
Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni. Come dimostra la cronaca, la strada è ancora molto lunga e in salita, ma con la perseveranza i risultati si possono raggiungere. In questi giorni la Camera ha approvato le norme sul whistleblowing, le pubbliche amministrazioni stanno diventando via via più aperte e trasparenti, una proposta di regolamentazione delle attività di lobbying è arrivata a Montecitorio. Azioni queste che denotano come una società civile più unita su obiettivi condivisi e aventi come focus il bene della res publica porti necessariamente un contributo fondamentale al raggiungimento di traguardi importanti.
Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia
Un passo in avanti del nostro Paese nelle classifiche internazionali sulla percezione della corruzione è sempre una buona notizia. Per compiere un salto di qualità importante occorre però un ruolo più forte della società civile che deve acquisire la consapevolezza che un sistema dove è grande la corruzione non crea ricchezza e alimenta profonde distorsioni del mercato. La battaglia per legalità e trasparenza è resa meno difficile dalla rivoluzione digitale in atto ed anche su questo fronte occorre insistere con decisione per fare della macchina pubblica un attore trasparente, imparziale e rispettoso delle regole del mercato.
Ivan Lo Bello, presidente di Uniocamere
È vero, siamo un po’ saliti nella graduatoria, ma rimaniamo tra gli ultimi paesi in Europa e superati anche da Grecia e Romania… La corruzione è un male endemico, secolare, l’Italia non riesce proprio a scrollarsi di dosso una tradizione che nacque insieme all’unità del nostro paese e si consolidò fino a raggiungere la sua definitiva conformazione durante il fascismo. La repubblica post bellica ha tradito l’opera della Resistenza, che fu il primo tentativo di debellare il cancro del corporativismo, del nepotismo, del privilegio. Dovemmo attendere quasi cinquant’anni, con Tangentopoli, per vedere una lotta radicale alla corruzione, purtroppo interrotta con la morte di Raul Gardini, le cui rivelazioni sarebbero state decisive per dare forse il colpo di grazia ad un sistema politico ignominiosamente adulterato. Troppi i responsabili che a suo tempo l’hanno fatta franca e hanno trasmesso ai “discepoli” questa vergogna nazionale, fatta di piccoli o grandi soprusi, di prevaricazioni, di faziosità inconsulta, di incoscienza civile. Dovremmo rivoltare l’Italia come un calzino, fare ciò che non è riuscito ai padri, in alcuni casi patrigni, della Repubblica, ai magistrati del pool Mani pulite. Non bastano le poche misure millantate da Renzi, gli spiccioli raccolti dall’evasione fiscale. Qui occorre ben altro, un atto forte e coraggioso di lobotomia del cervello ammorbato di tanti, troppi italiani nati negli anni successivi alla guerra, nella speranza che chi è nato molto dopo non sia stato contagiato irrimediabilmente. Se non riusciremo a far trionfare il merito, il talento, l’onestà, questo paese non potrà pretendere di avere un futuro.
Ecco la graduatoria del CPI (Corruption Perception Index) a cura di Transparency International, con il punteggio relativo alla media della corruzione diffusa nel settore pubblico:
1 Danimarca 91
2 Finlandia 90
3 Svezia 89
4 Nuova Zelanda 88
5 Paesi Bassi 87
5 Norvegia 87
7 Svizzera 86
8 Singapore 85
9 Canada 83
10 Germania 81
10 Lussemburgo 81
10 Regno Unito 81
13 Australia 79
13 Islanda 79
15 Belgio 77
16 Austria 76
16 Stati Uniti 76
18 Hong Kong 75
18 Irlanda 75
18 Giappone 75
21 Uruguay 74
22 Qatar 71
23 Cile 70
23 Estonia 70
23 Francia 70
23 Emirati Arabi Uniti 70
27 Bhutan 65
28 Botswana 63
28 Portogallo 63
30 Polonia 62
30 Taiwan 62
32 Cipro 61
32 Israel 61
32 Lituania 61
35 Slovenia 60
36 Spagna 58
37 Repubblica Ceca 56
37 Corea (Sud) 56
37 Malta 56
40 Cape Verde 55
40 Costa Rica 55
40 Lettonia 55
40 Seychelles 55
44 Ruanda 54
45 Giordania 53
45 Mauritius 53
45 Namibia 53
48 Georgia 52
48 Arabia Saudita 52
50 Bahrain 51
50 Croazia 51
50 Ungheria 51
50 Slovacchia 51
54 Malaysia 50
55 Kuwait 49
56 Cuba 47
56 Ghana 47
58 Grecia 46
58 Romania 46
60 Oman 45
61 Italia 44
61 Lesotho 44
61 Montenegro 44
61 Senegal 44
61 Sud Africa 44
66 Sao Tome e Principe 42
66 Macedonia 42
66 Turchia 42
69 Bulgaria 41
69 Giamaica 41
71 Serbia 40
72 El Salvador 39
72 Mongolia 39
72 Panama 39
72 Trinidad and Tobago 39
76 Bosnia e Herzegovina 38
76 Brasile 38
76 Burkina Faso 38
76 India 38
76 Tailandia 38
76 Tunisia 38
76 Zambia 38
83 Benin 37
83 Cina 37
83 Colombia 37
83 Liberia 37
83 Sri Lanka 37
88 Albania 36
88 Algeria 36
88 Egitto 36
88 Indonesia 36
88 Marocco 36
88 Perù 36
88 Suriname 36
95 Armenia 35
95 Mali 35
95 Mexico 35
95 Filippine 35
99 Bolivia 34
99 Gibuti 34
99 Gabon 34
99 Niger 34
103 Repubblica Dominicana 33
103 Etiopia 33
103 Kosovo 33
103 Moldova 33
107 Argentina 32
107 Bielorussia 32
107 Costa d’Avorio 32
107 Ecuador 32
107 Togo 32
112 Honduras 31
112 Malawi 31
112 Mauritania 31
112 Mozambico 31
112 Vietnam 31
117 Pakistan 30
117 Tanzania 30
119 Azerbaijan 29
119 Guyana 29
119 Russia 29
119 Sierra Leone 29
123 Gambia 28
123 Guatemala 28
123 Kazakhstan 28
123 Kyrgyzstan 28
123 Libano 28
123 Madagascar 28
123 Timor-Leste 28
130 Camerun 27
130 Iran 27
130 Nepal 27
130 Nicaragua 27
130 Paraguay 27
130 Ucraina 27
136 Comoros 26
136 Nigeria 26
136 Tajikistan 26
139 Bangladesh 25
139 Guinea 25
139 Kenya 25
139 Laos 25
139 Papua Nuova Guinea 25
139 Uganda 25
145 Repubblica Centrale Africana 24
146 Repubblica del Congo 23
147 Ciad 22
147 Rep. Democratica del Congo 22
147 Myanmar 22
150 Burundi 21
150 Cambogia 21
150 Zimbabwe 21
153 Uzbekistan 19
154 Eritrea 18
154 Siria 18
154 Turkmenistan 18
154 Yemen 18
158 Haiti 17
158 Guinea-Bissau 17
158 Venezuela 17
161 Iraq 16
161 Libia 16
163 Angola 15
163 Sud Sudan 15
165 Sudan 12
166 Afghanistan 11
167 Corea (Nord) 8
167 Somalia 8
