Periodicamente l'immaginario fatto di romanzi, fumetti, film, telefilm, torna a incontrarsi con la figura del pirata, vista come un ribelle romantico e non come il fuorilegge sanguinario che era spesso nella realtà: ma la fantasia in fondo deve abbellire la realtà, e i pirati, senza padroni se non loro stessi e il mare, sono da sempre comunque visti meglio dei corsari, che facevano il lavoro sporco per conto del sovrano di turno, da sir Walter Raleigh in poi.
Di pirati si è occupato Emilio Salgari un secolo fa, e in tempi più recenti hanno raccontato storie con vari registri scrittori e registi, da Tim Powers a Roman Polanski, da Gore Verbinski a Valerio Evangelisti e Michael Chrichton: adesso tocca all'autrice, italianissima a dispetto del nome, Kathleen Mc Gregor, con Corinna, ristampa riveduta e corretta di un libro uscito anni fa per Mondolibri, ora disponibile per Leggereditore.
Le donne c'erano sulle navi pirata anche nella realtà, non solo come bottino di guerra, oltre alle famose Mary Read e Anne Bonny, la prima morta tragicamente, la seconda, secondo la leggenda, salvatasi e finita in una piantagione della Virginia come padrona con il suo principe azzurro. Di donne pirata aveva già parlato Salgari in diversi suoi romanzi, da Jolanda a Capitan Tempesta, e recentemente Celia Rees, e donna pirata è Corinna, scozzese, che si veste da uomo per sfuggire ad un matrimonio imposto, e che solca i mari tra avventure, amori, minacce, combattimenti, affrontando mille peripezie in un mondo in cui comunque le donne erano perseguitate e minacciate.
In Corinna di Kathleen Mc Gregor si ritrovano tutti gli elementi del genere avventuroso marinaresco, gli arrembaggi, le punizioni, le navi, le passioni, viste da un punto di vista femminile, dove Corinna si ribella al suo destino di oggetto, per diventare soggetto, protagonista, con in cuore l'amore per il corsaro Dorian O'Rourke. Corinna è un libro che in ogni caso fa sognare, e chi è cresciuto con i romanzi del già citato Salgari e chi in tempi recentissimi si è messo in coda per vedere al cinema la saga dei Pirati dei Caraibi, a tratti forse c'è un po' di dejà vu ma dotato di freschezza e gusto dell'avventura. In fondo ancora recentemente Ernesto Ferrero, autore di una biografia romanzata su Salgari, ha ricordato di come l'avventura affascini tutti, come evasione da una vita che di avventure te ne offre in generale ben poche.
In fondo c'è chi ancora oggi va ai Caraibi non in cerca di nostalgie per Fidel Castro o di altri tipi di avventure, ma per ripercorrere i mari e le giungle di eroi lontani ma che hanno costituito l'immaginario di varie generazioni. E c'è ancora chi si appassiona per vicende ricche di passione e coraggio, come quella di Corinna, dove c'è comunque l'urgenza di andare avanti con la narrazione (sono comunque 800 pagine, non uno scherzo) per scoprire come andrà a finire il tutto.
Come succede spesso nei romanzi storici, ci sono mescolanze tra fatti inventati (Riordan e Corinna sono personaggi immaginari, anche se fa sognare il pensare che figure come le loro possano essere esistite) e fatti reali, come la presa di Maracaibo da parte del pirata inglese Morgan, amico del Corsaro nero per Salgari e qui nemico degli eroi.
Un libro per appassionarsi con vecchie avventure ma che funzionano sempre, in attesa dei seguiti, perché la saga di Corinna e Riordan non è finita e si arricchirà di nuovi personaggi e vicende, in almeno altri due romanzi.
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