La Neutralità della rete è l'unicorno dei giuristi del terzo millennio perchè unisce un bisogno antico come la libertà e uno strumento moderno come la rete.
- La libertà è un concetto al quale si cerca da tempo di dare una definizione univoca, ma è così sfuggente che la migliore che siamo riusciti a trovare è “la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri”, chiaro no?
- La rete invece è uno strumento moderno in costante e rapido cambiamento; la definizione di rete e le sue implicazioni dalla fine del secolo scorso ad oggi sono in buona parte superate. Quello che prima era uno strumento tecnico, è successivamente mutato in un vezzo da appassionati ed oggi è indispensabile per la vita sociale e lavorativa; di pari passo i diritti e le tutele dei cittadini nella rete sono passati dall'essere un'idea da libri di fantascienza a necessità concreta, caposaldo per la democrazia. Tutto questo in meno di 30 anni, giuridicamente e culturalmente parlando un batter d'occhio.
Questa rapida evoluzione non è dovuta solo all'aumento delle performance delle infrastrutture, condizione necessaria ma non sufficiente per favorirne lo sviluppo, ma anche (soprattutto) ai servizi offerti sulla rete stessa. Servizi come luoghi di ritrovo (social network, forum), di comunicazione (e-mail, chat), d'informazione (giornali on-line, alcuni blog), d'intrattenimento (hosting video, musicali, giochi on-line) ecc. hanno reso la rete uno strumento dapprima affascinante e successivamente indispensabile al pari delle strade e del telefono.
Violare la neutralità della rete, frammentandola e lasciando la possibilità di discriminare l'accesso ai servizi agli operatori o ai governi, significa oggi limitare la libertà dei cittadini. Esiste un concetto chiaro e ben definito per descrivere questa condizione: ghettizzazione.
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