Magazine Talenti

Cos’hai chiesto ieri a mia figlia?

Da Yellowflate @yellowflate

 

Cos'hai chiesto ieri a mia figlia?

Cos'hai chiesto ieri a mia figlia?

Il genitore stringeva forte il collo del professore Perra con una presa di judo. Il viso del genitore era verde di rabbia mentre quello dell’insegnante era diventato rosso come un peperone. Intorno a loro, incurante dei compiti in classe che ricoprivano il pavimento della hall dell’istituto commerciale, una folla di studenti in festa incitava con dei cori la bestia dalle nari fumanti a finire l’uomo. Finalmente quello stronzo di geografia le stava prendendo! Per un attimo sembrò che il genitore sorridesse e si mettesse in posa come per una fotografia. Mostraci, O Achille, i pettorali e la tartaruga del tuo ventre possente! Ma fu un attimo soltanto. L’espressione del colosso fu di nuovo minacciosa come il tono della sua domanda.

“Cos’hai chiesto ieri a mia figlia?”
I testimoni della scena, che non volevano perdersi niente della conversazione appena iniziata, fecero un improvviso silenzio.
“Chi è sua figlia?”
“Vittoria Vacca, ecco chi è. Allora?”
“Non ho chiesto niente a sua figlia!” riuscì a protestare il prof.
“Ti do una sberla se non mi dici che domanda hai fatto ieri!”
“La scongiuro, signore Vacca, si calmi. I voti di sua figlia Vittoria non sono catastrofici nella mia disciplina… Non sono ancora sufficienti ma ci mette la buona volontà…”
“Non mi calmo no. Conto fino a tre. Se a tre non mi hai detto quale domanda hai fatto a mia figlia per meritare un cinque ti mollo un ceffone!” Poi ricordandosi che non sapeva contare chiese a una ragazza in prima fila di contare al suo posto. Contrariamente agli altri questa non sembrava affatto felice di assistere all’umiliazione del suo professore preferito. Era l’unico insegnante di geografia che le avesse fatto capire la differenza tra la tundra e la steppa. Allora, la tundra è la vegetazione tipica del… mannaggia, aveva ancora dimenticato!
“Giuri che non gli farà del male!” supplicò la ragazza.
“Non gli faccio niente ma tu conta!” ordinò Braccio di ferro. La ragazza cominciò a contare:
“Uno!”
Pausa.
“Uno e mezzo!”
Lunghissima pausa.
“Due!”
Tempio Pausania.
“Allora, me lo vuoi dire o no che domanda hai fatto a mia figlia?”
“Due e un quarto!”
Pausonia di Cesarea.
“Mi rispondi?”
“Due e mezzo!”
Pau…
“Ti do un cazzotto invece di uno schiaffo e ti faccio saltare tutti i denti!”
“Due e tre quarti!”
“Forse una domanda gliel’ho fatta. Ho chiesto, disse il prof, cosa mangiano nei paesi poveri come per esempio la Cecenia…”
“In Cecenia mangiano i ceci. Lo sanno anche gli asini”, affermò il genio. “E mia figlia cosa ha risposto?”
“I ceci, appunto!”
“L’avrei giurato! Ma cosa c’entrano i ceci con la matematica? Non sei tu l’insegnante di matematica?”
“No…”
Mentre usciva fischiettando dall’unico bagno della scuola dove c’era la carta igienica, il professore di matematica, conosciutissimo per i suoi leggendari “ighisi” e “ipisilon”, sentì un braccio poderoso avvolgergli il collo…

Lino Soddu

{lang: 'en-GB'}

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :