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Cosa coltivare nell’orto, P come peperone

Da Gianni

Cosa coltivare nell'orto, P come peperone
Visto che questo è il mese della sua messa a dimora in pieno campo un po’ in tutto il Paese, parliamo di un altro ortaggio che è senz’altro tra i più coltivati negli orti di tutta Italia: il peperone.

In questo post si prende in considerazione il peperone quello definito “dolce” in contrapposizione al peperoncino piccante, anche se sembra ormai appurato per la stragrande maggioranza dei botanici che si tratti della stessa pianta, differente solo per diversificazione varietale. Si tratta di un genere, quello del Capsicum, anch’esso appartenente alla famiglia delle Solanaceae; la specie è quella definita C. annuum e, come altre solanacee coltivate abitualmente nel nostro territorio, è originaria dell’America meridionale, dove veniva coltivata fin da tempi antichissimi (si parla del quinto millennio a. C.), e da dove è giunta in seguito alla scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo (che portò questa pianta in Europa nel 1493, in occasione del suo secondo viaggio).

Si tratta di una pianta perenne ma che alle nostre latitudini (e lontana dal caldo della sua zona d’origine) viene coltivata come annuale. È un arbusto a fusto eretto e ramificato, con foglie ovali o ellittiche, lanceolate,  di un bel colore verde intenso. I fiori, che compaiono all’ascella, sono bianchi e singoli, presentano 5 petali e stami giallo-verdi e sono a fecondazione sia autogama che eteronoma. Il frutto è una bacca di colori e forme differenti: può essere verdi, gialli e rossi e svilupparsi lungo, tondo, ovale, cilindro-conico e cubico. Le varietà che si possono coltivare sono moltissime, ricordo solo le più famose: Giallo dolce di Nocera, Quadrato d’Asti, Quadrato giallo di Voghera, Carnoso di Cuneo, Grosso di Napoli, Lungo del Veneto, Corno di Toro, Ercole rosso e Ercole giallo, Braidese rosso ecc.

Ciclo produttivo
Il peperone occupa il terreno tra i 120 e i 200 giorni; la produzione media di questa coltura va dai 2 ai 3 kg per metro quadrato coltivato.

Clima
Il clima migliore per coltivare il peperone è quello definito temperato-caldo; la temperatura ideale per la sua crescita oscilla tra i 22 e i 24° C. Attenzione a scendere o superare questi gradi: sotto i 18° C si blocca l’attività vegetativa, così come oltre i 33-34° si ha la caduta dei fiori e l’arresto della crescita.
Ama la luce intensa e l’esposizione migliore è quella soleggiata.

Terreno
Profondo, lavorato bene, ricco di sostanza organica e permeabile: questo, in poche parole, è il terreno ideale nel quale coltivare il peperone. Il pH deve essere leggermente acido.

Semina e trapianto
La semina a dimora del peperone è fortemente sconsigliata. Quello che si deve fare è seminare in semenzaio a letto caldo o comunque sotto vetro, in modo tale da assicurare alle piante nasciture il calore necessario alla germinazione. Si semina a spaglio con soli 2 o 3 mm a ricoprire i semi. Il trapianto avviene di norma dopo almeno 70 giorni dalla semina e comunque quando le piante hanno raggiunto l’altezza di 15-20 cm e almeno 5 folgie vere, distanziando le piante di 60-80 cm tra le file e 40-50 cm sulle file.

Concimazione
Il terreno dove si coltiva il peperone deve essere lavorato con largo anticipo, durante l’autunno che precede la coltivazione, incorporandoci grandi quantità di letame maturo. Poco prima del trapianto è consigliabile aggiungere concimi ricchi dei tre elementi principali (azoto, fosforo e potassio) e, quando le piante saranno attecchite, è opportuno somministrare fertilizzanti ad alto contenuto di azoto.

Acqua
Per una buona crescita del peperone è necessario un moderato ma costante apporto idrico in ogni fase del ciclo colturale. In presenza di carenza di acqua la pianta di peperone fatica a crescere, produce pochi frutti che a loro volta rimangono di piccole dimensioni e risultano molto piccanti, anche nelle varietà cosiddette dolci.

Lavorazioni
Le principali lavorazioni che interessano la coltura del peperone sono la sarchiatura (per eliminare le fastidiose erbe infestanti), il rincalzo, la scacchiatura (operazione mediante la quale togliere i germogli infruttiferi) e la cimatura; quest’ultima operazione va effettuata eventualmente quando, a fine ciclo colturale, si vuole favorire la crescita completa dei frutti già prodotti ed evitare che la pianta sprechi energie producendo nuovi fiori.

Parassiti e malattie
Le principali patologie che interessano il peperone sono, il marciume pedale, il marciume molle, la peronospora, la botrite e diversi tipi di virus. Tra i parassiti gli ospiti indesiderati che maggiormente fanno visita al peperone sono afidi, tripide occidentale, gli aleurodidi, il ragnetto rosso e la piralide.

Rotazione
Quella del peperone è una coltura da rinnovo. Evitate di piantarlo nello stesso posto prima di 3-4 anni; non deve seguire né essere seguito dalle altre solanacee come pomodoro, melanzana e patata.

Consociazione
Nel caso della coltura del peperone la consociazione non è consigliata.

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