Edward Hopper, "Summer evening" (1947)
Così,
di passaggio a San Lorenzo
ho sentito il mio vomito bianco
mescolarsi alle sveglie di plastica
dei pachistani soli
-
e rivisto il mio nome
scritto sulla birra
che mi hai passato sotto la lingua;
-
e così, di passaggio,
credo anche di aver visto keats
seduto sulla soglia dell’inferno
a vendere biglietti per un concerto
al piano di sopra
-
mentre vestita elegante
allo spaccio d’oppio sotto casa
c’era un fantasma ignorante
che chiedeva se conoscessi la lettera A
-
e io, ritrovata la risposta in tasca:
“Credo di averti già visto,
eri tra il pubblico giù alla City Lights
per quel libro…”
“Big Sur”
“Sì, quello”
-
Così, di passaggio,
ti ho visto piangere,
dolcissimo tempo mercenario:
il tuo calendario tradisce
come una qualsiasi Odette:
e non bastano le madeleine all’alba
che si sbriciolano come labbra di spacciatori
tra le mie mani
nel mezzo di un gran sbuffo di balena.