Risalgono al 2007 le citazioni a giudizio per gli sperperi in Rai disposte dalla Procura presso la Corte dei Conti del Lazio. Tra indagini e processi il tempo trascorso è lungo e l'inchiesta sembrava abortita tra assoluzioni e atti annullati. Ma gli inquirenti non hanno mollato e la svolta è arrivata nel maggio scorso, in appello. I giudici di secondo grado hanno condannato gli ex componenti del CdA della Rai, Francesco Alberoni, Marcello Veneziani e Angelo Maria Petroni, a risarcire 150 mila euro alla spa per il danno causato con il premio dato a Flavio Cattaneo, quando ha lasciato la carica di direttore generale, e hanno disposto un nuovo processo per la gratifica data a fine mandato al direttore generale Agostino Saccà, il denaro dato sempre a Cattaneo per fargli mantenere i segreti sugli affari aziendali e due consulenze.
I gidici del Lazio sono tornati così a esaminare i 150 mila euro concessi ad Agostino Saccà dal suo successore alla direzione generale Rai, Flavio Cattaneo, e i 130 mila euro dati invece a Cattaneo da Meocci, per fargli mantenere il segreto sulle informazioni assunte come direttore generale. Per i giudici in Rai c'è una diffusa "abitudine ad attribuire benefici economici nel pieno disprezzo delle regole e dell'uso del denaro pubblico" e nei contratti stipulati non si tiene conto di aspetti importanti, per poi compiere transazioni con "ulteriore esborso economico a carico dell'azienda". I 150 mila euro concessi da Cattaneo a Saccà sono stati ritenuti in contrasto con "i più elementari principi di razionalità, economicità e corretto esercizio di funzioni istituzionali". I 130 mila euro dati a Cattaneo da Meocci sono stati invece giustificati da quest'ultimo con il fine di non far conoscere ad aziende concorrenti "pettegolezzi su rapporti interpersonali tra celebrità dello spettacolo in forze alla Rai". Una giustificazione bollata dai giudici come "difficile da commentare" e "pretestuosa". Assolvendo i dirigenti Gianfranco Comanducci e Rubens Esposito, i giudici hanno così condannato Cattaneo a risarcire alla Rai 150 mila euro e Meocci 130 mila. Addio ai super bonus ottenuti.
Clemente Pistilliper "La Notizia"