Cosa accade dentro la mente degli atleti straordinari? Parola al mental coach

Creato il 09 maggio 2011 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

In questi giorni mi trovo a Londra per il corso PNL Practitioner tenuto dal dott. Richard Bandler. Se ti sei appena avvicinato al mondo dell’allenamento mentale, devi sapere che il dott. Bandler è un po’ come se fosse il “papà” di tutti i mental coach. Non credo esista un professionista nel coaching sportivo che non conosca le strategie di Programmazione Neuro Linguistica da lui create.

La PNL viene spesso definita come lo studio dell’eccellenza, infatti Richard ha creato questa disciplina “studiando” le persone (nel nostro caso gli atleti) che ottenevano risultati eccezionali: il suo obiettivo era capire in quale modo specifico queste persone utilizzavano la loro mente, il loro corpo, il loro linguagio interiore e i loro pensieri per creare quelle prestazioni favolose!

Un po’ come se fosse un detective della mente!

Proprio questa sera a cena mi stava raccontando un aneddoto simpatico accaduto qualche tempo fa su un campo da golf.

Tutto iniziò dopo essere stato assunto da un golfista che voleva migliorare le sue prestazioni. Richard, non avendo mai giocato a golf, è entrato nel ristorante della club house durante un prestigioso torneo e si è seduto al tavolo con cinque golfisti di fama internazionale… e ha iniziato a fare domande!

Ad uno di questi dice: “ho notato che prima di colpire la pallina, fai dei colpi a vuoto e guardi in direzione della buca… poi guardi la pallina, poi di nuovo verso la buca e lo ripeti un po’ di volte… poi ad un certo punto fai un passo in avanti e colpisci la pallina realmente: cosa stai cercando quando guardi verso la buca? E come decidi che è arrivato il momento di colpire la pallina davvero?”

E il golfista risponde: “beh, ti sembrerà strano: quando guardo verso la buca e poi la palla e poi la buca di nuovo, sto aspettando che il green si accorci e tutto sia più vicino. Solo a quel punto faccio un passo in avanti e colpisco la pallina… così è più facile!”

In PNL questa viene chiamata distorsione mentale. Ogni atleta professionista è capace in modo naturale di fare distorsioni mentali, altrimenti sarebbe impossibile ad esempio guidare a più di 300 km/h in un circuito, centrare un bersaglio a decine di metri di distanza, colpire perfettamente una palla che viaggia verso di te a più di 150 km/h…

In quei momenti sei in uno stato mentale ed emozionale alterato (ad esempio il famoso “flow”) che ti permette di accedere a risorse che, in uno stato “normale” o di “ansia”, non sono a tua disposizione.

Sto parlando del cambiare la percezione della realtà, in modo tale che sembri più semplice portare a termine un determinato compito nel modo più efficace! I campioni sono allenati a farlo inconsciamente quasi sempre… e da quel “quasi” possono dipendere le gare importanti e le stagioni!

Ecco perché è così importante imparare a farlo di proposito! Ma come si fa?

Ovviamente non pretendo di spiegartelo in un articolo, ma un primo passo molto semplice è il prendere consapevolezza di questi processi e quindi scegliere quando metterli in atto. È come sapere dove va inserita la chiave e accendere il motore quando lo desideri.

Tra 3 settimane, e siamo molto orgogliosi di ciò, terremo a Milano la prima edizione in Italia (e la seconda al mondo) di un corso super esclusivo per chi vuole diventare uno sport coach esperto nell’allenamento mentale (leggi qui per le info).

Durante il corso, verranno a trovarci alcuni campioni di livello internazionale in diverse discipline sportive e andremo proprio a “studiare”, come dei detective, cosa fanno nella loro mente per entrare in quello stato straordinario e per creare la peak performance.

Riesci a immaginare cosa può significare? :-)

Guarda questo video, dura 2 minuti: è un intervista a Kevin Garnett, l’ala dei Boston Celtics. Nota come Garnett entra immediatamente nello “state” e come descrive il mondo che vive nella sua mente quando scende in campo… (se non segui bene l’inglese trovi sotto la traduzione della prima parte).

Questo è solo l’inizio, ma quando capisci cosa fa un atleta nella sua mente per entrare nello “stato di grazia”, puoi aiutarlo a ricreare quella condizione ogni volta che lo desidera!

Questo parlo di “mental coaching” intendo proprio questo!

“Quando sono in campo, mi sento come se fossi in un prato di erba alta… e il vento soffia sul mio viso… e le mie braccia e le mie gambe sono così (rilassate) ed è come se stessi volando… e continuuo a girare, continuo a girare… e per qualche istante sto volando, i miei piedi non sono per terra…
Altre volte mi sento come se avessi immerso la testa in un secchio d’acqua e poi fossi uscito e fuori c’è una di quelle giornate con -10°C e mi sento aaaaaaahhhhh…
Ecco come mi sento, ecco come mi sento ad essere nell’NBA… devi essere lì, non riesco a spiegarlo, devi essere lì…”

Di Alessandro Mora


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