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Cosa cambia con la nuova versione del GlobalGAP

Creato il 12 aprile 2011 da Scienziatodelcibo @scienziatodelci

Cosa cambia con la nuova versione del GlobalGAP

Cosa cambia con la nuova versione del GlobalGAP
La certificazione di prodotto GlobalGAP che definisce le buone pratiche agricole (Good Agricultural Practice) per lo sviluppo delle best practice (migliori tecniche) applicabili al settore agricolo, ha raggiunto la quarta versione, certificabile a partire dal 1° gennaio 2011, e che diventerà obbligatoria dal 1° gennaio 2012. Rispondendo alle richieste provenienti dai clienti europei che domandano l’adozione di standard internazionali, GlobalGAP costituisce uno strumento di vantaggio competitivo per le aziende, in quanto definisce lo standard di produzione dei prodotti ortrofrutticoli (ed anche zootecnici e del florovivaismo), condiviso e accettato dai maggiori gruppi della distribuzione europea. Il protocollo prevede la gestione di requisiti relativi a:

  • rintracciabilità
  • aspetti ambientali (storia e gestione dei siti, gestione del terreno e dei rifiuti)
  • prodotto (fitofarmaci impiegati, tecniche di irrigazione, protezione delle colture, modalità di raccolta e trattamenti post-raccolta)
  • salute degli animali
  • salute e sicurezza dei lavoratori e le loro condizioni di lavoro
  • elementi relativi alla gestione aziendale.

Sono possibili due opzioni di certificazione:

  1. singola azienda agricola  (opzione 1)
  2. cooperativa o associazione di aziende agricole (opzione 2). In questo caso viene richiesta anche la stesura di un Disciplinare Tecnico che descriva gli elementi di Sistema  Qualità attraverso i quali la cooperativa/associazione gestisce e coordina tutte le aziende agricole per garantire la conformità ai requisiti richiesto dal Protocollo Global G.A.P.

Cerchiamo di fare una sintesi dei principali cambiamenti della nuova versione 4.

Cosa cambia con la nuova versione del GlobalGAP
Viene introdotto il concetto di Produzione Parallela, cioè quando nella stessa azienda sono presenti prodotti certificati e non (AF 12.1). Tutte le aziende devono acquisire un proprio codice GLN presso GS1 (società specializzata nella gestione informatizzata dei sistemi di rintracciabilità), assegnare un sub-GLN a ciascuna delle PMU all’interno dell’azienda  e registrare tutti i prodotti da certificare identificandoli con la rispettiva PMU/sub GLN di provenienza nella banca dati GLOBALGAP. La PMU è un’unità produttiva (può essere un’azienda agricola, campo, frutteto, serra, ecc.) che viene definita dal produttore stesso. Nelle unità produttive i prodotti agricoli devono risultare segregati (in riferimento allo stesso prodotto non certificato) e devono essere state prese ed attuate tutte le misure per mantenere le registrazioni separate, deve essere prevenuta la commistione di eventuali produzioni parallele (prodotti certificati e non certificati). I prodotti che provengono da PMU differenti possono essere aggregati in uno stadio successivo, solo nel caso in cui tutte le pratiche effettuate in ciascuna unità produttiva, siano state realizzate in conformità allo standard. Le PMU che risultano operare più o meno indipendentemente (in base a fattori quali l’ubicazione geografica, la gestione, magazzino fitofarmaci, deposito attrezzature, ecc) dovranno essere registrate in quanto tali nella banca dati GLOBALGAP. La documentazione di transazione (fatture di vendita, documenti di trasporto, ecc) relative a vendite di prodotto certificato, includono i sub-GLN del titolare del certificato e contengono un riferimento dello stato di certificazione GLOBALG.A.P. Produzioni parallele dello stesso prodotto all’interno della stessa PMU non sono possibili. Le aziende agricole (opzione 1 e opzione 1 multisito) per ogni prodotto registrato non possono avere prodotti certificati GLOBALGAP e prodotti non certificati GLOBALGAP all’interno della stessa PMU. E’ invece ammissibile la Proprietà Parallela (l’acquisto e la commercializzazione di prodotti non certificati) all’interno della stessa PMU.

Devono essere stabilite procedure, appropriate alle dimensioni delle attività, al fine di identificare i prodotti in entrata, provenienti da fonti diverse (altri produttori o altri siti di manipolazione). Devono essere disponibili registrazioni dettagliate relative alla vendita dei prodotti certificati e non, con particolare attenzione alle quantità vendute e alle descrizioni fornite.
I documenti devono dimostrare un costante bilancio tra gli ingressi e le uscite sia di prodotto certificato che non certificato.

Per quanto riguarda le sezioni specifiche, quella delle colture vegetali (CB) ha subito i principali cambiamenti: Il produttore deve dimostrare il rispetto dei Limiti Massimi dei Residui effettuando una valutazione dei rischi in modo da valutare i prodotti fitosanitari utilizzati e i potenziali rischi di superamento dei LMR (CB 8.6.3). I produttori/Organizzazioni devono disporre di un programma di
monitoraggio dei residui. Il numero e la scelta dei campioni devono basarsi su una valutazione dei rischi scritta, effettuata da una parte terza indipendente, i campioni di analisi non possono essere originati da prodotti provenienti da produttori differenti, e i risultati devono essere tracciabili ai singoli produttori e devono includere l’elenco delle sostanze attive analizzate e l’elenco di tutte le sostanze attive riscontrate; un’eventuale esclusione di rapporti analitici può essere giustificata da valutazioni di dati/archivi storici di supporto (almeno 4 anni).

E’ richiesta una Procedura igienica per i processi di raccolta e per la manipolazione del prodotto nelle fasi successive. Per ghiaccio e acqua, utilizzati al punto di raccolta, deve essere impiegata acqua potabile e le attività di manipolazione devono essere svolte in condizioni sanitarie tali da poter prevenire la contaminazione del prodotto. L’acqua deve essere dichiarata idonea da parte di Autorità competenti o devono essere presenti analisi dell’acqua impiegata negli ultimi 12 mesi ed il prelievo eseguito al punto di ingresso del macchinario impiegato. I prodotti biocidi, cere e prodotti per la protezione delle piante devono essere tenuti in un’area designata, lontano da prodotti freschi, al fine di ridurre il rischio di contaminazione chimica del prodotto.

Ah dimenticavo! GlobalGAP ha anche modificato il tariffario da applicare alle aziende. C’è da dire che le tariffe aumentano al pari della restrittività dello Standard.



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