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Correlazione tra afa e aggressività latente

Creato il 09 luglio 2011 da Valericcione @valericcione

Caldo e afa un cocktail nemico della salute – Tra i parametri meteorologici che maggiormente influiscono sullo stato psico-fisico umano, vi sono l’umidità relativa e la temperatura. E’ stato dimostrato infatti che il passaggio a condizioni climatiche più calde e umide produce effetti negativi più o meno gravi sulla salute, specie se associato ad un repentino calo della pressione. Al contrario il passaggio a condizioni più fresche, asciutte e soleggiate implica effetti positivi, spesso ripristinando buon umore e produttività. Tra i vari sintomi negativi associati al mutamento del tempo, particolare attenzione è stata posta su quello relativo all’esaltazione degli atteggiamenti aggressivi date le implicazioni sociali che comporta.Esiste un legame tra le condizioni meteo e l’aggressività – Molti studi nello scorso secolo sono stati eseguiti al fine di porre in evidenza la correlazione tra il tempo in atto, o quello imminente, con le condizioni psicologiche dell’uomo. In particolare analizzando anche eventi storici degli ultimi due secoli, per i quali è possibile risalire in modo soddisfacente alle condizioni meteo-climatiche, risulta in alcuni casi evidente un legame tra tempo in atto e aggressività umana. Nello specifico gli effetti opprimenti a livello psicologico del passaggio a condizioni più umide e calde, tipiche dell’approssimarsi del cattivo tempo, può esaltare gli atteggiamenti aggressivi portando soggetti già emotivamente provati ad usare la violenza. A titolo di esempio, tra le ricerche eseguite da Ellsworth Huntington, geografo americano vissuto a cavallo tra 1800 e 1900, risulta che più di un terzo dei tumulti popolari a sfondo religioso che si sono avuti in India tra il 1919 e il 1941 hanno avuto atto nei mesi di Aprile e Agosto. Quest’ultimi per l’India rappresentano mesi caldi in cui il disagio fisico può arrivare a livelli esasperanti, almeno fino a quando non arrivano i monsoni dal mare a rinfrescare l’aria. Di fatto nei mesi monsonici Huntington osservava una diminuzione delle sommosse. Il caldo accentua i comportamenti violenti – Passando a tempi più attuali, studi dimostrano una correlazione positiva tra aumento della temperatura e il numero di arresti per omicidio negli U.S.A.. In particolare il tasso di omicidi-suicidi o comunque di azioni criminose raggiunge dei picchi in Luglio e dei minimi in Gennaio. In quest’ambito è stato pure evidenziato che i crimini a sfondo sessuale vengono commessi nei giorni più caldi e in particolare in estate. Tuttavia vi sono oscillazioni anche in tempi più brevi legate ai passaggi frontali. Sembra infatti che persino il transito di fronti caldi particolarmente umidi e in lenta traslazione possano contribuire nella zona di passaggio all’aumento del tasso di azioni violente. Interessante anche lo studio condotto da Douglas Kenrick e Steve Mac Farlane riguardo l’influenza della temperatura sui comportamenti degli automobilisti in coda o in attesa ai semafori. Ebbene risulta che in giornate calde e umide gli atteggiamenti sociali ostili vengono esaltati, con maggiore aggressività verbale nella comunicazione o comunque maggiore irrequitudine. Riferendoci al contesto italiano, si calcola che per il 5% della popolazione la meteoropatia costituisce una vera e propria malattia mentre ben il 50 % è sensibile per lo meno in misura lieve alle repentine mutazioni dei parametri meteorologici. A titolo di esempio è ben noto che i venti ‘fastidiosi’ in Italia sono lo Scirocco e il Foehn. Il primo, trasportando sulla nostra penisola aria caldo-umida, agisce sugli stati d’animo e riacutizza i dolori fisici; il secondo invece agisce a livello nervoso aumentando la tendenza agli atteggiamenti aggressivi. Il caso del foehn può essere spiegato con la presenza nell’ambiente di ioni liberi interagenti col sistema nervoso centrale, rilasciati dallo sfregamento con i pendii sud alpini di masse d’aria secche in discesa verso le pianure.Concludendo si riportano in quanto segue i principali sintomi da cambiamento del tempo, contestualmente all’ingresso ed al transito di perturbazioni atlantiche nel Mediterraneo: 1 – fino a 3 giorni prima del transito: malessere psichico, maggiore irritabilità e aggressività, ansia, riacutizzazione dei dolori fisici, cefalee. Con l’approssimarsi del fronte i sintomi si intensificano, specie nei soggetti più sensibili. 2 – durante il transito: depressione, svogliatezza, sonnolenza diurna, scarsa reattività e produttività, cefalee. I sintomi psichici prevalgono su quelli fisici. 3 – dopo il transito: si esauriscono i sintomi negativi, riprende il buon umore, aumenta la produttività e la sensazione di benessere. Ad ogni modo va sottolineato che i cambiamenti del tempo agiscono sulla salute di soggetti sensibili, aggravando eventualmente situazioni psichiche o fisiche di per sé già compromesse.


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