Il paese del calciatore Rino Gattuso non trova pace. C’è chi in un momento di rabbia estrema ritiene che l’assassino “andrebbe ammazzato”. Frasi e concetti da inquadrare. Comuni nel linguaggio calabrese. Frasi che racchiudono la rabbia ma nulla più. Niente desiderio di vendetta, anche se l’istinto sarebbe quello visto quanto accaduto.
A Corigliano poi, vivace centro dello Jonio cosentino, si conoscono un po’ tutti, in molti sono parenti. Il dolore colpisce tutti. Inspiegabile come Domenico Morrone sia arrivato a tanto. Accoltellare la fidanzatina e poi dare alle fiamme il corpo. Fino a raccontare di avere avuto un incidente con la moto. Poi di essere stato aggredito. Il tutto per “giustificare” le ustioni rimediate mentre dava fuoco alla povera Fabiana Luzzi. Ha detto di una presunta aggressione. Poi ha confessato e ha indicato agli inquirenti il luogo dove si trovava il corpo della giovane quindicenne. Ora si trova nell’Istituto minorile di Catanzaro.
Fabiana Luzzi era l’ultima di quattro figlie avute dal padre in due matrimoni. Il dolore è il sentimento che attraversa parenti e amici. Dall’alba casa Luzzi è “assediata” da chi vuole condividere questo momento particolare. Il padre è un commerciante di ricambi per auto, mentre la madre è casalinga. Parenti, amici e conoscenti fanno visita ai genitori della vittima nel loro appartamento al primo piano di una palazzina bianca nella frazione Scalo di Corigliano. Poca la voglia di parlare con i media assiepati, come succede sempre in questi casi, davanti la casa. Sguardi bassi e rifiuto di rispondere. La tragedia, che appare inspiegabile, ha sconvolto tutti.