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Correttore di bozze con manie di grandezza.

Creato il 14 marzo 2014 da Junerossblog

 Direttamente dalla scrivania di Libera
Correttore di bozze con manie di grandezza.In quest’era di self-publishing e di risparmio la figura del correttore di bozze è in via di estinzione, se non già estinta, anche se trovo che sarebbe ancora più utile di prima. Soprattutto se potesse accompagnare  la correzione di refusi e formattazione con un editing, anche leggero.
Gli errori nei testi stanno diventando così frequenti da essere quasi scontati, senza però essere in saldo i libri!
Oggi voglio parlarvi però di un aspetto preciso di tutto il processo di pubblicazione: la responsabilità dell’errore.
Di chi è la colpa se un testo è pieno di refusi e strafalcioni grammaticali o sintattici?
In caso di self-publishing è facile: dell’autore. Infatti è l’unica figura che cura tutto il procedimento.
Quando però c’è una casa editrice a garanzia del prodotto, la colpa va spartita? E in quanti?
Un errore ci può stare, soprattutto se l’autore, preso dalla vena creativa, lascia “comandare” i vari programmi di editor di testi e le loro correzioni automatiche.
Il compito di correggerlo di chi sarebbe?
Dello stesso autore in fase di revisione… certo ma potrebbe sfuggire alla mente già padrona della storia.
Della Casa Editrice? Beh… se paga qualcuno perché svolga questo tipo di lavoro…
Allora è dell’editor, o del fantomatico correttore di bozze, che non hanno letto con attenzione!
Sempre che le figure esistano e facciano il loro lavoro, direi che il concorso di colpa va spartito con un bel gruppo folto di individui!
Un caso speciale sarebbero i libri tradotti, in quel caso chi controlla il traduttore? Sono previsti editor, o sempre i famigerati correttori di bozze, che leggano i lavori? O chi traduce deve anche revisionare e via dicendo?
Certo la correttezza delle forme linguistiche della madre lingua la diamo per scontata, ma forse sbagliamo!
E poi chi decide se la traduzione deve essere letterale o avvalersi delle forme linguistiche variegate dell’italiano?
L’esempio più eclatante di questo tipo di “sviste” o scelte sbagliate che siano, è dato dalle ripetizioni. In inglese (o americano) non danno noia, ma in italiano, dove ogni termine ha almeno dieci sinonimi, è pesante leggerle.
E se l’errore è della trama? Per esempio un nome che cambia allo scorrere delle pagine, un fatto storico mal riportato e senza “la giustificazione finale”, un elemento che lede la congruenza del romanzo… chi dovrebbe individuare ed eventualmente correggere queste situazioni?
Insomma il lettore con chi può rivalersi di aver comprato un libro fallato?
Sono sempre più dell’idea che l’unico colpevole sia un fantasma, bistrattato e mal pagato quando esiste, mai considerato nella giusta luce: il correttore di bozze che sa come fare un editing di base, anche se tacciato di manie di grandezza.

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