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Corsa alla presidenza FIR: Gianni Amore presenta il suo programma

Creato il 26 maggio 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Al momento è l’unico candidato alla corsa alla presidenza FIR, oltre all’attuale numero uno del rugby italiano Giancarlo Dondi. Se sarà l’unico lo scopriremo nelle prossime settimane.
Gianni Amore intanto presenta il suo programma, in attesa di scoprire quando si voterà (la forchetta va da settembre a gennaio)

PRESENTAZIONE PROGRAMMA PRESIDENZA GIANNI AMORE
Quando ho deciso di candidarmi, ho pensato fosse necessario prima di tutto, raccogliere consensi su un’idea forte e facilmente comprensibile per finalità e per importanza. Questa idea è la 1º convocazione degli STATI GENERALI DEL RUGBY ITALIANO, da realizzarsi dopo tre mesi la mia possibile elezione.
Questa iniziativa sottende di fatto la mia idea di base sulla quale è fondato e strutturato tutto il programma che ho sviluppato insieme al mio staff: accorciare la distanza tra vertici e base. Il nostro sport è diventato più popolare che in passato (gli 80.000 dell’Olimpico sono un esempio evidente) e questo per merito delle idee finora sostenute e sviluppate dalla Federazione. Ma è proprio in merito a questa impostazione, ribadita dall’attuale dirigenza, nei fatti e negli atteggiamenti, che si basa la mia visione critica.
Sono convinto infatti, ma soprattutto preoccupato, che andare nella stessa direzione ci porti ad un livello di ingestibilità tale, da mettere a rischio se non la tenuta, certamente lo sviluppo del movimento che seppur aumentato nei numeri, necessita di una crescita costante per mantenere e migliorare la posizione occupata attualmente nel ranking internazionale.
Gli elementi che possono mettere in crisi il rugby italiano sono:
-continue e confermate sconfitte internazionali
-livelli di competitività europei da sostenere quasi solo attraverso risorse economiche
-il dover comperare competitività invece di generarla all’interno del movimento
-il ricreare nelle accademie degli atleti artificiali, segregati sotto la cappella federale
-sottovalutazione della misura dei sostegni da fornire alla base del nostro movimento
Sono convinto che tutto questo abbia generato un gigante dai piedi di argilla, una nazionale cioè che non ha alle spalle un movimento rugbystico solido, numeroso che garantisca supporto, rifornimenti, tenuta, ricambi costanti.
Attualmente le fortune dell’Italia dipendono troppo dagli eleggibili di turno, dalla tenuta di senatori, dalla conferma di troppo rari talenti: elementi fondamentali che in queste condizioni richiedono troppo denaro e troppe coincidenze favorevoli, in assenza di un lavoro di fondo programmato. Destinate in quel modo le risorse economiche, verranno sottratte inevitabilmente ad una base sempre alla ricerca affannosa di sponsor e di nuovi giocatori da raccogliere sul territorio. Con gli STATI GENERALI DEL RUGBY ITALIANO desidero dare voce, spazio, potere decisionale alle risorse sicuramente presenti sul territorio per fare insieme ciò di cui il nostro sport necessita.
Desidero togliere autorità ai vertici che a volte, troppo concentrati sulla immagine internazionale, si dimenticano che ogni buon libro è fatto soprattutto delle pagine interne anche se ha una bella copertina.
Sono qui oggi per chiedere il vostro parere e soprattutto il vostro sostegno elettorale.
Grazie a tutti
Gianni Amore

IL MIO PROGRAMMA PER UNA NUOVA FIR
Il programma che intendo sviluppare negli anni futuri della mia Presidenza è trattato nelle pagine seguenti.
È composto da analisi tecniche precise, da importanti iniziative e anche solo da provocazioni, che solo in questo modo potranno aprire la strada a quelle innovazioni di cui si ha sempre bisogno per operare svolte, cambi di marcia, tanto necessari da poter diventare determinanti per il futuro. Come avrete modo di vedere qui e sul mio blog, il programma è suddiviso in sezioni, perchè mai come in questo momento nel quale si decide del futuro del nostro movimento, si devono affrontare i problemi in modo globale.
Per questa ragione le sezioni che ho trattato sono le seguenti
ASPETTI ORGANIZZATIVI
ASPETTI TECNICI
ASPETTI ECONOMICI
ASPETTI PROMOZIONALI
ASPETTI EDUCATIVI E SOCIALI
ASPETTI PSICOLOGICI
ASPETTI STRUTTURALI

CONVOCAZIONE STATI GENERALI DEL RUGBY ITALIANO
LO SVOLGIMENTO DEI LAVORI
La convocazione dei 1º Stati Generali del Rugby, prevista tre mesi dopo la possibile assunzione della carica presidenziale, si svilupperà in 6 giorni lavorativi più un settimo di scambio fra i club ed eventuali accordi ufficializzabili con certificazione Federale.
Due mesi prima saranno pubblicati i bandi relativi agli argomenti che costituiranno parte dell’azione della nuova dirigenza e sui quali ogni società potrà presentare entro un mese dall’inizio dei lavori una di queste tre tipologie di lavoro:
Una relazione
Un progetto realizzato
Un progetto da realizzare
Riteniamo che conferire un ruolo determinante alle singole società, dia modo di intraprendere azioni e decisioni più eque, più realiste e più utili per tutti. La partecipazione è possibile in veste di semplice uditore o di relatore nel caso di presentazione di una relazione. Chi avrà la delega della propria società di appartenenza avrà diritto di voto per quelle eventuali decisioni assembleari che avranno valore di provvedimento ufficiale da ratificare in sede federale.
Per trattare argomenti fuori bando, è necessario presentare entro il mercoledì sera una relazione al massimo di una cartella, relativa al proprio intervento. Entro il giovedì sera, il comitato organizzatore, esaminata la relazione, darà o meno l’approvazione per tenere il proprio intervento nella giornata di venerdi. In caso negativo, verrà comunicato all’interessato la ragione dell’esclusione.
L’evento si svolgerà presso un centro di accoglienza con campi di gioco (per affrontare anche questioni tecniche di gioco) e un’aula riunioni adeguata a contenere i necessari posti a sedere, provvista di supporti audio video e connessione wifi secondo standard che verranno resi pubblici nel bando in modo che chi debba portare materiale visivo lo adegui agli standard di proiezione. Il costo che sarà il più basso possibile, comprenderà il solo vitto e alloggio, sarà a carico dei partecipanti e potrà essere limitato al numero di giorni desiderato senza limite minimo. E’ prevista anche la partecipazione esterna tramite rilascio del badge di iscrizione. Nelle nostre intenzioni c’è quella di ricorrere a volontari del 3º tempo per il vitto dei partecipanti ai lavori.
PREMIAZIONI E GRATIFICHE Entro due mesi dalla fine dei lavori, verranno rese pubbliche le graduatorie dei progetti presentati e devolute le somme in danaro previste dal bando, alle società autrici. Il premio verrà riconosciuto solo in presenza di effettivi aspetti innovativi o organizzativi o di risultato, per fare in modo di non diluire troppo la consistenza economica del premio e gratificare consistentemente le idee valide.
PREMI SPECIALI PER: L’ HAKA ITALIANA, WEB E SOCIAL
Premio speciale per la migliore haka inventata da un club italiano e per i tre migliori siti web e le tre migliori presenze sui social (candidati dagli stessi club) e giudicati in funzione dell’aspetto promozionale e delle iniziative del club.
I PARTECIPANTI
Club di tutte le categorie maschili e femminili, Old, Touch, 7, 13, Under, tecnici, arbitri, sponsor, assessori sport, educatori perchè ognuno deve conoscere le esperienze degli altri e portare le proprie. Nessuno (escluso il comitato organizzatore e i lavoratori manuali) potrà godere di ospitalità gratuite, per dare all’iniziativa il carattere dell’uguaglianza tra tutte le anime del movimento: per noi ha la stessa dignità e importanza dei massimi dirigenti, il volontario che cuoce le salsicce nel terzo tempo e l’occasione degli SGR è quella di affermare questo concetto.
GLI OBIETTIVI
Sono quelli di dare voce alla base per conoscere difficoltà, capacità, iniziative, metodi che devono avere un’eco nazionale. Quando l’Italia gioca nel 6N ognuno deve sentire di aver contribuito concretamente. Questo sentimento dovrà essere nei cuori dei partecipanti al loro ritorno a casa e dai lavori che usciranno, si ispirerà il lavoro della nuova presidenza.
IPOTESI DI BANDI DA EMETTERE
da definire, integrandole con proposte di argomenti aggiuntivi arrivati via mail al profilo SGR
RIFORMA FIR (ripetibilità dei mandati -mai più lo stesso Presidente e stessi consiglieri per 16 anni)
PROMOZIONE NELLE SCUOLE
PROMOZIONE SUL TERRITORIO
COME VIVERE SENZA SPONSOR
TRASFORMARE FIR E SOCIETÀ IN GRUPPI D’ACQUISTO
COME CREARE UNA FRANCHIGIA CELTICA
COME FINANZIARE UNA FRANCHIGIA CELTICA
SOCIETÀ DI RUGBY E NUOVE TECNOLOGIE
RUGBY E MOTIVAZIONE PSICHICA
RUGBY E FORMAZIONE UMANA
RUGBY E RECUPERO SCOLASTICO
TRASFERTE TECNICHE FORMATIVE ALL’ESTERO
GEMELLAGGI E SOCIETA’ SATELLITE
PERMIT PLAYERS CATEGORIE INFERIORI
FAR NASCERE UN CLUB DOVE NON ESISTE IL RUGBY
NUOVI RAPPORTI CON LA FIR
LA PREPARAZIONE FISICA
GESTIONE E RECUPERO DEGLI INFORTUNI
TECNICI E ALLENATORI: COME CREARLI E FARLI CRESCERE
PROFESSIONISMO: ALTI STIPENDI O PREVIDENZA?
RICERCA E INNOVAZIONE NEL RUGBY ITALIANO
WEB E SOCIAL
THE BEST HAKA

ASPETTI ORGANIZZATIVI
IL DATABASE FEDERALE
La Presidenza di Gianni Amore ha come primo obiettivo quello di accorciare le distanze tra base e vertici federali, passando attraverso la semplificazione del linguaggio, in modo da mettere in grado i club di colloquiare con la FIR non come se fosse un ministero, ma l’interlocutore più naturale per segnalare problemi, esporre idee, destinare energie.
E’ contraria agli interessi del rugby nazionale, una federazione che sembra interessata solo a far belle figure (purtroppo molto raramente) in Europa e che riservi solo autoritarismo alla base in modo severo e distaccato.
Come questa impostazione è finita tra stato e cittadini che non possono essere considerati limoni da spremere o delinquenti da punire, così deve rapidamente cambiare tra società e FIR. Il primo elemento su cui lavorare è la comunicazione tra singole società e federazione, una comunicazione veloce, immediata che oltre ad essere verticale debba realizzarsi anche in modo trasversale e faccia diventare la FIR soprattutto ottimizzatrice di risorse, idee ed energie. Per questa ragione verrà realizzato un database nel quale le singole società immetteranno tutto ciò che vogliono far sapere alla FIR, ai singoli club, alla stampa, ai tecnici, ai giocatori. Nello stesso database potranno essere consultati i bilanci federali, l’uso dei fondi, potranno essere organizzate consultazioni referendarie su argomenti che riguardano tutto il movimento, censite costantemente società e impianti, resi pubblici i verbali delle riunioni consigliari.
Arriveranno gli avvisi via mail di bandi, comunicazioni, iniziative senza richiedere una consultazione da parte della società del sito, non sempre facile e intuitiva, per restare informati costantemente. Il tutto accessibile da computer e da tablet intanto che si ritorna a casa in pullman, intanto che si è in tribuna a guardare la partita. La Federazione provvederà a fornire a prezzi molto vantaggiosi i mezzi informatici necessari (iPad, iPhone o software per PC)
DATI RISERVATI TRA FIR E SOCIETÀ
via cod. Club e password
Dati federali consultabili
Segnalazioni non ufficiali su abusi e irregolarità
Bisogni economici e intenzioni di investimento
Suggerimenti
Lamentele
Segnalazioni atleti degni di merito o aiuto
DATI CONDIVISI PUBBLICI
notizie tra federazione, comitati, club e utenti autorizzati sempre con accesso protetto e individuabile
Risultati match in tempo reale
Iniziative conviviali, turistiche, tecniche, culturali
Idee e progetti
Mercato giocatori
Mercato delle necessità e delle disponibilità
Comunicazioni e circolari ufficiali
Decisioni federali
Promozioni e annunci
Acquisti di gruppo
Censimento società su tutti gli elementi necessari a misurare il movimento (num. Giocatori, impianti, volontari)
Gestione volontari
Foto e anagrafiche atleti
Anagrafiche dirigenti
Vendite e acquisti
Pubblicazione Bandi Federali che potranno essere solo facili e intuitivi
INTRODUZIONE IPAD NEI CLUB CONSENTE
Assistenza tecnica federale remota anche su aspetti di gioco sul campo e fuori
Gestione professionale di video analysis
Immissione e conoscenza dati in tempo reale dal campo

ASPETTI ORGANIZZATIVI
AUTONOMIA DEI COMITATI REGIONALI
Ogni Comitato Regionale deve dotarsi di un ufficio interno o esterno di marketing e comunicazione che si occupi della ricerca di sponsor e del rapporto con le istituzioni nella realizzazione di progetti sportivi, culturali e turistici, finanziabili da fondi europei, regionali e comunali.
Dovrà occuparsi dell’immagine del comitato nei confronti delle istituzioni, delle altre federazioni, per migliorarne l’immagine legata all’efficienza, all’organizzazione e al valore educativo che ha il nostro sport.
Questa impostazione rafforzerà la capacità del rugby di far vivere ai suoi affiliati esperienze internazionali che in un’azione di coordinamento tra comitati, permetterà maggiori scambi, opportunità e conoscenza sia a livello tecnico, istruttivo ed educativo.
L’organizzazione di eventi non sempre trova la società disponibile o preparata. A questo scopo è necessario che il comitato Regionale si attivi, affiancato dagli uffici federali competenti, per realizzare con la collaborazione delle società l’evento da organizzare. Ogni introito che deriverà da questi eventi sarà destinato alle necessità economiche delle selezioni.

SITUAZIONE COMITATI
La situazione generale della maggior parte comitati è molto provvisoria. Uffici, sedi per gli allenamenti, per riunioni tecniche di formazione e aggiornamento sono costituiti abitualmente da ambienti esterni che a secondo dell’idoneità possono incidere sull’efficacia del lavoro svolto. Desidero impegnarmi per inserire piani d’investimento a lunga scadenza, per mettere in condizione i comitati regionali di avere una propria “casa” adatta a tutte le necessita dell’attività regionale, come:
mettere a disposizione sede di gioco delle selezioni locali
diventare sede delle franchigie regionali U18
diventare la sostituzione per impianti temporaneamente impraticabili
essere sede di corsi estivi
attività dalle quali si potrebbero avere importanti entrate destinate ad autofinanziarsi

ASPETTI TECNICI
PREMESSA
La militanza come giocatore, allenatore, dirigente, responsabile e Presidente Regionale Federale, mi suggerisce facilmente le soluzioni necessarie a gestire il movimento nell’ambito tecnico e mi spinge a considerare come necessaria la destinazione del 10% delle risorse federali alle attività giovanili. Più precisamente il 5% suddiviso in parti uguali per tutte le squadre formate, il restante 5% su basi meritocratiche applicate in base al COEFFICIENTE SOCIETA’.
Ogni mia visione è orientata a facilitare il lavoro di una base il cui vero obiettivo deve essere la produzione di talenti che migliorino il tasso tecnico italiano e rafforzino la nazionale che è e deve diventare sempre più l’inizio e il fine ultimo di tutto il movimento.
Il ruolo della federazione è fondamentale, ma devono cambiare metodologie gestionali e logiche di comportamento. La FIR deve cioè occuparsi dell’alto livello, ma non deve soffocare con inutili distacchi e snobismi il movimento chiamato a seminare incessantemente per consegnare buoni frutti alla nazionale che ha la funzione primaria, con le sue prestazioni internazionali, di rafforzare l’appeal del rugby presso l’opinione pubblica, facilitando il reclutamento di nuovi giovani. Per tutte queste ragioni vi illustro le mie idee, sempre disponibile al confronto con chi vive la realtà del nostro sport ogni giorno.
UNDER 14
L’attività Under 14, attualmente, in alcune regioni è molto gravosa per le società e per diminuire questi oneri si deve svolgere solo a carattere provinciale o al massimo tra due province confinanti tranne i casi particolari. Bisogna incentivare le società esistenti sul territorio a formare altri club o affiliare scuole sul loro territorio in modo tale da poter svolgere una attività quantitativamente soddisfacente (tra andata e ritorno almeno 14 incontri/concentramenti ) che permetta alle società di svolgere l’attività obbligatoria. Solo nell’ultima parte della stagione ci sarà una fase finale che vedrà le migliori società confrontarsi tra loro.
I migliori giocatori formeranno delle selezioni provinciali/interprovinciali che si affronteranno, in una serie di festival, in un torneo delle province all’interno del cui svolgimento, i selezionatori potranno visionare i futuri atleti che formeranno le selezioni U16.
UNDER 16
Se l’attività U14 verrà effettuata a carattere provinciale/interprovinciale anche quella dell’Under 16, l’anno successivo, potrà essere effettuata, almeno in una prima fase, a carattere provinciale/ interprovinciale e solo una seconda fase, tra le migliori provinciali, si svolgerà a carattere regionale.
Questo criterio permetterà alle società di svolgere con minori oneri i campionati U16. Si ripristinerà il trofeo delle regioni U16 che avrà il suo culmine nel periodo Pasquale al quale parteciperanno tutte le regioni divise in gironi stabiliti sui meriti e risultati, ed ogni anno ci saranno promozioni e retrocessioni da un girone all’altro come avviene, per intenderci, nei campionati mondiali U20.
Il trofeo delle regioni permetterà agli atleti di giocare ad un livello superiore a quello dei loro campionati provinciali/interprovinciali/regionali e permetterà ai tecnici di monitorare in modo capillare i migliori atleti per poi scegliere quelli che saranno i componenti delle franchigie Under 18. Durante la stagione ci saranno allenamenti ed incontri tra le selezioni delle regioni confinanti e la regione non ancora pronta per essere rappresentata, consentirà ai suoi atleti migliori, di giocare con la selezione di una regione confinante.
UNDER 18
I campionati U18 saranno regionali, ma contestualmente ci sarà un campionato delle franchigie che vedrà 10 selezioni (franchigie) regionali/interregionali, incontrarsi tra di loro. Questo permetterà a circa 300 atleti di giocare ad un livello superiore rispetto al livello espresso dai normali campionati regionali e tutto verrà gestito dalla Federazione con dei team di tecnici e preparatori. So che questo progetto è ambizioso, oneroso e che per i primi anni sarà difficoltoso da attuare, ma penso che per avere una nazionale U20 di maggior livello questa sia la strada migliore da intraprendere.
Si tratterà di vere e proprie accademie, che necessiteranno di location, dirigenti, allenatori, preparatori e tutto quello che serve per l’assistenza ai ragazzi. I benefici ricadranno immancabilmente sulla U20. Tra questi ragazzi le società dell’eccellenza pescheranno per formare le loro Under 20. Queste accademie/franchigie saranno l’obbiettivo da raggiungere per tutti i ragazzi che parteciperanno ai campionati regionali.
UNDER 20
Il campionato under 20 si effettuerà con un criterio regionale/interregionale in cui ci sarà un girone che sarà formato dalle società dell’eccellenza con un girone speculare a quello delle prime squadre. Verranno istituite 4 franchigie che effettueranno, durante le soste dei campionati, degli incontri tra loro (campionato delle franchigie) e delle trasferte all’estero sempre per crescere il loro livello tecnico fisico e preparare coloro i quali saranno poi i componenti della nazionale U20 che ogni anno partecipa al 6N e alla Coppa del Mondo di categoria.
Queste selezioni (100/120 atleti ) faranno anche dei collegiali periodici ed allenamenti congiunti. A fine stagione effettueranno delle tournée insieme alle franchigie seniores. Le società che parteciperanno ai campionati regionali/interregionali avranno la possibilità di concorrere al titolo di campione d’Italia tramite gli spareggi che porteranno la migliore a confrontarsi con la migliore delTop 10 in una semifinale.L’altra semifinale sarà giocata dalle 2° e 3° del girone Eccellenza.
FRANCHIGIE SENIORES
Queste franchigie saranno le squadre che parteciperanno alla Amlin Cup.

Saranno gestite dalla FIR e avranno una identità territoriali NE, NO, Centro, SUD. Visti i risultati delle nostre squadre in coppa, nasce la necessità di formare dei team più competitivi per non correre il rischio di scomparire dal giro internazionale. Esse serviranno da bacino per le Celtiche, che attualmente, visto il livello della nostra massima serie non riescono a trovare degli atleti che hanno un valore che si avvicini a quello degli atleti delle squadre di Celtic. La FIR non può pretendere che le società di Celtic League. schierino solo 3 atleti stranieri e nei ruoli chiave degli atleti di un livello inferiore a quello delle altre compagini. La FIR potrà pretenderlo solo dopo che avrà essa stessa contribuito a costruire atleti di livello. Per questo motivo le franchigie saranno formate solo da atleti che potranno giocare in nazionale. Esse durante l’anno avranno diversi impegni di livello.
Disputeranno un torneo delle Franchigie, la Amlin Cup e a fine stagione 2/3 di incontri con squadre internazionali. A fine stagione le partite di livello saranno almeno 10/12. Chi fornirà atleti alle franchigie godrà di contributi per l’attività giovanile.

OLIMPIADI 2016 RUGBY A 7
Le Olimpiadi del 2016 nelle quali è contemplato il torneo a 7 di rugby, sono alle porte. Le altre Union si stanno preparando a questo evento da anni, molte hanno scelto un gruppo di giocatori che giocano solo a rugby a 7 e che partecipano ai vari tornei sparsi per il mondo. L’Italia deve correre ai ripari perchè per ora ha fatto molto poco e l’unica cosa da fare è giocare e per giocare ci vogliono i tornei.
Proporrò quindi l’effettuazione di campionati regionali e nazionali di rugby a 7, categorie seniores e juniores, per scoprire chi possa essere particolarmente portato per questo tipo di disciplina. Da questi campionati si individueranno 30 atleti che formeranno 2 nazionali che parteciperanno, ai vari tornei internazionali, per far raggiungere alla nostra nazionale il livello necessario per l’evento olimpico.
Sempre per lo stesso scopo un anno prima delle Olimpiadi si formerà un’accademia nella quale si terranno i raduni necessari a superare le qualificazioni prima per poter affrontare l’importante avvenimento. Gli atleti che per questa attività non svolgeranno la abituale attività e le società che di conseguenza rinunceranno ai loro atleti riceveranno i necessari compensi e indennizzi.

ASPETTI TECNICO/PROMOZIONALI
PROGETTO SCUOLA
Il progetto scuola avrà la sua attuazione a partire, dalle scuole elementari.
Usando una metafora, il rugby dovrà cogliere i suoi frutti dall’albero e non da terra dopo che sono caduti. Il reclutamento nelle scuole medie, ci costringe a “ripiegare” tra bambini che hanno già fatto delle scelte sportive (difficilissimo convincerli a migrare da uno sport ad un altro), che hanno abbandonato in seguito per vari motivi.
Il progetto applicato nelle Elementari ci permetterà di essere in vantaggio con le altre discipline, perché, per mia esperienza personale, il rugby è la disciplina sportiva che più piace ai bambini, essendo la più semplice da imparare specialmente nelle categorie U6 – 8 – 10 – 12, per merito delle pochissime regole da applicare durante il gioco. Altro motivo per il quale il rugby piace ai bambini è perché per sua natura, è uno sport trasgressivo, permette loro di fare tutto ciò che i loro genitori vietano: spingere, correre, buttarsi per terra (fare la lotta), mettere i piedi nell’acqua ecc. ecc.. Per semplificare l’accesso nelle scuole faremo in modo di firmare un protocollo d’intesa col MIUR nel quale la FIR si offrirà di fornire, a costo zero, tramite le società, istruttori e/o insegnanti, laureati in scienze motorie, debitamente istruiti per operare con i bambini delle scuole primarie.
Il costo degli insegnanti non sarà a carico delle società ma della FIR. Questo progetto ci farà reclutare maggior numero di atleti, anche quelli che vengono tradizionalmente coinvolti in altre discipline che intercettano da anni i ragazzi prima di noi. Si continuerà a reclutare nelle scuole Secondarie, ma con meno affanno poiché molti piccoli avranno già giocato nelle scuole primarie. Ogni anno, i Delegati Provinciali, in ogni provincia, organizzeranno un torneo delle scuole elementari e al tempo stesso, in ogni regione, a carico della FIR si effettuerà un torneo U12 (Vºelementare) delle scuole che avranno partecipato ad un numero di concentramenti scolastici indicati dalla FIR.
PROGETTO RUGBY DI BASE U6-8-10-12
Il progetto rugby di base, così come il progetto scuola, avrà come obbiettivo il reclutamento dei bambini sin dall’età di 5 anni: i due progetti dovranno camminare simultaneamente. Le società che attueranno il reclutamento saranno premiate in modo proporzionale al risultati che otterranno e cioè: numero di tesserati e numero dei tornei ai quali parteciperanno. Ogni società per poter concorrere al PROGETTO RUGBY DI BASE, dovrà organizzare almeno un torneo e partecipare ad almeno altri 9 tornei.
Tutta l’attività sarà coordinata dai CR i quali organizzeranno due tornei regionali. Le società che realizzeranno il PROGETTO RUGBY DI BASE riceveranno premi proporzionati alla loro attività a partire dagli U6.
Il tutto sarà regolamentato in relazione al numero di tesserati per ogni categoria. Le società che si adopereranno ad incrementare il rugby nelle scuole avranno, tramite l’azione di tutoring, operata dal loro insegnate di riferimento, un beneficio costante per il reclutamento che richiederà nel futuro minori sforzi, diventando punto di riferimento per il territorio.
INCONTRI INTERNAZIONALI E TORNEI COME PROPAGANDA EFFICACE
Una delle mie più belle esperienze è stata l’organizzazione dell’incontro Italia A -Inghilterra Saxsons. Era il 2008 e a Ragusa c’erano tre società due delle quali scolastiche. Dopo quell’incontro, il movimento rugbystico a Ragusa, è raddoppiato.
I grandi eventi portano interesse e richiamo da parte di tutto il territorio ospitante, favorendo immediatamente il reclutamento tra i giovani locali che possono giocare a rugby. Organizzarle abitualmente in zone dove il rugby è già diffuso, non aiuta tanto ad aumentare il numero di tesserati a livello nazionale, quanto succede quando questi eventi vengono organizzati in territori quasi vergini come Puglia, Calabria, Basilicata, Marche, Umbria favorendo una diffusione omogenea sul territorio nazionale.
Oltre a ciò il vantaggio è che più tesserati vicino a casa significa diminuire le abituali difficoltà nelle quali si dibattono le società che operano in territori poco popolati di rugbysti.
SVILUPPO RUGBY FEMMINILE
Lo sviluppo del rugby femminile richiede tutti gli sforzi tipici di ogni attività al suo nascere. Sono necessari pertanto benefit economici specificatamente finalizzati ai risultati ottenuti nell’attività di reclutamento di nuove atlete, di avviamento alla carriera di allenatrice, per ogni formazione femminile schierata per la attività obbligatoria e soprattutto per il coinvolgimento nel mondo della scuola di questa attività sportiva, nelle situazioni di recupero sociale e di progetti legati alle pari opportunità Da rivedere le diarie, attualmente mortificanti a favore delle giocatrici della Nazionale in occasione dei ritiri collegiali e delle partite della Nazionale.
Aumentare e migliorare l’attività federale e l’attività internazionale insieme con quella dei campionati regionali giovanili e di un trofeo delle regioni o interregionale femminile U14, U16 e Seniores. E’ necessario destinare maggior numero di selezionatori regionali, di allenatori e allenatrici che si occupino dello sviluppo della disciplina nel proprio territorio. Se verranno applicati tutti questi accorgimenti il rugby femminile, nello spazio di 4/5 anni, raddoppierà inevitabilmente tesserati e squadre.
TRASMISSIONI TELEVISIVE CAMPIONATI
La deludente attenzione della RAI verso incontri importanti, spostati spesso dalle dirette ad orari assurdi in differita, evidenzia che la visibilità televisiva del rugby a causa di un’audience di scarso interesse per i network, paga il prezzo di una conseguente bassa diffusione mediatica che non aiuta il movimento a svilupparsi.
Esistono tuttavia possibili trattative con network a carattere nazionale maggiormente interessati della RAI ad organizzare trasmissioni televisive, sugli eventi nazionali e regionali e a realizzare una trasmissione dedi- cata al rugby. Il vantaggio economico verrebbe generato dagli intro- iti pubblicitari derivati dagli stessi sponsor delle squadre con i qua- li diventerebbe possibile creare importanti sinergie commerciali.

ASPETTI PROMOZIONALI
IL MATERIALE COMUNICATIVO
Si rimane sempre sorpresi nel vedere quante iniziative promozionali si sviluppano spontaneamente nel nostro movimento su tutto il territorio nazionale. Sono convinto che queste iniziative, nate solo da una grande passione e dalla consapevolezza degli aspetti educativi del rugby, debbano essere aiutate, sostenute ed ampliate.
Dall’iniziativa Rugby nei Parchi, all’attività di un club come il Reggio Emilia che segue più di 200 bambini per tutto l’anno, alla passione nel Cilento dove si è sempre alla caccia di volontari per seguire tutti i bimbi che hanno cominciato a praticarlo….e chissà quante altre lodevoli iniziative. Iniziative che rischiano di non avere il riconoscimento e il sostegno che meritano.
Nelle mie intenzioni vi è la volontà di sostenere queste attività addossando alla FIR le spese relative al materiale promozionale e/o alla loro realizzazione in modo da togliere un costo alle società.
Le necessità dei club previste ad inizio anno riguardo manifesti, volantini, affissioni potranno essere riunite in un bando nazionale di acquisto di materiale stampato e ottenute ad un prezzo conveniente tanto da diventare, insieme a siti web realizzati un onere sostenibile dalla federazione.
AUMENTO E MIGLIORAMENTO DEL MERCHANDISING
Una delle fonti di finanziamento della FIR deve essere il merchandising, lo è per i grandi club, lo è per il 6 Nazioni, deve esserlo in misura maggiore, per i CR che coordinandolo ne traggano un vantaggio per sè e per le società. Oggi lo si fa in modo non organizzato, occasionale e limitato. Un miglioramento dell’organizzazione, un aumento degli acquisti e un coordinamento tra FIR comitati e singoli club, per la vendita on line, potrebbe essere sicuramente una fonte di ricavo importante, considerando il potere d’acquisto di tutto il movimento.
Una maglia, una tuta, una T-Shirt o una polo col marchio della propria regione, ti fa sentire parte attiva di un movimento, di esserne partecipe, attraverso un’acquisto che per avvantaggiare il proprio sport, può essere fatto in un posto diverso da quello abituale. Per chi compera 10.000 T-Shirt invece di 100 derivano inevitabilmente dei vantaggi economici che ritorneranno a beneficio di tutto il movimento.
Parte del ricavato da queste vendite sarà destinato alla crescita delle selezioni regionali puntando sulle trasferte all’estero tanto importanti per confrontarsi con le altre realtà rugbystiche.
SFRUTTAMENTO RADUNI NAZIONALE MAGGIORE A FINI PROMOZIONALI
I raduni di allenamento della nazionale portano tradizionalmente appassionati e non, ad assistere alle sedute di allenamento. Ritengo che tutto ciò che può essere occasione di conoscenza, diffusione, merchandising legato a questi appuntamenti, debba essere sfruttato ancora più di quello che si fa attualmente, coinvolgendo autorità locali, scuole, giovani e società per creare eventi dal forte impatto di immagine del rugby nazionale che lasci il segno sul territorio che ospita i giocatori azzurri. Pensate solo a far fare un giro a bordo sul pullman della nazionale ai bambini di una scuola…..che emozione indimenticabile!

ASPETTI ECONOMICI
CORSI PER ALLENATORI
La causa del notevole costo di aggiornamento e formazione per allenatori è che le distanze per raggiungere le sedi nelle quali si tengono, sono sempre troppo ampie per la maggior parte di coloro che vorrebbero o dovrebbero parteciparvi.
Proporrò lo svolgimento dei corsi allenatori a qualsiasi livello nelle regioni di appartenenza. Nel caso del mio comitato, in Sicilia, negli ultimi tre anni, il numero dei tecnici è passato da circa 60 a 300, comportando un costo enorme tra spese di viaggio e giorni di permesso dal lavoro. Organizzando una struttura agile e itinerante sarà possibile frequentare i corsi in zone molto più vicine alla propria residenza.
INDENNITA’ DI FORMAZIONE
Fermo restando le attuali normative, l’indennità di formazione sarà riconosciuta anche per le presenze nelle rappresentative regionali e/o zonali. Questo per invogliare le società a partecipare ai raduni, spesso non onorati con la partecipazione dei propri atleti. Con il lavoro di un’apposita commissione verrà determinato il parametro relativo alla partecipazione alle selezioni.
ASPETTI ECONOMICI
Sponsor deriva dal latino e significa promessa, garanzia di. Ma proprio i nostri tempi ci insegnano che di promesse certe ne esistono poche e quando vengono a mancare si fermano i programmi sui progetti….la vicenda Aironi è nota a tutti.
Vediamo dirigenti che si trovano in difficoltà insuperabili se uno di questi che ha sempre detto sì, improvvisamente, ma comprensibilmente dice basta. Nella maggior parte dei casi, nessuno di questi sponsor legati al rugby lo fa per avere quella pubblicità che invece funziona nel calcio.
Le ragioni possono essere:
Detrazione fiscale
Passione dell’imprenditore
Notorietà cittadina
Padre del figlio che gioca in squadra
DA SOCIETA’ SPORTIVE A GRUPPO DI ACQUISTO
Quando viene meno questa convenienza o perchè le detrazioni fiscali sono restrittive, perchè il figlio ha smesso di giocare, perchè gli utili dello sponsor sono diminuiti e con essi la necessità di detrarre, lo sponsor se ne va o riduce il budget, svelando quanto fosse debole questo rapporto. Debole il rapporto, corti i programmi, deluse le ambizioni.
Ma la passione del rugby italico è fortissima e radicata, la competizione a livello internazionale ci impone degli standard che con l’attuale impostazione non riusciamo a contestare…che fare? In tipico spirito italiano dobbiamo trovare una soluzione. Quale può essere?
Per fare un’ipotesi, per lanciare un’idea, per stimolare la fantasia cominciamo a contarci. Se in Italia ci sono 60.000 tesserati e se ognuno di questi appartiene ad un nucleo familiare, tra conoscenti e parenti di tre persone, il movimento può contare su 180.000 persone che ogni giorno spendono soldi per vivere. Se ipotizziamo una spesa mensile di 300 € per ognuno di questi nuclei ogni mese, le persone nell’ambito del nostro movimento muovono 18.000.000 di euro che in un anno sono 216.000.000 di euro. Se pensiamo di poter garantire una cifra del genere ad una catena di supermercati che possa riconoscere alla FIR anche solo l’1% significherebbe poter ottenere da un accordo 2.160.000 di euro senza condizionare le azioni di nessuno, se non recarsi preferibilmente a fare gli acquisti verso quel supermercato anzichè un altro. La FIR si troverebbe un fondo da distribuire alle società per sostenerle economicamente, sulla base di iniziative innovative o risultati particolarmente meritevoli, o in base alla graduatoria di fedeltà nei consumi, che possono essere paragonati a 100 sponsor da 20.000 euro a cui potranno accedere le società meritevoli o quelle in straordinarie difficoltà causate da fattori esterni alla cattiva gestione, o quelle da far ripartire in presenza di basi sane. È un esempio, una ipotesi sulla quale si sta già lavorando e che necessiterà del contributo di tutti.
COMITATI REGIONALI
In un mondo sportivo professionistico che ha bisogno di sempre maggiore efficienza, disponibilità e operatività, la passione e l’impegno non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi di una Federazione che vuole migliorare il rugby italiano.
A fronte di costi molto alti da sostenere in parecchi settori dell’attività federale, non è pensabile riconoscere solo 0,24 €/km di rimborso kilometrico per tutta l’attività svolta da Presidente e collaboratori di un Comitato Regionale, la cui attività è molto impegnativa per raggiungere risultati come quelli ottenuti dal comitato che presiedo, triplicato nei numeri in tre anni. Tra le mie intenzioni c’è anche quella di riconoscere un gettone di presenza giornaliero, legato ai risultati, a questi volontari che così incessantemente garantiscono la loro opera per il bene del rugby sul territorio locale.
Al tempo stesso non è prevista alcuna tutela assicurativa per infortuni o decessi avvenuti durante l’espletamento dell’attività federale e anche per questo importante aspetto intendo procedere con la stipula di una assicurazione che copra il personale non dipendente, a carico della FIR. Chiedere e basta a questi silenziosi appassionati di sacrificare più del lecito i loro impegni o sperare che si trovino Presidenti regionali pensionati per raggiungere obiettivi necessari, può essere solo una speranza, quando invece si deve lavorare solo su certezze.
ARBITRI
Problema simile da affrontare è quello che riguarda gli arbitri. Troppo irrisorii sono i rimborsi e le diarie riconosciute alla categoria e questo non concorre, nè a formarne di nuovi, nè a migliorarne il tasso tecnico. Conosco bene questa situazione perchè durante la mia attività di giocatore capitano nella MAA Milano, ho sostenuto corso ed esame, arbitrando alcune partite. E’ stata proprio questa esperienza che mi ha fatto conoscere a fondo e apprezzare, questa categoria che si sacrifica silenziosa, da una parte all’altra dell’Italia per ricoprire un ruolo importantissimo, ma troppo scarsamente supportato e meno ancora ricompensato.
DELEGATI PROVINCIALI
Figura importantissima quella del delegato provinciale, alla quale si devono destinare, per il prezioso lavoro svolto, benefit legati alla partecipazione ad eventi importanti e compensi economici adeguati.
Anche questa attenzione verso figure tanto oscure, appassionate, quanto fondamentali per la diffusione del nostro sport denota la mia attenzione di spostare risorse che ritengo attualmente essere sbilanciate troppo verso i vertici a danno della base.
I BANDI
Il rugby italiano potrà fare grandi progressi se si è disposti tutti assieme a porre sane fondamenta. Ricorrere ancora ad eleggibili per avere una nazionale all’altezza delle competizioni da fare, vuol dire trovarsi ogni quattro anni a sperare che il tal allenatore, dopo che ha imparato l’italiano riesca a fare il miracolo.
Grenoble è frutto solo di un rugby forte e sano diretto da un bravo coach, ma solo il coach, niente può fare. Se non la si pensa così, non si è capito cos’è il rugby. Ciò che rimane da fare è costruire le fondamenta con i mattoni e col cemento che abbiamo e che possono essere forniti dalla base.
La possibile nuova Presidenza intende fornire tutte le risorse economiche possibili verso i fornitori di mattoni, che consentono alla FIR di costruire sane fondamenta. Con una produzione numerosa e continuata di bandi chiari, comprensibili e facili da compilare, si intende premiare e sostenere iniziative già in corso o progetti che verranno accuratamente esaminati, nella logica dei meriti e dell’impegno. La consultazione dell’esito, la posizione dell’iter burocratico, saranno sempre consultabili nel database federale, rendendo più semplice e immediata la comunicazione tra FIR e società.
IL COEFFICIENTE SOCIETA’
Nella logica della trasparenza, innovazione e imparzialità, il mio staff sta studiando la determinazione di un coefficiente con il quale si determineranno le graduatorie relative ai bandi FIR.
La nostra logica è quella di non premiare sempre i più bravi e ricchi, ma soprattutto chi si impegna anche su un progetto di minirugby in una zona difficile: un esempio.
Ha più bisogno proporzionalmente di aiuti una grossa realtà radicata da anni sul territorio, o un corso di minirugby in una zona che non conosce questo sport?
E c’è da dubitare su quali siano i più arditi e coraggiosi dirigenti?
Non che i meriti debbano essere penalizzati, ma la produzione di un coefficiente che nasce da una serie di fattori come la posizione geografica, la densità abitativa, la ricchezza territoriale, la presenza occupazionale e industriale, la tradizione ecc. diventa un parametro necessario a non dimenticare gli ultimi che a forza di essere tali, rischiano di cadere dal carro senza che ce ne accorgiamo.
PROFESSIONISMO: IL GIOCATORE DI RUGBY COME MESTIERE
L’avvento del professionismo ha elevato il tasso tecnico e migliorato di molto lo spettacolo, ma inevitabilmente ha reso più complessa la gestione di tutto il movimento, esasperando alcuni aspetti e rendendone altri pericolosamente normali. Una Federazione illuminata fa i conti con la realtà che le sta attorno, senza cadere nell’ambizione di fare cose impossibili che porterebbero vantaggi effimeri, minando contemporaneamente il movimento nella sua solidità territoriale.
In un paese dominato dal calcio, all’interno del quale, l’esagerata quantità di denaro ha distrutto tutti quei valori sportivi, di cui noi rugbysti andiamo così fieri, non esaminare, non riflettere, non calmierare, non intervenire può portarci su una strada che difficilmente riusciremo a contestare se i parametri vengono stabiliti da nazioni nelle quali il rugby riempie regolarmente stadi e giornali da molti anni.
Come sempre la mia filosofia è quella di considerare tutto il contesto del movimento per fare in modo che la coperta copra tutti, evitando di tirarla dalla parte che più mi potrebbe interessare, rincorrendo un prestigio che per essere credibile e apprezzato, deve essere conquistato e mantenuto solo con il sostegno di tutto il movimento. Io sono convinto che parlare di professionismo in Italia, come se ne parla in Francia, non sia una cosa sostenibile, il caso Aironi è lì a dimostrarcelo e tanto peggio il ricorso ad una franchigia federale.
Penso che in Italia si debba cominciare a parlare di mestiere, anzichè di professionismo, concepito come lo si intende nel rugby ad alto livello. Come fare?
L’idea di massima è quella di puntare non verso stipendi sproporzionati alla realtà italiana e lasciare al giocatore il problema del proprio futuro dopo la carriera agonistica, ma quella di puntare alla previdenza, a togliere cioè al giocatore l’ansia del proprio futuro, garantendolo con forme private di previdenza e creando al tempo stesso maggiori opportunità per continuare ad operare all’interno del movimento con altri compiti retribuiti, nei quali la sua esperienza possa essere messa a frutto.
La realizzazione sarà complessa, ma non sarò certo io solo a concretarla, ma tutto il movimento. Ma senza l’intenzione di colui che dirige la federazione, il problema che si è manifestato al suo nascere, non verrà preso in tempo, rischiando di diventare un boomerang distruttivo.
Esodi verso l’estero di giocatori validi?
Magari, vorrebbe dire che riuscendo a produrne il movimento è sulla strada giusta!

ASPETTI STRUTTURALI
NUOVI IMPIANTI
Basando su nuovi principi la destinazione delle risorse economiche derivate dagli introiti annuali della FIR, sono convinto sia fondamentale destinare il 10% dei ricavi federali alla creazione di nuovi campi da gioco che non debbano costituire costi e impegni eccessivi per il buon mantenimento dell’impianto. Si punterà soprattutto sul sintetico come scelta tecnica basilare, destinando per forza di cose molta attenzione alle garanzie che si dovranno avere per la destinazione delle strutture e il migliore sfruttamento dell’impianto per il bene del movimento e per la corretta gestione delle risorse economiche.
STADIO DEL RUGBY ARGOMENTO DIFFICILE E DOLENTE
La trattazione di questo argomento ” Lo stadio del Rugby”, ” La casa del Rugby “, può suonare come una sparata elettorale. Ma chi può pensare che questo non sia uno dei problemi più impellenti del nostro movimento?
Ci troviamo perennemente a mendicare l’ospitalità di stadi in città che ci considerano meno importanti della loro squadra di calcio di serie inferiore. Possiamo sperare nell’Olimpico solo se riusciremo sempre a radunare 80.000 persone, ma sempre che la Roma o la Lazio non debbano fare un sedicesimo di finale di una coppa Europea, facendo diventare permanente una situazione nata come provvisoria. L’unica strada percorribile è un’operazione di Finanza di Progetto (Project Financing) che vedrà coinvolti diversi soggetti, o tramite un finanziamento/mutuo presso il Credito Sportivo. La Nazionale Italiana di Rugby deve avere la sua “casa”, la casa del rugby, sede della FIR, del “Museo del Rugby “, realizzata secondo le soluzioni adottate per gli stadi di ultima generazione.
E’ un impegno importante che deve obbligatoriamente essere affrontato per evitare che la sua persistenza non diventi un danno per il movimento e che l’illusione di avere gli stadi che aspettano i nostri test match non si infranga nell’impatto con la amara realtà ancora tutta calciofila.

ASPETTI PSICOLOGICI
CONTROLLO E PREPARAZIONE PSICOLOGICA: SI FA ABBASTANZA?
Cos’è l’haka, la famosa haka allblacks? Di solito si descrive come antica danza di guerra, ma con questa veste gli allblacks si sono garantiti sempre partenze aggressive sin dal primo minuto di gioco, con la scusa dello spettacolo. Infatti cosa ci può essere di meglio per un agonista, di scaricare la tensione urlando, di tendere i muscoli, di richiamare tutta l’andrenalina possibile per ottenere il massimo da sè stesso?
Quante volte, invece l’Italia è scesa in campo sapendo di partire perdente, col rischio della figuraccia, carica di tattiche che fanno ragionare troppo, opprimendo il cuore? Quante volte invece siamo riusciti a vincere perchè protetti dalla presenza, e dal tifo di decine di migliaia di connazionali? Un errore che secondo me si fa spesso è quello di scambiare un problema psichico con uno fisico. La partita con l’Australia agli ultimi campionati del mondo è stata sbrigativamente spiegata con la tenuta fisica di solo un tempo….non è stato così.
Se ho paura di perdere, potrò solo difendermi senza mai avere la possibilità di mettere in pratica il mio gioco. Al contrario quando si gioca con USA o GIAPPONE la disabitudine all’atteggiamento vincente sul campo (da non confondersi con quello davanti ai microfoni) ci trova così impreparati a vincere che una volta che abbiamo messo un pò di punti tra noi e gli avversari ci rilassiamo subendo di conseguenza mete imbarazzanti. E’ una mentalità che contagia anche chi nel proprio club non si sogna nemmeno di avere una mentalità perdente, ma il contesto nel quale si è inseriti condiziona anche i più determinati, giocatori o allenatori che siano.
Ma non è l’ambito della nazionale quello su cui sarà mia cura intervenire, ma quello della base, per formare atleti dalla mentalità vincente. L’elemento psichico è trattato superficialmente nel nostro sport ma, se risolto, può di fatto diminuire gap tecnici e fisici e non distruggere talenti.
Esiste la figura del capitano e dell’allenatore, ma alzi la mano chi ha trovato sempre quei due ruoli ricoperti da persone che capivano come motivare e non umiliare i giocatori, come farti venire la voglia di giocare o al contrario scappare via. Le botte fanno male, ma una parola sbagliata detta nel momento sbagliato, può fare grandi danni, oltre al fatto che ogni giocatore deve imparare a gestire la propria psiche anche autonomamente. Tanti successi nello sport italiano sono arrivati lavorando su queste questioni fondamentali:Tomba, Pellegrini, Cagnotto sono esempi da esaminare. La mia Presidenza ha intenzione di varare un programma di formazione per preparatori motivazionali, figure da creare nelle squadre, per gestire la preparazione e i momenti agonistici critici, tramite corsi che saranno organizzati in giro per l’Italia o seguiti via web. Per questo negli SGR dedicheremo un bando per la migliore “haka italiana” da spogliatoio, perché quella già può essere un mezzo utile per un giocatore italiano che debba abituarsi, sin dall’inizio della sua carriera ad entrare in campo, in modalità pentola a pressione.

ASPETTI EDUCATIVI E SOCIALI
IL RUGBY NON E’ SOLO UNO SPORT
Una delle cose di cui un rugbysta va orgoglioso sono i valori del proprio sport. Chi lo ha praticato sa quanto è servito alla propria formazione umana, chi lo guarda soltanto ne intuisce i misteriosi meccanismi che fanno in modo che le regole non possano essere disattese.
Ognuno di questi appassionati intuisce che potrebbe migliorare e correggere moltissime situazioni umane: disobbedienza, indolenza, pigrizia, vuotezza, disinteresse, menefreghismo, comodità, tutti pericoli che fanno di un bambino un cattivo cittadino. Tendenze che possono scomparire sottoponendosi alla disciplina a cui ogni praticante è sottomesso volentieri per mezzo del divertimento e della passione che completano la miscela magica di questa disciplina sportiva.
La nuova presidenza vuole per questa ragione entrare decisamente in tutte quelle situazioni nelle quali la correzione di un difetto comportamentale, può rovinare una personalità equilibrata, che inserita nel contesto sociale può creare danni prima o poi.
Gianni Amore chiamerà all’appello la base per andare a far conoscere il nostro sport, con materiale adeguato nei centri di recupero, nelle carceri, nelle scuole, nei seminari, negli oratori, nei centri di ascolto per trasformare un movimento sportivo in un mezzo educativo per una nazione moralmente allo sbando.
Pensate che il figlio di un noto senatore abbia qualcosa da imparare se fosse messo in mischia? Avrebbe a disposizione subito 15 insegnanti che gli farebbero capire che musica si suona e che spazio per i furbi ce n’è pochissimo. Se avesse giocato nel Gemonio Rugby avremmo probabilmente un bravo consigliere ancora in carica.
Grandi obiettivi fatti di piccoli, ma costanti passi, quelli stessi che il rugby italiano ha sempre fatto con umiltà e deve ricominciare a fare, senza pensare che ci possano essere scorciatoie o di aver raggiunto un obiettivo, che inevitabilmente si pone sempre più in alto.

CHI E’ GIANNI AMORE
CURRICULUM VITAE
Nato a Messina il 24/02/1953 Residente a Ragusa
Titolo di studio: Perito Elettrotecnico
Esperienze Lavorative
1973/74 # Ufficiale Esercito (S.Tenente)
1975/1978 # Assistente di cantiere c/o AET Applicazioni Elettrotelefoniche Torino Spa
1978/2003 # Bancario per diversi Istituti di Credito
2003/2007 # Professionista del Rugby
2007 ## Pensionato
CURRICULUM SPORTIVO
Giocatore
1967/68 U15 Campione d’Italia CUS MESSINA
Dal 1969/1975 CUS Messina serie C/B
1975/1977 Ambrosetti Torino serie A
1977/1984 A.S.R. Milano (sponsor MAA Milano) serie B/A per 5 anni capitano della squadra
1984/1988 Amatori Milano serie A
N° 2 presenze nazionale italiana “B”
N°1 presenza nazionale italiana Nord Est (capitano) contro Galles “B”
N° 2 presenza selezione Lombarda seniores (capitano) contro Walles Accademicals e Farul Costanza
N°2 presenze selezione internazionale “ZEBRE” contro Ulster e Leicester
N°1 presenza miglior 15 dell’anno
Allenatore
1984/87 Cologno Monzese Rugby – Promozione in C1 e Coppa Lombardia
1987/89 Parabiago Rugby – Promozione in serie B
1989/91 Amatori Milano serie A,Allenatore e responsabile della Mischia -Titolo Italiano serie A
1991/92 Chicken Milano
1992/94 Velate Rugby responsabile settore giovanile e propaganda nelle scuole (titolo italiano scuole medie giochi della gioventù, scuola media di Bellusco)
1994/96 Velate Responsabile 1° squadra – promozione in serie B
1997/01 Chicken Allenatore
2002/03 pausa sportiva per motivi di lavoro (ho seguito mio figlio che gioca a rugby)
2003/04 Responsabile Unico di tutte le attività del Cesena Rugby
2005/6 Allenatore Prima squadra e coordinatore settore giovanile Ragusa Rugby serie B
2006/7 Direttore Sportivo Ragusa Rugby e Responsabile del settore tecnico; Organizzatore della partita e Selezionatore Sicilia Seniores U25 Vs Nazionale Maltese; Organizzatore partita Coppa Italia Amatori Catania Vs Gran Parma ; per due anni ho organizzato dei corsi estivi di rugby e Inglese per U13 – 15 – 17 – 19 a Malta
Ho avuto anche l’incarico, dal comitato regionale Lombardo, di selezionatore della squadra seniores Lombardia.LombardiaVs Munster
Sono stato per un anno presidente della commissione tecnica regionale Lombardia
2007/9 Direttore Tecnico e Responsabile di tutto il settore tecnico Ragusa Rugby
Responsabile dell’organizzazione dell’incontro Italia”A”Vs Inghilterra Saxons a Ragusa
Dirigente
1994/95 AS Rugby Bellusco Presidente
1995/99 Velate Rugby 1981 ASD Consigliere
2000/1 Rugby Chicken Rozzano ASD Consigliere
2001/2 Piacenza Rugby Club Dirigente Accompagnatore
2003/4 Cesena Rugby Club ASD Dirigente Accompagnatore
2003/4 ASD Rugby Cesena Dirigente Accompagnatore
2006/7 Diffusion Rugby Center ASD Presidente
2007/8 Ragusa Rugby Club S. Padua ASD Dirigente Accompagnatore
2008/9 ASD SMS Quasimodo Ragusa Consigliere
2009/11 Comitato Regionale Siciliano FIR Presidente
Onorificenze
2011 Stella Bronzo al Merito Sportivo


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