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Corsi e Ricorsi

Da Hombre @LaLineadHombre
Corsi e RicorsiQuesta chicca sulla felicità mi ha riportato alla mente un episodio della mia vita che ho ricordato per anni interi addebitando a mio padre colpe estreme. Mi scuso con Lo Scorfano ma, come diceva Bramieri, il problema con le barzellette è che quando ne racconti una, per quanto buona sia, ne farà venire in mente una tremenda a qualcuno dei presenti. Per le storie mi sa che è uguale.
Andavamo a piedi da mia cugina, io avrò avuto 6 anni circa e da qualche giorno mi ero dato alla corsa. Correvo, e correvo fortissimo. Muovevo quelle gamberelle secche che mi ritrovavo a una velocità frenetica e macinavo la strada con facilità, mi sentivo un campione.
- Facciamo una corsa? – buttai lì a mio padre
- Dai! – E partimmo.
Andavo forte, via veloce sulla stradina in leggera salita, sgambettavo vento in faccia e felicità a portata di mano. Solo che mio padre, pur appesantito nei chili e nei suoi innumerevoli anni  (40), mi stracciò di brutto. Cioè, nemmeno fece finta di starmi vicino o di arrancare, magari restando un po’ indietro e poi sprintando all’ultimo, no, partì proprio a razzo e mi lasciò irrimediabilmente indietro. Sconfitto, abbattuto e allibito. Nella mia testolina di bimbo ricordo la netta sensazione di stupore. Ero convinto che mio padre, foss’anche stato Pietro Mennea, non avrebbe dovuto comportarsi così.
Io non lo farei oggi, non lo faccio. Non mi sono comportato e non mi comporto così con i miei figli. Ma magari sbaglio.
È una riflessione che non mi porta da nessuna parte, non ce l’ho una cartina di tornasole che mi diventa azzurra o rossa a certificare che la mia vita ha preso una deriva basica o acida a seguito del comportamento di mio padre quel giorno. Non lo so se sono una persona migliore o peggiore di quella che sarei diventato se mi avesse lasciato primeggiare nella gara.
Posso soltanto dire che ho sofferto per quella batosta, questo è innegabile ma non è decisivo a classificare l’episodio come negativo in assoluto per la mia crescita, per la mia esistenza.
Magari mi ha insegnato a elaborare una sconfitta, prima rispetto ad altri bambini. Forse mi ha preparato, con una delusione oggettivamente non enorme, ad affrontare quelle eventuali e toste che si sarebbero snocciolate sul mio cammino. Mi ha reso cosciente di non essere imbattibile.
O, chissà, mi ha insegnato a lottare per migliorare, a non dare per scontato un successo, ad arrivare preparato alle battaglie dello sport e della vita.
A capire che Vincere non è tutto, ma lo è il provare a vincere (Vince Lombardi).

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