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Cosa c’entra il machete di Londra con la morte di Don Gallo?

Creato il 24 maggio 2013 da Laperonza

 

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C’è un nesso, seppure casuale, nella contemporaneità della scomparsa di don Andrea Gallo e il fatto terroristico di Londra. Non è così evidente ma c’è e si impernia sul concetto di accoglienza. Don Gallo ha speso la vita lottando per i diritti dei più deboli: prostitute, tossicodipendenti, immigrati. Coniugando l’accoglienza cristiana alla realtà dell’immigrazione moderna, don Gallo si è prodigato per “costruire dei ponti e non dei muri”. L’idea di don Gallo di accoglienza non può che essere condivisa perché parla di fratellanza tra gli uomini e questo è un precetto morale che appartiene non soltanto alla chiesa ma alla società civile che vuol definirsi tale.

I fatti di Londra, però, ci mostrano un’altra faccia dell’accoglienza e dei pericoli in essa insiti. Solo che nella fattispecie non si tratta di immigrati ma di cittadini inglesi che colpiscono e feriscono gravemente la nostra società e la sua idea di apertura allo straniero. Non conta il fatto che i due assassini siano britannici, ma che abbiano giustificato il loro gesto con motivazioni religiose islamiche. Questo è ciò che genera razzismo e xenofobia. Chi riceve maggior danno da fatti come questo sono gli immigrati, gli stranieri.

Atti criminosi, comportamenti illeciti, delinquenza comune da parte di cittadini stranieri o riconducibili ad etnie straniere danneggiano gli stranieri onesti, gli immigrati venuti per costruire, abbattono quei ponti di cui parlava don Gallo. Se il seme del razzismo è sempre e comunque presente, purtroppo, nella nostra società e, comunque, nell’animo umano, queste tragedie ne sono l’humus, il concime, la linfa vitale.

Per questo è necessario vigilare con molta attenzione sul comportamento dell’immigrato: non solo per garantire la sicurezza della nostra società ma anche per sostenerne l’integrazione. E sono gli stessi immigrati i primi a dover essere attenti e vigili, ad espellere il marcio che si possa annidare all’interno delle loro comunità e a sostenere l’azione di controllo e prevenzione ma anche di repressione della delinquenza che possa nascere nel loro ambito. Solo così coloro che puntualmente cavalcano la cronaca per alimentare odio razziale e sostenere le loro ideologie xenofobe potranno essere ricacciati nel buco nero da cui provengono.

Luca Craia

 


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