Non aspettatevi tabelle di allenamento o regimi dietetici per aumentare l’efficacia della corsa: questa è una biografia incentrata sulla corsa, non un manuale.
Alcuni aspetti interessanti:
– In dodici minuti (12), l’autrice, che dall’adolescenza si è sempre considerata una couch potato (poltrona), decide di iscriversi alla maratona di Londra. E quando la corre, arriva alla fine.
– Le tare mentali che si mette in testa per l’acquisto del suo primo paio di scarpe sono prettamente femminili (io non ce le ho, dunque sono un maschio). Lo stesso dicasi per il capitoletto sui cosmetici: smalti scelti ad arte, fondotinta che non si sciolgono col sudore, legacci per capelli & co.
– L’importanza dell’appoggio di amici, parenti e club vari. Per chi ce l’ha.
– Non conoscevo la storia delle prime donne “di corsa”. Negli anni Sessanta, la prima in assoluto, a Boston, ha dovuto correre di nascosto (e ovviamente i suoi tempi non hanno fatto testo). Insomma, anche nella corsa gli uomini ci volevano tenere dietro le tende, con la scusa, stavolta, che la corsa… faceva prolassare l’utero!