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Cosa coltivare nell’orto, c come cetriolo

Da Gianni

Cosa coltivare nell’orto, c come cetriolo
Nuovo appuntamento con “Cosa coltivare nell’orto” e altro ortaggio che non può assolutamente mancare tra le proprie piante: il cetriolo. Magari ci sarà qualcuno a cui non piace (esiste?!?!) o a chi questo ortaggio rimane particolarmente indigesto (ma ci sono, come vedremo, rimedi in tal senso) ma per tutti gli altri è impossibile negarsi il piacere di mangiare questo squisito prodotto (da solo o in un’insalata mista) e beneficiare delle sue qualità rinfrescanti e rimineralizzanti, specie durante queste torride giornate estive.
Appartenente all’interessante famiglia delle cucurbitacee (interessante perché ci regala molte specie protagoniste di ogni orto), Cucumis sativus è una pianta originaria dell’India ma conosciuta da noi a partire almeno dal medioevo (su Wikipedia ricordano che già nel ‘500 Pietro Andrea Mattioli, medico e umanista, consigliava il succo del cetriolo per la cura della pelle) mentre altri fanno risalire il suo utilizzo addirittura agli Egizi. È una pianta annuale e prostrata e produce un frutto cilindrico o affusolato, più spesso irregolare che può, a seconda delle varietà, crescere di diverse dimensioni e contenere o meno i semi; i fiori sono di colore giallo.

Il fiore del cetriolo e uno dei suoi viticci

La sua spessa buccia può presentarsi da liscia a rugosa a leggermente verrucosa e può essere di colore verde chiaro o scuro oppure anche bianco; sembra che se sbucciandola ne viene lasciata qualche pezzo (che viene poi consumato) questa ne faciliti la digestione dell’ortaggio che comunque presenta delle varietà dette appunto “digeribili” che possono essere consumate senza nessun problema.
In commercio si trovano molte cultivar di cetriolo che possono produrre un frutto grosso come il “cetriolo Lungo della Cina” oppure un frutto piccolo come il “verde di Parigi”, quest’ultimo molto adatto alla conservazione sottaceto, mentre vale la pena ricordare che esistono alcune varietà che formano frutti mediante partenocarpìa ovvero la capacità di alcune piante di produrre frutti senza la fecondazione; tali frutti sono privi di semi.

Per le sue qualità organolettiche vi rimando come sempre al puntuale post di Franco, di seguito invece vediamo velocemente come coltivarla nel proprio orto.

Ciclo produttivo
Come già accennato il cetriolo è una pianta annuale e coltivata come stagionale (occupa il terreno per 4 o anche 5 mesi) ma che può essere estesa per un periodo più lungo se si dispone di una serra o di un tunnel riscaldati.

Clima
Il cetriolo ama un clima temperato-caldo anche se si adatta abbastanza bene ad altre condizioni. La temperatura ottimale è di 20° centigradi.

Terreno
Sciolto, profondo e ricco di materia organica è il terreno ideale per questa pianta che cresce bene in un suolo col pH che varia da 5,5 a 7,5.

Semina e trapianto
In semenzaio il cetriolo si semina fino a marzo in vasetti di circa 10 cm di diametro con 2 semi per vaso e all’aperto tra aprile e maggio in buche distanti tra di loro almeno 60-70 cm che contengano 3 o 4 semi e a una profondità di 2 cm. Un mesetto circa dopo la semina le piante di cetriolo vanno trapiantate con il loro pane di terra e rispettando come per la semina all’aperto una distanza minima di 60 cm.

Concimazione
La messa a dimora del cetriolo deve essere preceduta da un’abbondante letamazione del terreno. Durante lo sviluppo sono consigliati complessi ternari ricchi di potassio.

Acqua
Il cetriolo è una pianta abbastanza esigente in fatto di irrigazioni: se nelle prime fase di crescita possono essere modeste,  durante la crescita devono diventare frequenti e abbondanti, specialmente quando inizia la fase di produzione dei frutti. Le abbondanti annaffiature poi sono in grado di ridurre la componente amarognola del frutto.

Lavorazioni
La coltura del cetriolo richiede senz’altro la scerbatura e se necessaria anche un’eventuale rincalzatura. Appena comincia ad allungare però è necessario assicurare alla pianta un sostegno sul quale arrampicarsi: questo permette al cetriolo di sviluppare i suoi frutti lontano dal contatto con il suolo che potrebbe farli ingiallire o, peggio, ammalare. Come già accennato nel post dedicato all’argomento, il sostegno ideale per il cetriolo è contraddistinto dall’uso di robuste frasche ben piantate al suolo: qui sotto potete vedere un ottimo esempio.

Il sostegno ideale per il cetriolo è costituito dall'uso di robuste frasche

Raccolta
Se tutto va per il verso giusto la raccolta dei cetrioli si comincia a effettuare già dopo 60 giorni dalla semina quando i frutti hanno raggiunto di norma i 2/3 della loro dimensione: in questa fase risultano croccanti e con la polpa bella soda e i loro semi molto più teneri che a maturazione completata. La raccolta si protrae per almeno 40 giorni.

Malattie
Il cetriolo può essere colpito da alcune specie di afidi ma i veri problemi possono provenire da attacchi dei funghi più comuni come l’oidio, la peronospora e la muffa grigia trattabili con prodotti a base di zolfo e/o rame.

Rotazione
Il cetriolo è una pianta da rinnovo e non segue logicamente se stessa né altre cucurbitacee e neanche le solanacee e le leguminose.

Consociazione
Il cetriolo può essere associato a piante di piccole dimensioni come insalate, ravanelli o cipolle ma possibilmente solo nel primo periodo di vita, prima cioè che la crescita verticale non vada a interferire con le altre piante.

Leggi anche:
Cosa coltivare nell’orto, c come cavolfiore
Cosa coltivare nell’orto, c come carciofo
Cosa coltivare nell’orto: a come aglio
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5 errori da evitare quando si inizia a coltivare un orto

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