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Cornelius Meister e Gidon Kremer con la RSO Stuttgart des SWR

Creato il 25 maggio 2014 da Gianguido Mussomeli @mozart200657

KL_Meister_c_RosaFrank_089041In una Liederhalle gremita, con una lunga fila di gente che cercava biglietti fino a pochi minuti prima dell’ inizio, la Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR si è esibita in un concerto organizzato dalla SKS per la serie dei Meisterkonzerte. Una serata che era molto attesa a Stuttgart per la presenza di Gidon Kremer, uno dei più grandi violinisti della nostra epoca, e del giovane Cornelius Meister, considerato uno dei migliori giovani direttori del momento. Nato ad Hannover nel 1980, Cornelius Meister ha studiato pianoforte e direzione prima nella sua città e in seguito al Mozarteum di Salzburg, imparando a suonare anche il violoncello e il corno. Nel 2005 è stato nominato Generalmusikdirektor del teatro di Heidelberg, diventando il più giovane musicista ad aver ricoperto una carica del genere in Germania. Nei sette anni trascorsi al Theater Heidelberg, il giovane maestro ha ricevuto importanti riconoscimenti come il premio della Deutsche Musikverlegerverband per il miglior cartellone sinfonico e per due volte il Preis des Deutschen Musikrats per la sua attività nel campo della divulgazione musicale per i ragazzi. Cornelius Meister ha debuttato come direttore operistico a soli ventun anni, sul podio della Hamburgische Staatsoper e successivamente ha diretto in teatri lirici importanti come la Bayerische Staatsoper, la Wiener Staatsoper, la Semperoper Dresden, l’ Oper Zurich e la Deutsche Oper Berlin. Nel 2010, mentre la sua attività internazionale si svolgeva a un ritmo sempre più serrato, il giovane direttore di Hannover è stato scelto come Chefdirigent dalla ORF Radio-Symphonieorchester Wien, con la quale si è recato più volte in tournée in Europa e in Asia.

Dopo aver letto molte recensioni altamente elogiative sulla stampa internazionale, attendevo con molta curiosità il debutto a Stuttgart di questa giovane bacchetta, reso oltretutto ancora più interessante dalla presenza del sessantasettenne violinista lettone Gidon Kremer, uno dei miti assoluti del concertismo moderno. Devo dire che il livello della serata è stato pari alle aspettative. Cornelius Meister è davvero un direttore che ha tutte le carte in regola per diventare uno dei grandi del podio. Il gesto è chiaro, incisivo e mai plateale, la sicurezza tecnica assolutamente fenomenale e il controllo dei fraseggi e delle dinamiche è quello di un musicista di classe assoluta. Servito alla perfezione da una RSO des SWR che ha suonato in maniera impeccabile, all’ altezza delle sue migliori prestazioni, il giovane maestro di Hannover ha offerto insieme a Gidon Kremer un’ interpretazione fulminante del Concerto N° 2 in do diesis minore di Shostakovich, uno dei capolavori assoluti della letteratura violinistica moderna, scritto dal compositore leningradese nel 1967 per David Oistrakh, in occasione del sessantesimo compleanno del leggendario virtuoso.

kremer

Il mio primo ricordo di Gidon Kremer risale agli anni Settanta, quando venni in possesso di uno dei suoi primi dischi diffusi in Occidente, quello del Concerto di Brahms inciso con Karajan per la EMI. Un’ esecuzione che mi impressionò profondamente per la forza espressiva dell’ interpretazione e l’ originalità di molte soluzioni esecutive. Un aspetto, questo, che da allora mi ha fatto sempre seguire con interesse le interpretazioni di Kremer, tutte caratterizzate da un approccio anticonvenzionale e approfondito. Le eccezionali qualità strumentali e la personalità carismatica del grande violinista di Riga ne hanno fatto uno degli interpreti più significativi degli ultimi decenni. Oggi Kremer ha quasi del tutto abbandonato il grande repertorio solistico romantico per concentrarsi sulla musica d’ insieme e sulla letteratura russa del secondo Novecento, che ha contribuito a sviluppare con i numerosi lavori scritti per lui da compositori come Sofia Gubajdulina e Alfred Schnittke. Logicamente, Kremer suona il Secondo Concerto di Shostakovich con la naturalezza espressiva di chi si esprime nella lingua materna, traendo sonorità ambrate e colori variegati dal violino Amati del 1641, che utilizza in concerto dal 2006. Magnifica la forza espressiva del fraseggio nelle ampie arcate melodiche del primo movimento, perfettamente assecondate da Cornelius Meister che ha trovato una assoluta sintonia interpretativa col grande virtuoso lettone, sviluppando un dialogo intenso e serrato tra il solista e la parte strumentale. Un’ interpretazione avvincente per la perfetta costruzione drammatica e il progressivo accumulo della tensione espressiva, culminato in un movimento finale che, dopo l’ intenso lirismo impresso da Kremer alle atmosfere scure e ai colori cupi del secondo tempo, aveva il tono di un’ autentica apoteosi virtuosistica. Una delle migliori esecuzioni di questa pagina tra quelle che io ho ascoltato, assolutamente esemplare sotto tutti i punti di vista.

La conferma definitiva del grande talento di Cornelius Meister si è avuta nella seconda parte, con una splendida esecuzione della Terza Sinfonia di Bruckner. Un’ interpretazione intensissima, vibrante e appassionata, splendida per forza espressiva e carica drammatica, nella quale il giovane direttore ha saputo ottenere dalla RSO des SWR un suono compatto, vibrante e architetture di fraseggio grandiose e solenni. Stupenda in particolare la prova della sezione degli ottoni, oggi una tra le migliori nelle orchestre tedesche per potenza e luminosità di suono, squillo e intonazione. Cornelius Meister, alle prese con una partitura tecnicamente assai complicata, ha dimostrato qualità tecniche e interpretative di primissimo ordine, rendendo alla perfezione il fitto gioco di modulazioni del primo tempo e impostando fraseggi di un equilibrio e respiro perfetti nel celebre Adagio in mi bemolle maggiore, reso con una magnifica forza espressiva e una cantabilità nobile ed ispirata. Bellissime le scansioni ritmiche nello Scherzo, diretto con grande raffinatezza e davvero da manuale la drammaticità intensa e la forza espressiva dei fraseggi orchestrali nel Finale, culminato in una Coda grandiosa e affascinante nella sua monumentale maestosità. In definitiva, un concerto di altissimo livello nel quale, accanto a un grande solista, abbiamo ascoltato un direttore interessante e con tutte le carte in regola per diventare un personaggio di primissimo piano nel mondo musicale internazionale. Una serata di grande musica, accolta da un autentico trionfo di pubblico.



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