Corsi anti-razzismo a Bologna. La Lega: “Sodalizio di immigrate”

Creato il 15 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Photo credit: Gianni Dominici / Foter / CC BY-ND

“Il razzismo è una forma di ignoranza, e va combattuta con la conoscenza”. E anche con corsi anti-razzismo.
A parlare è Lella Di Marco, ex insegnante, che fa parte dell’organizzazione Annassim di Bologna. Una delle donne che ha ideato degli incontri terapeutici per “sessisti, razzisti e immigratofobici”. Insomma, come dice lei, “leghisti e non”.
L’associazione, una realtà nel comune romagnolo fin dal 2003, ha ideato questa singolare iniziativa nella tarda primavera di quest’anno.
Tutti ricordiamo gli attacchi al ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge da parte della Lega Nord: le banane sul palco, l’”orango” di Calderoli, il “mai nessuno che se la stupri” della Valandro, i manifesti di Forza Nuova.
Tutte frasi che denotano una grande insofferenza verso la situazione in Italia riguardo all’immigrazione. Frasi da copione leghista, ad ogni modo.
Annassim vuole favorire il confronto, il dialogo tra diverse culture. Le donne che lo compongono, tutte sociologhe, pedagogiste, docenti, si dicono “pronte ad affrontare il problema socioculturale dell’Italia: il razzismo di stampo leghista”.
Tutto a costo zero per il comune di Bologna.

Ovviamente la Lega Nord non ci sta e non tarda a farsi sentire.
“Siamo al paradosso” ha detto il consigliere comunale e regionale del carroccio Manes Bernardini “a quanto pare il sodalizio di immigrate ha presentato domanda per un contributo del Comune. Attendiamo il sindaco Merola al varco. Se prova a mettere mano al portafoglio pubblico per questa roba siamo pronti alla guerra”.
Quasi come se incontri contro il razzismo fossero spazzatura. Nemmeno lontanamente comparabili con un girar di polenta in un paiolo qualsiasi.
La Lega ha poi suggerito l’attuazione di “corsi di educazione civica per rom e immigrati” che hanno “addirittura il coraggio di venirci a dire come comportarci in casa nostra”.
Il Carroccio fa poi sapere di non temere il confronto: “Siamo talmente sicuri e convinti delle nostre idee che non abbiam alcun problema a sottoporci al ‘trattamento’” aggiungendo che “Due dei nostri parteciperanno le sedute. Saranno quelli dell’associazione a doversi convertire”. Ma dire di portare le proprie idee come opposte a un incontro anti-razzista, non è un po’ come darsi del razzisti da soli?
Si preannunciano forse degli scontri razzisti alle serate anti-razzismo?


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