Avevo dodici anni la prima volta che camminai sulle acque.
A insegnarmi il trucco fu l’uomo vestito di nero e non sarebbe da me far finta di aver imparato nel giro di una notte. Maestro Yehudi, che mi aveva trovato quando di anni ne avevo solo nove, ero orfano e vagavo per le strade di Saint Louis mendicando spiccioli, mi aveva addestrato per tre anni di seguito prima di lasciarmi esibire i miei numeri in pubblico. Correva il 1927, l’anno di Baby Ruth e di Charles Lindbergh, proprio l’anno in cui la notte incominciò a calare sul mondo una volta per tutte. Tenni duro fino a pochi giorni prima del crollo d’ottobre, e quel che facevo era più strabiliante di qualsiasi fantastica impresa dei due galantuomini appena nominati. Vale a dire, ciò che nessun americano aveva fatto prima e ciò che da allora più nessuno ha fatto.
Paul Auster, Mr. Vertigo
Con Mr. Vertigo Paul Auster rivela ancora una volta il suo notevole talento per una scrittura chiara, luminosa, illuminata, splendente, cristallina, pulita.
La capacità di Auster nel confondere il confine tra fantasia e realtà ha portato a storie originali, atipiche, rare, assolutamente preziose.