All’interno di alcuni faldoni presenti nell’Archivio di Stato di Napoli sono spuntati i segreti del conquistatore Hernàn Cortés, che annientò Montezuma e l’impero Azteco. Tali documenti sembra che siano arrivati fino alla città Napoli grazie alla famiglia Pignatelli Aragona Cortes, una delle famiglie più importanti al periodo del Regno delle Due Sicilie e discendente in linea diretta del conquistatore Hernàn Cortés.
I dipendenti dell’Archivio di Stato di Napoli hanno affermato che: “verso la fine del 1923 l’avvocato Orvañanos, nuovo procuratore in Messico dei Pignatelli, diede al professor Francisco Fernandez del Castillo, investigador oficialdell’Archivo General de la Naciòn e membro dell’Accademia messicana di Storia, l’incarico di esaminare l’Archivio di Cortés e dei suoi discendenti. Lo studioso trovò al suo interno sei documenti che ritenne di grande valore storico sia per il Messico che per la famiglia napoletana. In quell’occasione si decise di spedirli in Italia, al principe Diego Aragona Pignatelli Cortés con la valigia diplomatica tramite l’ambasciata italiana. Il ministero degli Esteri affidò al prefetto di Napoli il compito di recapitare il prezioso carico al destinatario finale, dove giunse il primo giugno 1924”.
La città di Napoli, soprattutto nei secoli scorsi, era una delle capitali culturali più importanti a livello europeo ed è lì che i sei documenti di Pignatelli vennero inviati, carte vergate a Valladolid e firmate direttamente dal sovrano scritte tra il 15 Settembre 1522 ed il 17 Luglio 1529. Il primo documento è l’informativa inviata all’adelantado Diego Velazquez, capitano e luogotenente del governatore “en la ysla Fernandina, llamada Cuba”, riferita anche a tutti i dignitari e sudditi, oltre che agli indigeni.
In tali documenti il re fa riferimento alle vicende della provincia di Aculuacàn en Ulua, quella della Nueva Espana, dove si trovava anche la grande città Tenuxtitan-México (Tenochtitlàn), che videro schierati sul campo di battaglia contrapposti Velazquez e Hernàn Cortés. Questa battaglia, ricordata come la Noche triste, si concluse con l’assedio e la distruzione della stessa città di Tenochtitlàn fra il 1519 e il 1521.
Per conoscere in modo più approfondito questi sei preziosi documenti bisognerà attendere qualche altro giorno e poi saranno presentati all’Archivio di Stato, dopo il restauro realizzato da Orietta Caracciolo di Melissano.
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