Cos'è la personalità?

Da Postpopuli @PostPopuli

di Simone Provenzano 

Cos’è la personalità?

Tutti ne abbiamo una, qualcuno che sta maluccio anche due.

Definirla è davvero complicato. Non perché manchino le definizioni, ma perché ce ne sono davvero tante.

Cito il sempre bravo Murray che intorno agli anni 40 osava dicendo:

“L’essere umano, oggetto del nostro studio, è come una nuvola che cambia continuamente forma e gli psicologi sono come la gente che ci vede delle facce. Per essere un fondatore di una scuola, dunque, basta vedere una faccia lungo un altro margine della nuvola.”

Chiunque abbia fondato una scuola di pensiero che comprendesse l’uomo come oggetto di studio ne ha creata almeno una. Il che rende davvero complicato spiegare, a chi non è del settore, qualcosa di così semplice come ciò che ci contraddistingue: la personalità.

Ma già siamo riusciti a mettere un primo tassello importante: la personalità è ciò che ci distingue. È ciò  che ci rende unici e diversi da chiunque altro, ma è anche quello che possiamo avere in comune con altri. È qualcosa che permette di distinguerci da qualcuno e di riconoscersi per affinità con qualcun altro.

Provando ad operare una sintesi basata sul mio bagaglio di conoscenze ed esperienze, mi piacerebbe definire la personalità come quel modo in cui usiamo il pensiero e  il sentimento, il modo in cui facciamo esperienza ed interpretiamo la realtà che ci circonda. Questi modi, per essere considerati insieme personalità, hanno bisogno di essere abbastanza stabili nel tempo e riproporsi difronte a stimoli diversi.

Tante parole, ma il succo è che la personalità è il modo in cui affronti la vita in ogni sua accezione.

Quello che può essere interessante mettere in risalto è che la personalità caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di una persona. Cioè il fatto che tu sia in un modo piuttosto che un altro cambia l’esperienza che farai del mondo, sia interno che esterno.

Ma da cosa dipende come sono fatto? Da cosa dipende avere una personalità di un certo tipo o di un altro?

La personalità è qualcosa che non dipende da un unico fattore. Questo deve essere chiaro a tutti. Non è unicamente determinata dalla genetica. Non è unicamente determinata da come ci hanno cresciuto. Non è unicamente determinata dall’esperienza.

da www.psicologiainrete.it

Piuttosto è la somma di questi tre fattori: fattori temperamentali (genetica), sviluppo (come ci hanno cresciuto) ed esperienza sociale.

Con le magnifiche, anche se un po’ ermetiche, parole di Eraclito potremmo dire che “il carattere è destino”.

E volendo speculare potremmo dire anche il contrario.

Ma allora quand’è che possiamo parlare di disturbo di personalità? Quand’è che da normalità si passa a patologia? Innanzi tutto non esiste uno scalino, un gradino, una soglia che una volta oltrepassata ci permetta di definire qualcuno patologico. È una sorta di continuum, che gradualmente passa da normalità a patologia. Immaginatevi una linea retta. Ad un capo di questa ci sarà la normalità e all’altro la patologia. In mezzo un sacco di sfumature che mescolano le due cose insieme.  In ogni caso, per comodità, possiamo parlare di disturbo di personalità ogni volta che i tratti di questa risultano troppo rigidi e poco adattivi. Il che significa che nella vita abbiamo bisogno di un po’ di elasticità per adeguarci a certe situazioni poco simpatiche, quando non ce la facciamo, quando rimaniamo impantanati sempre nello stesso modo di fronte a problemi diversi, possiamo penare ad un disturbo di personalità.

Ma la personalità è immutabile?

Sì e no.

È immutabile come può esserlo un albero. È sempre lo stesso, non cambia mai. Se è una quercia sarà sempre una quercia, se è un pero sarà sempre un pero.  Ma entrambi possono crescere. Può cascare un ramo che diventa secco e ne può nascere uno nuovo in grado di sostenere molti frutti.

Così noi.  Non siate quindi fatalisti. Non esiste dire: “che ci posso fare tanto sono fatto così!”.

Non esiste. È solo una scusa. È solo una fuga. Non vi aggrappate a questo. Abbiate il coraggio di prendervi la responsabilità di chi siete e di chi volete essere.

Per concludere non posso che citare il vecchio amico Jung:

“La personalità intesa come una completa realizzazione della totalità della nostra natura è un ideale irraggiungibile.”

“Il fatto di essere irraggiungibile però non è mai un’obiezione valida per un ideale, perché GLI IDEALI NON SONO ALTRO CHE GUIDE E MAI METE”

Non ci sono scuse, come al solito, possiamo solo darci da fare per migliorarci.

Sempre.


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