persone in carne e ben nutrite.
Sara' anche una dittatura ma oggi tutto un paese e' in lacrime,e non mi sembrano lacrime e bacchetta.
Immagini di gente che muore di fame o che viene incarcerata non se ne vedono mentre se ne vedono molte di poliziotti sud coreani che bastonano operai e studenti.
Il paese si ritrova con un vicino del sud il cui territorio e' pieno di basi americane e credo abbia tutto il diritto di difendersi con tutti i mezzi necessari.
Non conosco il nuovo Presidente,l'augurio e' che apra un po' il paese al mondo e lo tolga dall'isolazionismo questo senza dimenticarsi che tutto cio' che governa arriva da lontano.
Speriamo bene.
Magazine Diario personale
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