Il prossimo numero di è imperdibile per i viziosi: 30 giorni "ventiquattro testi inediti: brevi lettere o biglietti che abbracciano gli anni fra il 1935 e il 1963 [inviati dal] suor Maria Ignazia dei Santi Innocenti, agostiniana del monastero dei Santi Quattro C dove fu anche superiora dal 1949 al 1968 C'è una propensione all'eccesso da parte della monaca circa sacrifici e mortificazioni Io non direi che lei debba imporsi altre penitenze, oltre a quelle reclamate dalla regola Non aggiungerei pratiche particolari accia come crede meglio, ma, ripeto, con giudizio e moderazion e"..." ( Avvenire, 19.11.2010), insomma un arrapantissimo carteggio tra una slave avida di lividi e umiliazioni e un master austero e algido, in sublime equilibrio tra distacco e controllo.
Solo un vizioso dai gusti grossolani potrà crucciarsi del fatto che pubblichi solo i testi del 30 giorni master: il vizioso dai gusti bene educati saprà leggere quelli della slave in controluce, certamente sulla falsariga delle umiliazioni che si imponevano sante dei bei tempi andati, quando l'Europa era cristianissima. E sarà meglio così, perché il non detto è spesso più eccitante. A piacere, il vizioso sopraffino potrà immaginare che suor Maria Ignazia abbia confessato a don Montini la sua gran voglia di offrirsi al Signore al livello di una santa Caterina da Siena (flagellarsi, bere pus, ecc.) o di una santa Maria Margherita Alacoque (bondage estremo, leccare vomito, ecc.); lui, cattivissimo: "Mantieni un contegno, cagna!".
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